4.   IL CAMPO DI CONCENTRAMENTO DI AVEZZANO P.G.91: il villino Cimarosa

Antonino Petrucci
Antonino Petrucci
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L’edificio, uno dei pochi costruiti all’esterno del recinto campo, è stato realizzato con una tecnica costruttiva mista di muratura e legno: la struttura portante è in c.a. con i solai in latero-cemento e i muri di tamponamento in laterizio; si sviluppa su tre livelli di cui il piano rialzato è il più ampio ed è impostato su un alto zoccolo in pietra concia.

Caratteristica la loggetta al primo piano con struttura lignea e torretta ricavata nel sottotetto sempre in legno ( attualmente inesistente in quanto è stata smontata per pericolo crollo). L’edificio denominato “Villino Cimarosa” è stato adibito anche ad abitazione per le truppe, ad asilo infantile e ad altri usi durante il periodo tra le due guerre, con conseguenti interventi di ampliamento che ne hanno trasformato l’aspetto esteriore originario; dal febbraio 2007 è sottoposto a tutela monumentale in quanto ritenuto d’interesse storico-architettonico.

Riferimenti bibliografici:

  • Lodovico Tavernini “Prigionieri austro-ungarici nei campi di concentramento italiani 1915-1920”
  • arch. Clara Antonia Cipriani “Il Campo di concentramento di Avezzano. L’istituzione di un campo di prigionieri di guerra austro-ungarici e la nascita della “Legione Romena d’Italia” ad Avezzano” in Avezzano, la Marsica e il circondario a cento anni dal sisma del 1915 di Simonetta Ciranna e Patrizia Montuori
  • Prigionieri di guerra ad Avezzano – “Il campo di concentramento. Memorie da salvare” di Enzo Maccallini e Lucio Losardo
  • Le fotografie sono tratte dal web
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Laureatosi in architettura presso l’Università La Sapienza di Roma, ha esercitato la professione di architetto per circa trent’anni, oggi insegna alla Scuola Secondaria di Primo Grado presso l’Istituto Comprensivo GIOVANNI XXIII-VIVENZA di Avezzano. Appassionato di storia recente e di politica, è autore di uno studio sulla Riforma Agraria del Fucino, che si articola in 167 tra capitoli e sottocapitoli, pubblicata sui gruppi Facebook “Ortucchio in parole e immagini” e “Luco, ieri e oggi”.