NAZARIO SAURO a Cese

Antonino Petrucci
Antonino Petrucci
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Nazario Sauro fu tra i primi a portare soccorso nella Marsica martoriata dal terremoto del 13 gennaio 1915, insieme con altri commilitoni della Legione Mestre. L’irredente istriano, per non servire l’Austria, si era arruolato nella marina militare italiana con il grado di tenente di vascello. Nacque a Capodistria il 20 settembre 1880 e morì a Pola il 10 agosto del 1916, impiccato per ordine del governo austriaco con l’accusa di alto tradimento. Fu tra i massimi esponenti dell’irredentismo italiano insieme al trentino Cesare Battisti, anche lui giustiziato con le stesse motivazioni e modalità.

Passando per Ancona, dove con alcuni camion caricarono materiali di soccorso: viveri, attrezzature varie e generi di conforto, arrivò ad Avezzano due giorni dopo il terremoto e gli fu chiesto di recarsi a Cese ancora non raggiunta dai soccorsi. La foto di copertina lo ritrae intento a cucinare con altri due compagni, occupazione principale cui si era dedicato nella settimana di permanenza a Cese dopo la ricerca e il salvataggio dei superstiti, tra i quali anche due bambini, e il soccorso dei feriti avvenuti nei primi due giorni. Numerose le testimonianze della bontà del lavoro svolto dagli istriani e in particolare da Nazario Sauro che si adoperò in tutti modi: procurando cibo, costruendo tre baracche con legno recuperato che furono per questo motivo chiamate Trento, Trieste e Istria. Avvalendosi della buona capacità di costruttore navale e carpentiere, sulle rovine della chiesa, costruì un altare in legno che consentì ai superstiti e agli stessi soccorritori di seguire le funzioni religiose.

In occasione della Settimana Marsicana ad Avezzano nel Parco Torlonia, svoltasi nei primi giorni d’Agosto 2016, tra le tante iniziative fu presentato il libro – NAZARIO SAURO STORIA DI UN MARINAIO scritto dal nipote ammiraglio in pensione Romano Sauro insieme al figlio Francesco.

Ricordo che il racconto dell’autore fu avvincente, emozionante e commovente, tra l’altro con alcuni colpi di scena: – la presenza in sala di un nipote di Nello salvato dalle macerie del terremoto proprio dal martire istriano; – la donazione al Comune di Avezzano della foto originale con la dedica del ministro Giovanni Giuriati alla famiglia Sauro nel 1920 che è la stessa riprodotta ingrandita in copertina; – il libricino di Primo Guadagno “VEDO – PENSO – SCRIVO”, ritrovato tra le macerie dall’eroe istriano e donato anch’esso al Comune di Avezzano, ora fa bella mostra nella chiesa di Santa Maria a Cese, dono che Romano Sauro ha voluto fare alla cittadinanza cesense nella ricorrenza dei 100 anni del terremoto della Marsica.

Nel viaggio di ritorno Nazario Sauro e compagni fecero tappa a Roma e in attesa di prendere il treno per Venezia, si rifocillarono alla trattoria “Madonna dei Monti” proprio nel rione Monti. Prima ancora che la guerra finisse il Comune Capitolino volle ricordare, in data 20 settembre 1918, questa sosta con un’epigrafe di marmo collocata su Via dei Serpenti, che così recita: “NAZARIO SAURO reduce con i compagni irredenti dalla pietosa campagna di Avezzano qui ospite degli amici romani il 22 gennaio 1915 da questo fraterno convegno muoveva eroe-martire al sacrificio della vita per la salvezza e per la gloria della dolce patria italiana 20 settembre 1918”. L’opera riporta in fondo un bassorilievo che raffigura una nave romana munita di rostro, simbolo di vittoria e della potenza navale dell’antica Roma.

In ricordo dei soccorsi prestati anche il Comune di Avezzano dedicò una targa lapidea a Nazario Sauro collocata di fianco all’ingresso principale del Municipio di Avezzano dove si legge: <<NAZARIO SAURO, seguendo l’impulso dell’anima sua generosa, accorse fra i primi con i volenterosi compagni di fede sulle rovine della distrutta Avezzano, portando aiuto e conforto nel tristo evento ai superstiti>>.

La targa fu inaugurata l’8 febbraio 1931

Il Comune di Avezzano ha dedicato una strada a Nazario Sauro quella che collega Via Anna Maria Torlonia con Via Giuseppe Garibaldi, tangente la parte posteriore della cattedrale.

Via Nazario Sauro

Dopo la fine del conflitto mondiale il Ministro degli Interni On. Orlando, inviò alla vedova di Nazario Sauro, una medaglia d’argento per l’opera da lui prestata in quei drammatici e tragici giorni, con le seguenti motivazioni:”Fra una generosa squadra di istriani accorsa a recar conforto e aiuto ai derelitti del territorio marsicano c’era Nazario Sauro che si mostrò tra gli organizzatori altrettanto efficace nell’opera, quanto animato di cuore. Il Governo ha conferito alla memoria di Lui la medaglia d’argento, ed io ne do notizia a Lei con commozione rinnovata e intensa. Questo episodio di fraterna carità che non deve restare ignorato aggiunge nuova luce di gloria e accende fiamma d’affetto per l’Eroe che seppe amare l’Italia fino al martirio”. La vedova, Caterina Steffè detta Nina, rispose: <<Ringrazio commossa Vostra Eccellenza per l’onore fattomi comunicandomi la distinzione accordata alla memoria di chi, con generoso atto di carità verso i fratelli, si preparò all’olocausto sublime per la patria sua. Valga a confortarmi il ricordo dell’anima forte e buona e sia esempio luminoso ai nostri figli per divenire degni di lui!>>.

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Laureatosi in architettura presso l’Università La Sapienza di Roma, ha esercitato la professione di architetto per circa trent’anni, oggi insegna alla Scuola Secondaria di Primo Grado presso l’Istituto Comprensivo GIOVANNI XXIII-VIVENZA di Avezzano. Appassionato di storia recente e di politica, è autore di uno studio sulla Riforma Agraria del Fucino, che si articola in 167 tra capitoli e sottocapitoli, pubblicata sui gruppi Facebook “Ortucchio in parole e immagini” e “Luco, ieri e oggi”.