La gran parte dei liquami della rete fognaria di Avezzano – da almeno 10 anni – finisce dentro i canali irrigui SENZA entrare nei due depuratori al servizio della città, perché la condotta che dovrebbe condurli nel secondo impianto di Borgo Via Nuova è progettata male e realizzata peggio. E tutti tacciono
A svelare in esclusiva a SITe.it i retroscena di questa storia che ha dell’incredibile è Vincenzo Santori, all’epoca proprietario di un’area edificabile di un ettaro e poi svenduta proprio a causa dei liquami che fuoriuscivano dalla condotta difettosa e allagavano il suo terreno.
Santori ricorre al tribunale e nel corso del procedimento si accerta che la condotta è eseguita male. Ma ad essere allucinante è quello che succede dopo: ARAP e CAM – ognuno per la sua parte – invece di risolvere il problema della condotta preferiscono sversare per altri 10 anni buona parte dei liquami di Puzzillo nei canali irrigui, senza depurarli.
Santori ha intentato nei confronti dell’ARAP anche una richiesta di risarcimento per i danni subiti: il procedimento civile è praticamente concluso da due anni, ma il danneggiato è ancora in attesa che il giudice si decida a scrivere la relativa sentenza.
GUARDA LA VIDEO INTERVISTA A VINCENZO SANTORI
La condotta fognaria di cui parla Vincenzo Santori è quella che dovrebbe condurre le acque reflue – che la rete fognaria della città di Avezzano sversa in località Puzzillo – fino al nuovo depuratore realizzato dall’ARAP (ex Consorzio del nucleo industriale di Avezzano) a Borgo Via Nuova, nei pressi di Strada 2.
Tale importante opera fu progettata e realizzata oltre 10 anni fa dall’ARAP, proprio per evitare che buona parte delle acque reflue della città continuassero ad essere sversate nei canali irrigui, senza essere depurate: il vecchio depuratore di Puzzillo, infatti, depurava e anche male solo una parte dei liquami cittadini.
La condotta è stata realizzata 10 anni fa ma – è bene ribadirlo – ad oggi la gran parte dei liquami di Puzzillo continuano ancora ad essere sversati nei canali irrigui, senza passare per i due depuratori: chi pagherà gli agricoltori per i danni d’immagine e per l’impossibilità di utilizzare queste acque per irrigare i campi?
Condotta ARAP: qualcosa è andato storto
Quando nel 2014 la nuova condotta entra in funzione – racconta Santori nell’intervista – inizia praticamente da subito a sversare metri cubi di acque di fogna proprio sul suo terreno e, vista la latitanza dei vertici dell’ARAP, si rivolge al tribunale.
Il giudice dispone una Consulenza tecnica d’ufficio e incarica un ingegnere idraulico che, proprio per conto del tribunale, redige una interessantissima relazione con cui accerta e certifica il malfunzionamento della condotta, documentando con chiarezza le cause degli sversamenti di liquami: errori di progetto e cattiva esecuzione dei lavori.
Secondo il tecnico nominato dal tribunale in questa condotta fognaria – prima di innestarsi sulla fognatura principale che da piazza Cavour scende lungo Via Nuova – è presente una forte riduzione della sua sezione, che in effetti risulta pressoché dimezzata. A causarla pare siano state delle modifiche apportate in fase di realizzazione, poiché durante gli scavi della trincea il tracciato della condotta ha incrociato diverse linee di altri sottoservizi, come tubi dell’acqua potabile e del gas.
All’ARAP provano a correre ai ripari ma succede che la pezza è peggiore del buco. E così, con una soluzione abbastanza pacchiana, finiscono per dimezzare la sezione della condotta. Di fatto si crea un pericoloso imbuto che – soprattutto quando alle acque reflue si aggiungono anche quelle delle piogge – provoca un forte aumento di pressione, i liquami rigurgitano indietro e i tombini saltano. L’acqua delle fogne di Avezzano finisce così per allagare con tutto il suo carico inquinante proprio l’ettaro di terreno edificabile di Santori.
L’ARAP e la condotta della vergogna
I retroscena che svela Vincenzo Santori nella video intervista rilasciata a SITe.it fanno emergere elementi inquietanti sulla mancata depurazione di gran parte delle acque reflue dell’intera città di Avezzano.
Soprattutto sono le conclusioni contenute in un atto pubblico – cioè il Procedimento n. 893/2016 avviato in tribunale proprio da Santori – che forniscono quegli elementi che squarciano il velo di omertà sui gravi difetti che presenta l’attuale condotta fognaria Puzzillo-Depuratore ARAP di Borgo Via Nuova. Tutti elementi che, sommati ad altri forniti dalle cronache di questi anni, finiscono a far aumentare le domande sulle responsabilità dei vari attori e delle diverse Autorità e Amministrazioni pubbliche a vario titolo coinvolte.
Iniziamo con l’analizzare i dati forniti, il progetto e la realizzazione della condotta in questione.
Il Peccato originale è il dato clamorosamente sottostimato della quantità di metri cubi di liquami scaricati giornalmente dalla rete fognaria di Avezzano in località Puzzillo. A fornirlo è stato il SUAP del Comune di Avezzano, che aveva infatti autorizzato l’ARAP a collettare nel suo impianto un massimo di 9.600 mc di acque reflue giornaliere, corrispondenti agli scarichi di 40mila abitanti. Tale dato, calcolato solo sui consumi di acqua potabile (300 litri pro capite giornalieri) non tiene però conto delle acque di pioggia, delle falde superficiali e dei tantissimi pozzi privati presenti nell’abitato e non tiene nemmeno conto che Avezzano non ha reti fognarie separate tra acque nere e grigie.
Altro clamoroso errore di progetto è la mancata previsione e verifica della presenza, lungo il tracciato di progetto della condotta, delle reti dei sottoservizi (tubi acqua potabile, gas, ecc…).
Ma l’errore macroscopico è quello commesso in fase di realizzazione, dimezzando di fatto la sezione della condotta una volta intercettati i sottoservizi. Per superare l’intoppo, la ditta costruttrice ha infatti creato un imbuto, riducendo la condotta da 80 cm di diametro (la sezione è quindi di 0,5 mq), a tre tubi da 30 cm e due da 20 cm di diametro (la sezione complessiva si è così ridotta a 0,27 mq): errore di calcolo anche questo?!
Ci troviamo di fronte a una somma di errori gravi che hanno poi causato gli sversamenti di liquami nel terreno edificabile di Santori e i conseguenti danni con richiesta di risarcimento. Ed è ancora più grave che l’ARAP e il CAM hanno pensato di risolvere il problema all’italiana: invece di porre rimedio riparando ai danni causati, hanno invece ridotto drasticamente la portata della condotta deviando – con una paratia situata a Puzzillo – la gran parte dei liquami direttamente nei canali irrigui, senza depurarli.
Chi paga?
La pessima realizzazione, da parte dell’ARAP, della condotta fognaria verso il depuratore di Borgo Via Nuova ha causato danni seri all’ambiente, agli agricoltori, ai cittadini e alle casse pubbliche. Scelte e azioni scellerate che inevitabilmente suscitano una serie di domande sulla progettazione e la realizzazione di questa condotta, che qui ci limitiamo ad elencare:
Chi ha appaltato i lavori? Chi sono i progettisti? Quale è la ditta realizzatrice? Chi ha fornito i dati di progetto? Ci sono state varianti in corso d’opera? E chi le ha autorizzate? La conduttura è stata collaudata? E da chi?
E poi ancora: Dopo la citazione per danni da parte di Santori, L’ARAP ha chiamato in causa il progettista e/o l’esecutore dei lavori e/o il collaudatore? Ci sono state azioni dell’ARAP quantomeno per interrompere nei loro confronti i termini di prescrizione?
E infine: Vi è un danno erariale? La Procura contabile è stata coinvolta?
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