Avezzano (6) – Il Piano di ricostruzione di Vittorini

Antonino Petrucci
Antonino Petrucci
7 Minuti di lettura

LA RINASCITA DI AVEZZANO DOPO IL TERREMOTO

6. Il Piano di ricostruzione di Vittorini

A cura degli architetti Clara Cipriani e Antonino Petrucci

Nel primo decennio dopo la guerra gli interventi di ricostruzione d’iniziativa privata e pubblica avvengono in modo episodico, vista l’assenza di un piano di ricostruzione o di un piano regolatore; solo con il D.M. 7 aprile 1956 il Comune fu obbligato ad adottare un Piano di Ricostruzione (L. 2402 del 1956) che potesse risolvere i problemi più urgenti della città per poi affrontare tramite un Piano Regolatore Generale e i successivi Piani Particolareggiati, le soluzioni di problematiche urbanistiche più complesse.

Via San Francesco

Nel 1957 il Comune incarica l’ing. Marcello Vittorini di redigere il piano di ricostruzione, seguito nel 1959 dal programma di fabbricazione, elaborato dallo stesso professionista.

Ing. Marcello Vittorini

Il piano di ricostruzione viene concepito da Vittorini come strumento di carattere speciale ed eccezionale, limitato ad alcune zone della città, propedeutico per la stesura di un successivo piano regolatore inteso quest’ultimo come uno studio organico di tutta la città considerando anche i possibili ampliamenti futuri. Pertanto il professionista nel suo piano di ricostruzione prevede sinteticamente:

  1. lo smaltimento del traffico stradale con la previsione di un asse di scorrimento a Nord dell’abitato;
  2. il collegamento del centro con le zone periferiche mediante sottopassi ferroviari;
  3. la delimitazione delle aree di ampliamento e il divieto di costruire al di fuori di queste per evitare l’edificazione lungo le strade di accesso alla città;
  4. l’individuazione delle zone industriali in modo da contenere lo sviluppo indiscriminato delle abitazioni.

Il piano di ricostruzione prevede inoltre la sistemazione definitiva del centro e le previsioni di nuovi quartieri autosufficienti dove poter realizzare l’edilizia privata e pubblica.

schede planimetrie: stato di fatto al 1957
Stato di progetto

Il quartiere dove Vittorini ritiene necessario intervenire per la sua sistemazione definitiva è quello di Borgo Angizia e via Napoli che già nella precedente pianificazione nel 1916 costituiva la naturale continuazione del centro.

[ Foto allegate alla relazione fotografica del Piano di Recupero del 1957 ]

Nel 1959 l’intera zona mancava di tutti servizi primari ed era composta di un’edilizia spontanea, fatiscente e malsana. Per questo quartiere Vittorini prevede la costruzione di un primo nucleo di nuovi alloggi a sostituzione delle vecchie case in concomitanza anche dell’intervento dell’UNRRA-Casas già previsto in questa zona. Lo schema urbanistico del piano era stato pensato come base di un’ulteriore progettazione quale la redazione di un piano regolatore generale indispensabile per regolamentare uno sviluppo insediativo oltre al centro, che rischiava di diventare incontrollato.

L’incarico per la redazione del P.R.G. tarda ad arrivare e nel 1959 il comune incarica lo stesso progettista, assieme al professor Federico Gorio, di redigere un Programma di Fabbricazione ed il relativo regolamento: uno strumento questo intermedio di raccordo tra il piano di ricostruzione e il P.R.G..

Nel Programma di Fabbricazione Vittorini introduce per la prima volta un regolamento edilizio che prevede una forma autorizzativa per l’edificazione e trasformazione degli edifici su tutto il territorio comunale.

Dal punto di vista urbanistico il P.d.F. individua nella zona ad Ovest dell’abitato, tra il centro urbano e la ferrovia per Sora, la zona da ristrutturare così come già anticipato nel P.d.R.; mentre nel settore nord orientale di Borgo Pineta, la zona di ampliamento. In sintesi il P.d.F. ripropone la ricostruzione di quella parte della città (ex Chiusa Resta e Borgo Angizia) non disciplinata dalla maglia viaria del piano di ampliamento del 1924 e la progettazione di quel comparto che costituirà la grande espansione della città verso nord, cioè il quartiere di Borgo Pineta.

Borgo Pineta (ex Concentramento)
Via Trasimeno (zona dei Frati, oggi Santuario della Madonna del Silenzio)

Inoltre permette limitati completamenti di tessuti urbani semiperiferici e la salvaguardia, in attesa di un P.R.G., rispetto alle possibili trasformazioni di tessuti che vuole sostituire anche con nuove infrastrutture. Da sottolineare che con il P.d.F. si introduce l’obbligo del rilascio dell’autorizzazione per tutte le trasformazioni edilizie nell’intero territorio comunale.

Nella elaborazione degli strumenti urbanistici la viabilità è determinante per lo sviluppo futuro della città, questa si fonda principalmente su due caratteristiche:

 – (A) distribuzione gerarchica delle funzioni fra le diverse arterie, a ciascuna delle quali viene rispettivamente attribuito un compito specifico, di scorrimento, di penetrazione, di collegamento interno, di servizio dell’industria;

– (B) Distribuzione del traffico di collegamento interno lungo una nuova arteria che assolva al doppio compito di raccogliere lungo il percorso le attrezzature dei nuovi quartieri di sviluppo e, allo stesso tempo, di trasformare l’attuale formazione incontrollata della città in uno sviluppo lineare organizzato secondo una chiara struttura. (foto 10)

Schema della viabilità

BIBLIOGRAFIA

  • Simonetta Ciranna, Patrizia Montuori, “Avezzano, la Marsica e il circondario a cento anni dal sisma del 1915”, L’Aquila, Consiglio Regionale dell’Abruzzo, 2015.
  • Maurizia Mastroddi, “L’altra Avezzano”, Avezzano, Grafiche Di Censo, 2005.
  • Archivio Marcello Vittorini, “Omaggio a Marcello Vittorini un archivio per la città”, Roma, Cangemi Editore, 2012.
  • Antonio Rosini, “Otto mesi di ferro e fuoco (Avezzano e dintorni) 1943 – 1944”, Avezzano, Grafiche Di Censo, 1994.
  • AA.VV., “Avezzano Storia della città moderna”, Avezzano, Radici Edizioni, 2022.

Questo è l’ultimo dei 6 articoli dedicati alla

RINASCITA DI AVEZZANO DOPO IL TERREMOTO

Per gli altri ARTICOLI del BLOG di ANTONINO PETRUCCI CLICCA QUI

Condividi questo articolo
Laureatosi in architettura presso l’Università La Sapienza di Roma, ha esercitato la professione di architetto per circa trent’anni, oggi insegna alla Scuola Secondaria di Primo Grado presso l’Istituto Comprensivo GIOVANNI XXIII-VIVENZA di Avezzano. Appassionato di storia recente e di politica, è autore di uno studio sulla Riforma Agraria del Fucino, che si articola in 167 tra capitoli e sottocapitoli, pubblicata sui gruppi Facebook “Ortucchio in parole e immagini” e “Luco, ieri e oggi”.