Tutti i salmi finiscono in gloria. E le salmonelle?

Redazione
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“Tutti i salmi finiscono in gloria“. Ho ripensato a questo detto leggendo il corposo articolo che un importante quotidiano abruzzese ha dedicato alcuni giorni or sono ai celanesi di strada 14 mobilitatisi in massa contro il locale parroco, padre Cosmas, che aveva osato sostenere l’inutilità dei padrini alle cresime e, pare, operare per ridurre il ruolo del coro.

f-o-peppe2.jpgDue sgarri molto gravi, non vi è dubbio, considerato anche che con i padrini gli accordi erano stati già presi, meritevoli delle più pesanti censure. In ogni caso la cosa si è risolta e la gloria raggiunta grazie all’intervento chiarificatore dei carabinieri della locale caserma che hanno salvato padre Cosmas dall’eventuale furia dei fedeli.

Ho pensato: “E le Salmonelle, anche tutte le salmonelle finiranno anch’esse in gloria in quel di Fucino?

D’altro lato, una mera questione di priorità, evidentemente, quella tra salmi e salmonelle, da parte del popolo fucense. Meglio i primi che trattare delle seconde, visto che poco e nessun scandalo ha accompagnato il ritrovamento da parte delle cosiddette autorità del notevole patogeno nelle acque dei canali tanto usati per irrigare e, quindi, creare la ricchezza di quelle terre, l’ortaggio e la patata ora usata da MacDonald’s.

Canale collettore destro, Fosso La Raffia, Fosso 1, Fosso 3, Canale allacciante meridionale: è lunga la lista delle acque superficiali dell’area fucense, tra Pescina, Ortucchio, Trasacco, Avezzano, Capistrello, in cui l’Agenzia Regionale Tutela dell’Ambiente (ARTA) ha trovato dal 2013 in poi la Salmonella. Salmonella, chi è costei? Purtroppo il nome non deve ingannare; non si tratta di un pesciolino guizzante nel Giovenco (finché non intuberanno il fiume per la centrale idroelettrica, s’intende!), una razza del pregiato Salmone, una potenziale risorsa ittica con cui invadere i mercati in un prossimo futuro come con la multinazionale dell’hamburger. Troppo piccolo anche se non insignificante, quest’organismo. Invisibile a occhio nudo, è un batterio. Di quelli cattivi. Un patogeno. Insomma, porta malattie.

Infatti, neanche fossimo nelle pianure alluvionali asiatiche del Bangladesh, in provincia di L’Aquila si è registrata nel 2012 e 2013 una delle pochissime epidemie recenti nell’Europa occidentale di Salmonellosi umana. Trecento cristiani in preda a diarree e sintomi quali dolori addominali e febbre. Non è un’esagerazione, è stata proprio classificata dalle autorità quale epidemia. Avete visto grandi inchieste da parte di giornali nazionali? O, più modestamente, qualche fascicolo con qualche indagato per epidemia colposa presso le procure di L’Aquila, Sulmona e Avezzano (in quest’ultima forse sarebbe stato inutile visto che si sarebbe probabilmente perso tra le decine di faldoni dedicati a valutare la pericolosità sociale dei sediziosi articoli di questo giornale)? Grandi titoli sulla questione se non qualche sfuggente pezzo tra quelli dedicati alla trasferta insidiosa della squadra del cuore o alla polemica per una sagra organizzata male? Avete partecipato a consigli comunali dedicati all’epidemia? A mia memoria, anche se potrei sempre sbagliarmi non essendo indigeno e questo giornale sarà pronto a rimproverarmi per l’eventuale inesattezza, semplicemente non sono stati mai convocati.

Effettivamente ricordo qualche titolo sui giornali un paio di anni fa sulla situazione di contaminazione dei canali fucensi, concentrati sulle ordinanze che, dopo anni d’ignavia nonostante la Salmonella fosse stata riscontrata da tempo, alcuni Sindaci avevano emesso per vietare l’uso delle acque dei canali per l’irrigazione. Una manifestazione di agricoltori chiedeva l’immediata entrata in funzione del depuratore di Avezzano. Qualcuno minacciò anche di immolarsi precipitando in volo dai balconi del municipio del capoluogo marsicano. Anche in quel caso sarebbe tutto finito in gloria, ne siamo sicuri, ma non ce n’è stato bisogno, in quanto il proposito aveva solo una finalità dimostrativa. Una fiammata, spentasi con la stessa velocità con cui aveva preso vigore. Qualche giorno. Nel frattempo, e ne sono stato testimone diretto, bastava andare nei campi per osservare immani pompe intente a spruzzare senza sosta sui campi e sui famosi ortaggi un bell’aerosol alla Salmonella (e, aggiungerei, all’Escherichia coli, altro batterio patogeno indicatore di contaminazione fecale recentemente balzato agli onori delle cronache perché un ceppo isolato negli Stati Uniti si è dimostrato invincibile rispetto a qualsiasi antibiotico esistente in commercio).

Spentosi tristemente l’accenno di rivolta, abbandonato il proposito di immolarsi per la causa, scomparsi i titoli, cosa è rimasto? La Salmonella accompagnata dall’Escherichia coli!

Qual è l’origine della contaminazione? Abbiamo indizi oppure, meglio, prove? Come i salmoni risalgono i fiumi, dobbiamo risalire il corso d’acqua fino ai depuratori. Basta leggere i referti delle analisi dell’ARTA sugli scarichi degli impianti dove convergono (o dovrebbero convergere visto che, narrano le locali leggende, alcune decine di migliaia di utenze non hanno il servizio della depurazione; “Merde“!  avrebbe detto il generale Cambronne) le nostre feci e la nostra urina per farsi un’idea della provenienza del pericoloso microrganismo. Una piccola digressione, utile a comprendere il clima amministrativo che in Abruzzo favorisce l’insorgere e il fastidioso permanere di tutti quei problemi che lo attanagliano. Dal 2008, grazie ad una norma ideata dal sottoscritto e inserita da un volenteroso consiglio regionale in una legge, l’ARTA sarebbe obbligata a pubblicare periodicamente i risultati dei controlli ai depuratori. In realtà una legge pleonastica, in quanto c’è un Decreto legislativo, sconosciuto ai più, il 195 del 2005, undici anni or sono, che obbliga tutti gli enti, dal più piccolo Comune al più grande ministero, a pubblicare periodicamente sul proprio sito WEB i dati ambientali in suo possesso. Melius abundare quam deficere, pensai. Ovviamente l’ARTA si guardava bene dall’ottemperare agli obblighi di due leggi. Fosse stata una, bene, ma due proprio no!

Dopo qualche decina di comunicati stampa e qualche lettera questo fastidio di dare qualche chance ai cittadini di informarsi, è stato assolto dall’agenzia ambientale regionale e ora trovate i dati sul sito. Il problema, dunque, si sposta tra i cittadini. Oltre a perseguire padre Cosmas per le sue “malepensate” gli indignados fucensi si periteranno di consultarli? Scusate se sono franco e forse sferzante ma in questo paese quanti si lamentano e quanti fanno?

Uno potrà rispondermi che è questione di precauzioni, visto che leggere questi dati dà il voltastomaco anche senza prendersi la Salmonella.

In ogni caso, vi conduco io per i dati del primo trimestre 2016 degli impianti fucensi e se vi susciterò una sana serie di conati di vomito fate causa ai vostri comuni che, come vedremo, sono causa dei vostri mali.

Prendiamo Depuratore Trasacco Strada 36. Controllo del 10 marzo 2016. Salmonella: presente. Ah, beh!

Escherichia coli: 550.000 UFC/100ml. E’ tanto o è poco 550.000 (cinquecentocinquantamila)? Intanto spieghiamo l’unità di misura. UFC sta per Unità Formanti Colonia. Praticamente si pone su una piastra il campione di acqua e dopo un tempo prestabilito si contano quante colonie di batteri si stanno formando.

Torniamo alla domanda: 550.000 colonie sono tante o sono poche? Basterà dirvi che il Limite di legge consigliato per uno scarico è 5.000 (cinquemila), quindi il 10 marzo a Trasacco il depuratore scaricava 110 volte i limiti di legge.

Passiamo a Capistrello, depuratore in località Cupone. 7 marzo 2016. Salmonella: presente. Escherichia coli: 3.500.000 (tre milioni cinquecentomila), cioè 700 (settecento) volte il limite consigliato.

Collelongo. Salmonella: assente. Escherichia coli? Solo 17.000, poco più di tre volte il limite. Se fossi un compaesano degli illustri personaggi originari della Vallelonga sarei inquieto per dati così bassi, seppur superiori ai limiti, sfigurando nel confronto con altri centri marsicani. Rimandati al prossimo controllo!

Cerchio, patria anch’essa di illustri personaggi. Non abbiamo dati per il 2016, ci accontentiamo di un controllo del 2015 con 110.000 Escherichia coli, 55 volte i limiti di legge, l’8 luglio 2015.

E Avezzano? Non possiamo tralasciare il più popoloso centro di questo angolo d’Abruzzo. A leggere i dati del primo trimestre 2016 parrebbe un’oasi di purezza. Le minacce di involarsi e le riottose grida di qualche anno or sono saranno state efficaci, pur nella loro transitorietà? Purtroppo andiamo ai dati del 2015, perché queste faccende devono essere viste nella giusta prospettiva senza rincorrere l’ultima analisi ma verificando la serie dei dati. 8 ottobre 2015, depuratore di Avezzano Capoluogo. Escherichia coli: 380.000 UFC/100 ml, 78 volte il limite. Mica male… La Salmonella? Non cercata. Ma come? Vabbè, sempre a lamentarvi!

Comunque vi porterà sollievo sapere che nel vicino depuratore di Avezzano Paterno la ricerca il 28 luglio l’hanno fatta e…l’hanno trovata.

Potremmo continuare ma non voglio tediarvi, anche perché avrete ormai capito cosa scorre nelle acque dei canali fucensi e nei fiumi marsicani e con che cosa gli agricoltori sono costretti a spruzzare su carote, cavoli e patate.

Il bello è che i fucensi non sanno che nella bolletta che pagano diligentemente, circa il 30% va alla depurazione…

Poiché non sfuggiranno le potenziali conseguenze non tanto sulla salute dei marsicani, che poco pare importare ai più, quanto sulla vendita dei prodotti fucensi qualora scoppi qualcosa di veramente serio (avete presente l’ultima puntata di Report?) con qualche ripercussione sulla disponibilità di denaro da spendere in pranzi per le cresime e i vestiti dei padrini, cosa si aspetta a creare un comitato “pro-depurazione” in ogni centro marsicano? Frotte di cittadini armati di pazienza a consultare carte e tabelle, a informarsi e catechizzare non per salmodiare ma per manifestare, a iniziare a incalzare enti e amministrazioni e chiamare la stampa oltre al Martello del Fucino (che sicuramente è pronto a darvi ospitalità dopo questo articolo). All’occorrenza, ma solo all’ultima spiaggia, armati di forcone d’ordinanza per punzecchiare gli amministratori? Vorrei ricordare che la depurazione fa parte del cosiddetto Servizio Idrico Integrato, assieme alla captazione e alla distribuzione dell’acqua potabile. Questo servizio è gestito dalla società CAM, di proprietà dei comuni marsicani. Pertanto tutti i sindaci siedono come soci nell’assemblea che decide le sorti della società, votando (rectius, spartendosi) i consiglieri di amministrazione e vagliando i bilanci sociali.

Non servono fiammate che sfiammano ma impegno costante per anni, consapevolezza diffusa, incontri informativi in ogni contrada. “Vasto programma” avrebbe chiosato De Gaulle.

Oppure, in alternativa, invece di questo sfiancante impegno, una volta riappacificati con Padre Cosmas, votarsi ai santi intonando salmi.

Tanto tutte le salmonelle, insieme a qualche cristiano, pace all’anima sua, finiranno sempre in gloria

Augusto De Sanctis

Tratto da: “Il Martello del Fucino” numero 2016- 8 [ SCARICA PDF ]

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