La questione dei confini: tante sono le ricostruzioni circa il significato delle madonnine poste “al limite delle acque”.
La versione più accreditata narra che il Principe Torlonia, per impossessarsi di una più vasta superficie di terreno prosciugato, avesse disposto dei cippi in pietra lungo il perimetro dell’ex lago, quando le acque di questo erano nella loro massima espansione.
Sembrerebbe che i contadini notte tempo spostassero i cippi di pietra, così il Principe, ricorrendo alle Madonnine in ghisa, risolse il problema perché era certo che l’immagine sacra non sarebbe stata spostata dai cattolicissimi contadini del Fucino.
San Benedetto dei Marsi
Avezzano
Ortucchio
Luco dei Marsi
In verità basta leggere il CONTRATTO e le clausole ivi previste per rendersi conto che i confini erano già stati stabiliti Comune per Comune.
Nel 1854, con la proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione da parte di Papa Pio IX, stesso anno d’inizio dei lavori di prosciugamento, il Principe Torlonia simbolicamente mette la sua opera sotto la protezione della Madonna e della Chiesa. La statua poggia i piedi sul globo mentre calpesta un serpente, rappresentando la sua vittoria sul maligno mentre la luna simboleggia la morte e la mortalità.Maria, infatti, è pienamente associata alla vittoria di Gesù Cristo, suo Figlio, sul peccato e sulla morte; è libera da qualsiasi ombra di morte e totalmente ricolma di vita.
Particolare di una delle madonnine
La Madonna dell’Incile
Nell’Antico Testamento, il cosiddetto Protovangelo
della salvezza presenta la donna (Eva) come prefigurazione di Maria:
«Io porrò inimicizia tra te e la donna,
tra la tua stirpe
e la sua stirpe:
questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno» (Genesi 3,15).
Tiepolo
Furono redatti processi verbali di confinazione per ognuno dei nove comuni che si allegano in coda.
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11. LA RIFORMA AGRARIA NEL FUCINO – consegna delle terre
Finalmente il sogno s’avvera “la terra a chi la lavora” … Una volta assegnati burocraticamente i lotti di terreno ai contadini, una commissione formata da tecnici dell’Ente, provvedeva alla consegna in sito del bene con tutte le indicazioni del caso. Furono redatti verbali di consegna sul posto, cippi e termini in pietra erano stati posti […]
10. LA RIFORMA AGRARIA NEL FUCINO – assegnazione delle terre
Nel secondo dopoguerra, a seguito delle lotte contadine caratterizzate dagli scioperi alla rovescia, la Riforma Agraria del 1950 portò alla formazione, il 28 febbraio 1951, dell’Ente per la Colonizzazione della Maremma Tosco-Laziale e del territorio del Fucino, più tardi chiamato Ente Fucino e quindi Agenzia Regionale per i Servizi di Sviluppo Agricolo (ARSSA). Prima della […]
9.LA RIFORMA AGRARIA NEL FUCINO – Gli stivali
L’Ente Fucino fornì ai lavoratori, in comodato d’uso gratuito, anche gli stivali. Arrivarono in casse, le vie erano impraticabili nel periodo invernale e quelle calzature tornarono molto utili … Sullo stesso argomento leggi anche:
8.LA RIFORMA AGRARIA NEL FUCINO – Le biciclette
Nel secondo dopoguerra la bicicletta divenne il principale mezzo di trasporto; largo uso se ne fece anche nella pianura fucense. Era un bene preziosissimo, praticamente il solo mezzo per muoversi agevolmente per raggiungere i campi. I costi allora erano proibitivi, circa 10.000 lire a fronte di uno stipendio mensile da operaio di poco superiore alle […]
7. LA RIFORMA AGRARIA NEL FUCINO – I carri e i carretti –
Sono stati un mezzo di trasporto diffusissimo fino a qualche decennio fa; ricordo la mattina presto e la sera, la fila interminabile di carretti e carri trainati da cavalli, muli, asini e buoi provenienti da Lecce, Gioia e Aschi che passavano a Ortucchio davanti casa, in via Portanova, con destinazione le terre di Fucino. Spesso […]
6.LA RIFORMA AGRARIA NEL FUCINO – I pioppi
Furono piantati 200.000 pioppi, il terreno umido favoriva e favorisce ancora la rapida crescita di questo tipo di albero, inoltre, c’era da rifornire la cartiera di Avezzano. Ancora oggi i pioppi vengono piantati lungo le strade ed i canali. Tanti sono i fotografi che si dilettano a immortalare uno straordinario paesaggio. Sullo stesso argomento:
5. LA RIFORMA AGRARIA NEL FUCINO – I ponti
La sistemazione idraulica del bacino fucense, prevedeva la costruzione di numerosi ponti per l’attraversamento dei canali irrigui. I primi ponti furono costruiti dall’amministrazione Torlonia in legno con tronchi di platano e di pioppo. Durante la Riforma furono ricostruiti ben 238 ponti in cemento armato, in parte gettati in opera e in parte con elementi prefabbricati. […]
4. LA RIFORMA AGRARIA NEL FUCINO – i fossi
I fossi come le strade furono numerati, inizialmente erano 350 per uno sviluppo lineare di 648 Km; anch’essi furono oggetto di lavori di manutenzione durante lo “sciopero a rovescio” come le strade, i canali e i ponti. Purtroppo nel corso degli anni, i fossi sono stati per lo più rinterrati dai contadini per guadagnare altra […]
3. LA RIFORMA AGRARIA NEL FUCINO – i canali
L’emissario di Claudio era lungo 5630 metri e, considerando i canali collaterali, l’opera raggiungeva i 7 km. A seguito del prosciugamento l’opera idraulica contava una fitta rete di canali per una lunghezza complessiva di 285 km e, in più, 238 ponti, 3 ponti canali e 4 chiuse. Il canale claudiano attraversava il piano dei campi […]
2. LA RIFORMA AGRARIA NEL FUCINO – Le strade
– LE STRADE Le strade di Fucino, numerate da 1 a 46 per complessivi 272 km, prima della Riforma erano impraticabili; grazie allo “sciopero a rovescio” furono eseguiti i lavori di manutenzione che le resero percorribili. In seguito all’istituzione dell’Ente di Riforma furono finanziate e realizzate le opere viarie e la costruzione d’infrastrutture quali ponti […]
1. LA RIFORMA AGRARIA NEL FUCINO – Introduzione
All’inizio Ente di Riforma Maremma – Fucino (1951), nel 1954 i due organismi furono separati e nacque l’Ente per lo Sviluppo del Fucino che ricomprendeva i Piani Palentini, la Valle Roveto e l’Altipiano delle Rocche portando la superficie di competenza da 16.000 ettari a 162.000, poi ERSA, infine Agenzia Regionale per i Servizi di Sviluppo […]
Laureatosi in architettura presso l’Università La Sapienza di Roma, ha esercitato la professione di architetto per circa trent’anni, oggi insegna alla Scuola Secondaria di Primo Grado presso l’Istituto Comprensivo GIOVANNI XXIII-VIVENZA di Avezzano.
Appassionato di storia recente e di politica, è autore di uno studio sulla Riforma Agraria del Fucino, che si articola in 167 tra capitoli e sottocapitoli, pubblicata sui gruppi Facebook “Ortucchio in parole e immagini” e “Luco, ieri e oggi”.
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