Inchiesta Tagliacozzo – Superteste della Procura Gargano non supera nemmeno l’esame del Pm

Redazione
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di Angelo Venti e Claudio Abruzzo

Doppio colpo di scena nella prima udienza dibattimentale dell’inchiesta “Marsica Mani Pulite”. Incalzato dalle domande del procuratore Andrea Padalino, vacilla la credibilità residua del superteste della Procura Alfonso Gargano, sulle cui denunce poggiava l’operazione che nel 2016 portò ai clamorosi arresti di Tagliacozzo. Acquisita agli atti del processo anche una esplosiva intercettazione ambientale tra il sindaco Maurizio Di Marco Testa e un giornalista, che riporta all’attenzione il delicato rapporto tra inquirenti e stampa.

L’udienza collegiale si è tenuta davanti al presidente Zaira Secchi, giudici a latere Marianna Minotti e Maurizio Sacco. Presenti in aula gli imputati Di Marco Testa (avv. Roberto Verdecchia), Giampaolo Torrelli (avv. Vittoriano Frigioni ed Evelina Torrelli), Angelo Di Marco (avv. Giovanna Mirelli), Giancarlo Bonifaci, Angelo Poggiogalle (avv. Paolo Fusella), Maurizio Palmeggiani (avv. Ernico Orlandi), Luigi e Antonio Mastroddi (avv. Carlo Ricci e Mirko Salvati), accusati a vario titolo per reati che vanno dalla concussione alla turbativa d’asta e alla turbata libertà degli incanti.

Operazione “Marsica Mani Pulite”

Ad avviare le indagini su presunti appalti truccati, sono i carabinieri della compagnia di Tagliacozzo guidati dal capitano Edoardo Commandè: a coordinarli prima il sostituto procuratore Roberto Savelli e poi il Procuratore capo Andrea Padalino. Nel marzo 2016 il Gip Maria Proia dispone la custodia in carcere per il sindaco Di Marco Testa e gli arresti domiciliari per Carlo Tellone, Gianpaolo Torrelli e Venturini Gabriele. Nei confronti di Angelo Di Marco, Giancarlo Bonifaci, Maurizio Palmeggiani, Alessandro Di Michele e Mauro Volpe, la misura temporanea del divieto di esercitare l’attività di impresa. Il contenuto dell’ordinanza – nella forma e nella sostanza – nell’aprile 2016 viene pesantemente censurato al Riesame.

La fase preliminare del processo

Il Gup Anna Carla Mastelli taglia quasi tutti i capi d’imputazione. Ad uscire dal processo con una dichiarazione di non luogo a procedere perché il fatto non sussiste sono l’assessore Gabriele Venturini (avv. Franco Colucci e Alessandro Fanelli) e gli imprenditori Alessandro Di Michele (avv. Herbert Simone e Chiara Tozzoli) e Mauro Volpe. L’architetto Carlo Tellone (avv. Antonio Milo) – che ha scelto il rito abbreviato – viene invece condannato dal Gup a due anni e 8 mesi di reclusione per concussione e tentativo di turbativa: la difesa ha preannunciato il ricorso in Appello contro la sentenza.

Il primo colpo di scena

A monopolizzare l’udienza dibattimentale di ieri è l’esame da parte del Pm del superteste della Procura, il sovraintendente della Polfer Alfonso Gargano, autore dell’esposto che ha dato il via all’inchiesta. Il prossimo 23 Aprile lo stesso Gargano dovrà rispondere alle domande degli avvocati difensori degli imputati e solo successivamente verranno ascoltati gli altri testi citati dal Pm, i geometri Fabio Barogi e Mario Labianca.

Alfonso Gargano

La testimonianza di Gargano è apparsa superficiale, imprecisa anche sulle date e costellata di tanti “non ricordo”. Le domande incalzanti del pm hanno contribuito ad evidenziare le troppe contraddizioni con quanto dichiarato da Gargano sia nelle denunce che nei vari Sit in procura. La sua testimonianza non è stata per nulla esaustiva, al punto che lo stesso Pm ha affermato nel corso dell’esame:

evidentemente lei non si ricorda molto bene… eppure nei verbali lei dà delle precisazioni puntuali, entrando bene nei particolari…“.

Gongolano gli avvocati della difesa

Un Gargano visibilmente confuso, che ha ripetutamente dichiarato di essere venuto a conoscenza dei dettagli di quanto prima denunciato … a seguito della “pubblicazione delle intercettazioni sui giornali”. In diverse occasioni ha chiesto addirittura di poter rileggere le deposizioni precedentemente rese, possibilità contestata dalla difesa e negata dal giudice. Chiosa l’avvocato Verdecchia:

Come rappresentante delle forze dell’ordine, Gargano avrebbe dovuto comunicare al suo comando tutto quello che sarebbe accaduto nei suoi confronti dal 2011 al 2015, stando a quanto riportato dallo stesso nel processo. La seconda riflessione che emerge riguarda le contraddizioni rilevate già in questa sede da parte del Pm che ha dovuto procedere a non meno – così abbiamo contato sino ad oggi – di 11/12 contestazioni di ‘non ricordo’. Aspetteremo il 23 Aprile per sottoporre Gargano alle domande delle difese. Il processo va avanti, ci sono anche ulteriori prove: vedremo se tutti i testi di riferimento del Gargano, sollecitati dal pubblico ministero, verranno a confermare quelle circostanze.

Il secondo colpo di scena

Nel corso dell’udienza l’avv. Verdecchia ha richiesto e ottenuto l’acquisizione agli atti del procedimento di un’intercettazione ambientale del 30 ottobre 2015, relativa a un dialogo tra il suo assistito e il giornalista del quotidiano “Il Centro”, Pietro Guida. Sul punto Verdecchia precisa:

“Questa è una intercettazione che la dice lunga sulla diamantinità delle indagini così come svolte all’epoca dei fatti“.

Pubblichiamo di seguito uno stralcio della trascrizione della intercettazione ambientale del dialogo tra Maurizio Di Marco Testa e il giornalista del quotidiano “Il centro”, Pietro Guida.

Nel dialogo i due commentano la inspiegabile e costante presenza della stampa ai ripetuti accessi dei carabinieri negli uffici del Municipio per l’acquisizione di documenti, con il giornalista Pietro Guida che cerca giustamente di scoprire l’identità della Gola profonda che dall’interno dell’Arma avverte in anticipo la testata concorrente delle varie operazioni.

L’intercettazione è stata raccolta dai carabinieri il 30 ottobre 2015. La trascrizione originale è di 8 pagine.

Stralcio dell’intercettazione ambientale del 30 ottobre 2015

NOTA DELLA REDAZIONE

La trascrizione originale dell’intercettazione è preceduta da una introduzione in cui i Carabinieri operanti esprimono arbitrariamente dei loro giudizi offensivi – che omettiamo di riportare – sulla professionalità del giornalista.

La redazione di site.it condanna l’inqualificabile comportamento di questi pubblici ufficiali ed esprime tutta la propria solidarietà al collega Pietro Guida per le offese ingiustamente subite.

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