73. LA RIFORMA AGRARIA NEL FUCINO – artigiani: il calzolaio

Antonino Petrucci
Antonino Petrucci
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I ciabattini, un po’ come tutti gli artigiani, di frequente erano persone con un grado d’istruzione sopra alla media tanto che, all’inizio del secolo scorso quando la licenza elementare divenne obbligatoria, in mancanza di maestri, si faceva ricorso anche a loro e ad altre categorie di artigiani. Spesso erano provetti musicisti e maestri a loro volta di musica, si deve a loro e altri la nascita di bande musicali. Il calzolaio (o ciabattino) è un artigiano che realizza e ripara scarpe ed accessori quali borse, cinture ed abbigliamento in pelle. Il lavoro dei calzolai è per lo più concentrato nella riparazione. Si va dalla sostituzione del soprattacco fino alla risuolatura completa in cuoio e, grazie alle nuove tecniche d’incollaggio, la sostituzione dei fondi completi delle scarpe da trekking (scarponi da montagna) e delle calzature di tutti i giorni che hanno un fondo di gomma. Il termine calzoleria, riferito all’arte del calzolaio e al luogo dove lavora, si utilizza anche per indicare il negozio dove si vendono scarpe.

Le prime corporazioni di persone che esercitavano questo mestiere sorsero nel Medioevo e San Crispino divenne il loro santo patrono. Ovviamente la realizzazione di una scarpa richiedeva numerose competenze tecniche da parte di un artigiano, dalla cui abilità dipendeva la qualità del prodotto finale. Tuttavia negli anni 1950 si sviluppò la produzione meccanizzata delle calzature, che comportò un ingente riduzione di tempo e costi produttivi, mettendo inevitabilmente in crisi i produttori artigianali.

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Laureatosi in architettura presso l’Università La Sapienza di Roma, ha esercitato la professione di architetto per circa trent’anni, oggi insegna alla Scuola Secondaria di Primo Grado presso l’Istituto Comprensivo GIOVANNI XXIII-VIVENZA di Avezzano. Appassionato di storia recente e di politica, è autore di uno studio sulla Riforma Agraria del Fucino, che si articola in 167 tra capitoli e sottocapitoli, pubblicata sui gruppi Facebook “Ortucchio in parole e immagini” e “Luco, ieri e oggi”.