Durante il secondo conflitto mondiale il campo fu riaperto fino alla data dell’armistizio dell’8 settembre 1943, quando i prigionieri allora internati, circa tremila e cinquecento in maggioranza di nazionalità indiana, fuggirono per la mancanza del servizio di sorveglianza. Il campo era stato allestito all’inizio del conflitto nel settore nord-ovest ai margini del “Bosco dell’Impero”, una pineta piantumata dai prigionieri della prima guerra, e ospitò un massimo di quattromila prigionieri alla fine del 1942; si trattava di soldati inglesi, indiani, francesi-degaullisti, sudafricani, neozelandesi, canadesi, ciprioti e mediorientali.
Dopo l’armistizio il campo fu occupato da reparti tedeschi che l’adibirono a deposito di materiale bellico fino al marzo del 1944 quando, ormai in fase di ritirata, i soldati tedeschi demolirono le baracche e trasportarono via il materiale di risulta. Ulteriori danni alle strutture superstiti del campo furono causati dai bombardamenti aerei che la città di Avezzano subì nel maggio del 1944.
Durante uno dei tanti bombardamenti perse la vita anche un soldato tedesco, così come si evince da questo documento.
Le incursioni aeree degli Alleati sulla città di Avezzano iniziarono già nel novembre 1943 e si intensificarono nei mesi successivi, per l’inasprirsi delle attività belliche. Avezzano era un importante nodo stradale e ferroviario, inoltre a Massa d’Albe c’era l’alto comando tedesco per il fronte sud. I bombardamenti del 21, 22 e 23 maggio 1944 furono i più distruttivi per la città, non solo per i danni causati al patrimonio edilizio, ma soprattutto perché morirono 40 persone e 200 furono i feriti (Rosini Antonio, Otto mesi di ferro e fuoco, Grafiche Di Censo, Avezzano, 1994).
Si ringrazia per la traduzione del “Ricordino” la prof.ssa Antonella D’Avolio
Riferimenti bibliografici:
- Lodovico Tavernini “Prigionieri austro-ungarici nei campi di concentramento italiani 1915-1920”
- arch. Clara Antonia Cipriani “Il Campo di concentramento di Avezzano. L’istituzione di un campo di prigionieri di guerra austro-ungarici e la nascita della “Legione Romena d’Italia” ad Avezzano” in – Avezzano, la Marsica e il circondario a cento anni dal sisma del 1915 di Simonetta Ciranna e Patrizia Montuori –
- Prigionieri di guerra ad Avezzano – “Il campo di concentramento. Memorie da salvare” di Enzo Maccallini e Lucio Losardo
- Le foto sono tratte dal web