2. LA RIFORMA AGRARIA NEL FUCINO – Le strade

Antonino Petrucci
Antonino Petrucci
3 Minuti di lettura

– LE STRADE

Le strade di Fucino, numerate da 1 a 46 per complessivi 272 km, prima della Riforma erano impraticabili; grazie allo “sciopero a rovescio” furono eseguiti i lavori di manutenzione che le resero percorribili. In seguito all’istituzione dell’Ente di Riforma furono finanziate e realizzate le opere viarie e la costruzione d’infrastrutture quali ponti e borghi…

Le strade del Fucino prima della Riforma Agraria

I MOVIMENTI POPOLARI IN ABRUZZO NEL SECONDO DOPOGUERRA

Anche in questa regione, come nel resto della Penisola, nell’immediato dopoguerra -1944/1949-, i movimenti popolari più significativi esplosi furono collegati alle lotte mezzadrili per una migliore ripartizione del prodotto e alle occupazioni delle terre.

Vasti conflitti esplosero in quasi tutta la regione, evidenziando da un punto di vista politico e organizzativo chiari aspetti di spontaneismo a cui si saldavano l’incertezza e l’inesperienza delle leghe contadine che si andavano riorganizzando e, per la maggior parte, organizzando per la prima volta.

In Abruzzo il movimento dei lavoratori della terra durante le occupazioni si organizzò su delle scelte e degli obiettivi concreti e immediati. I decreti Gullo furono gli strumenti legali utilizzati dai contadini per richiedere l’assegnazione delle terre incolte o mal coltivate, per bloccare le minacce di sfratto e prorogare i patti agrari, per ripartire più equamente i prodotti.

L’occupazione dei terreni dell’azienda denominata “Strada 30“ nel Fucino, amministrata dai Torlonia, sancì tragicamente l’inizio della mobilitazione dei contadini abruzzesi in questo dopoguerra.

I contadini di Ortucchio nella Marsica avevano richiesto la coltivazione dell’appezzamento n° 5 dell’azienda Torlonia, 250 ettari privi di bestiame e macchinari, lasciati prevalentemente incolti. Nel mattino del 16 ottobre del 1944, mentre alcune centinaia di contadini armati di scuri, zappe, badili e altri arnesi, al canto dell’inno dei lavoratori tentavano di invadere i terreni di proprietà del principe Torlonia, cinque militi, tre guardie campestri e due forestali, spararono sulla folla colpendo a morte Domenico Spera di Ortucchio e ferendo numerosi altri manifestanti.

Domenico Spera

A Celano il 30 aprile 1950, durante una manifestazione, furono uccisi i due braccianti Agostino Paris e Antonio Berardicurti, anche in questo tragico avvenimento si contarono molti feriti.

Lapide dell’eccidio di Celano

Per gli altri post VAI AL BLOG di Antonino Petrucci

Condividi questo articolo
Laureatosi in architettura presso l’Università La Sapienza di Roma, ha esercitato la professione di architetto per circa trent’anni, oggi insegna alla Scuola Secondaria di Primo Grado presso l’Istituto Comprensivo GIOVANNI XXIII-VIVENZA di Avezzano. Appassionato di storia recente e di politica, è autore di uno studio sulla Riforma Agraria del Fucino, che si articola in 167 tra capitoli e sottocapitoli, pubblicata sui gruppi Facebook “Ortucchio in parole e immagini” e “Luco, ieri e oggi”.