Nel secondo dopoguerra, a seguito delle lotte
contadine caratterizzate dagli scioperi alla rovescia, la Riforma Agraria del
1950 portò alla formazione, il 28 febbraio 1951, dell’Ente per la Colonizzazione
della Maremma Tosco-Laziale e del territorio del Fucino, più tardi chiamato
Ente Fucino e quindi Agenzia Regionale per i Servizi di Sviluppo Agricolo
(ARSSA).
Prima della Riforma 11.248 affittuari si divisero le terre e le subaffittarono. Nel 1930 la piana accoglieva 8.507 fondi particellari, utilizzando solo il 27,10% del terreno, molti dei quali (77,48%) vasti meno di 3 ettari. Le particelle oltre i 10 ettari (fino oltre i 50 ha) coprivano meno del 2% della piana. Nel 1947 le micro particelle (95% del totale) coprivano il 17,5% del terreno, mentre l’insieme dei più grandi affittuari (0,15%) ne occupavano il 68%.
Dopo la Riforma c’erano da assegnare i 14.006 ettari espropriati al Principe Torlonia, divisi in 497 appezzamenti di 25 ettari (500 coppe) ciascuno. L’operazione di assegnazione fu condotta con cautela, poiché l’Ente dovette portare i 15.800 affittuari a 9.918. I circa 29.000 fondi particellari originari furono aggregati in 10.000 unità.
Presso il cinema Impero ad Avezzano, furono organizzati incontri esplicativi assembleari con le autorità, circa le modalità di assegnazione delle terre; l’assegnazione con tanto di cerimonia avveniva nel Palazzo Torlonia sede dell’Ente Fucino.
Gli esiti furono un miglioramento della produzione: in
dieci anni (dal 1948 al 1958) il grano passò da 26 q/ha a 36 q/ha, le patate da
140 q/ha a 230 q/ha e la barbabietola da 260 q/ha a 380 q/ha.
Tra gli effetti positivi immediati, la semplificazione
catastale, portò ad un accorpamento della “piccola proprietà contadina”, prima
della Riforma c’erano affittuari che avevano più “pezzi di terreno” in tre,
quattro addirittura cinque particelle in più comuni.
Purtroppo numerosi braccianti rimasero esclusi dall’assegnazione delle terre; 115 famiglie fucensi emigrarono nella Maremma Toscana in forza della Legge di Riforma che aveva accorpato i due territori, altri presero la via dell’espatrio, ne parleremo più avanti nei prossimi capitoli.
Sullo stesso argomento leggi:
9.LA RIFORMA AGRARIA NEL FUCINO – Gli stivali
L’Ente Fucino fornì ai lavoratori, in comodato d’uso gratuito, anche gli stivali. Arrivarono in casse, le vie erano impraticabili nel periodo invernale e quelle calzature tornarono molto utili … Sullo stesso argomento leggi anche:
8.LA RIFORMA AGRARIA NEL FUCINO – Le biciclette
Nel secondo dopoguerra la bicicletta divenne il principale mezzo di trasporto; largo uso se ne fece anche nella pianura fucense. Era un bene preziosissimo, praticamente il solo mezzo per muoversi agevolmente per raggiungere i campi. I costi allora erano proibitivi, circa 10.000 lire a fronte di uno stipendio mensile da operaio di poco superiore alle […]
7. LA RIFORMA AGRARIA NEL FUCINO – I carri e i carretti –
Sono stati un mezzo di trasporto diffusissimo fino a qualche decennio fa; ricordo la mattina presto e la sera, la fila interminabile di carretti e carri trainati da cavalli, muli, asini e buoi provenienti da Lecce, Gioia e Aschi che passavano a Ortucchio davanti casa, in via Portanova, con destinazione le terre di Fucino. Spesso […]
6.LA RIFORMA AGRARIA NEL FUCINO – I pioppi
Furono piantati 200.000 pioppi, il terreno umido favoriva e favorisce ancora la rapida crescita di questo tipo di albero, inoltre, c’era da rifornire la cartiera di Avezzano. Ancora oggi i pioppi vengono piantati lungo le strade ed i canali. Tanti sono i fotografi che si dilettano a immortalare uno straordinario paesaggio. Sullo stesso argomento:
5. LA RIFORMA AGRARIA NEL FUCINO – I ponti
La sistemazione idraulica del bacino fucense, prevedeva la costruzione di numerosi ponti per l’attraversamento dei canali irrigui. I primi ponti furono costruiti dall’amministrazione Torlonia in legno con tronchi di platano e di pioppo. Durante la Riforma furono ricostruiti ben 238 ponti in cemento armato, in parte gettati in opera e in parte con elementi prefabbricati. […]
4. LA RIFORMA AGRARIA NEL FUCINO – i fossi
I fossi come le strade furono numerati, inizialmente erano 350 per uno sviluppo lineare di 648 Km; anch’essi furono oggetto di lavori di manutenzione durante lo “sciopero a rovescio” come le strade, i canali e i ponti. Purtroppo nel corso degli anni, i fossi sono stati per lo più rinterrati dai contadini per guadagnare altra […]
3. LA RIFORMA AGRARIA NEL FUCINO – i canali
L’emissario di Claudio era lungo 5630 metri e, considerando i canali collaterali, l’opera raggiungeva i 7 km. A seguito del prosciugamento l’opera idraulica contava una fitta rete di canali per una lunghezza complessiva di 285 km e, in più, 238 ponti, 3 ponti canali e 4 chiuse. Il canale claudiano attraversava il piano dei campi […]
2. LA RIFORMA AGRARIA NEL FUCINO – Le strade
– LE STRADE Le strade di Fucino, numerate da 1 a 46 per complessivi 272 km, prima della Riforma erano impraticabili; grazie allo “sciopero a rovescio” furono eseguiti i lavori di manutenzione che le resero percorribili. In seguito all’istituzione dell’Ente di Riforma furono finanziate e realizzate le opere viarie e la costruzione d’infrastrutture quali ponti […]
1. LA RIFORMA AGRARIA NEL FUCINO – Introduzione
All’inizio Ente di Riforma Maremma – Fucino (1951), nel 1954 i due organismi furono separati e nacque l’Ente per lo Sviluppo del Fucino che ricomprendeva i Piani Palentini, la Valle Roveto e l’Altipiano delle Rocche portando la superficie di competenza da 16.000 ettari a 162.000, poi ERSA, infine Agenzia Regionale per i Servizi di Sviluppo […]