Pensioni indebite – Mascitelli assolto dall'accusa di truffa

Claudio Abruzzo
Claudio Abruzzo
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Il giudice Marianna Minotti ha assolto Guglielmo Mascitelli ritendo le prove fornite dagli inquirenti insufficienti a sostenere nei suoi confronti l’accusa di truffa, accogliendo di fatto la richiesta di archiviazione avanzata durante l’udienza odierna dallo stesso Pm Andrea Padalino Morichini.

La truffa, quindi, per il Tribunale di Avezzano “non sussiste“. Almeno non da parte del Mascitelli. Ciò nonostante sull’intera vicenda giudiziaria restano molti dubbi, emersi nel corso del procedimento e rimasti invece senza risposta.

L’udienza

Il Procuratore Padalino, che aveva ereditato il procedimento dal Pm Roberto Savelli, durante la sua requisitoria ha parlato esplicitamente di scelte sbagliate nelle conduzione delle indagini e in particolare nella scelta dei capi d’accusa:

Questo processo non doveva partire con la contestazione del reato di truffa, ma doveva indirizzarsi all’individuazione di eventuali fatti corruttivi delle commissioni mediche che hanno rilasciato l’indennità di accompagnamento”.

Ma così non è stato.

Un errore iniziale del sostituto procuratore Roberto Savelli nella formulazione del capo d’accusa, con l’errore conseguente nella individuazione dei presunti responsabili, quindi. Dubbi che avevamo già espresso QUI.

Secondo quanto emerso nelle indagini della Procura, comunque, le due commissioni mediche che avevano valutato la posizione del Mascitelli si sarebbero basate esclusivamente su un unico certificato redatto dalla dott.ssa Lechiara del Centro Uva di Pescina. La specialista in geriatria attestava che Mascitelli fosse affetto da seri problemi psichici e neurologici, morbo di Parkinson e altre gravissime patologie che gli impedivano di condurre una vita normale ed autonoma. Un solo certificato, quindi.

A confermare questa tesi in aula Domenico Del Signore, maresciallo della Guardia di finanza di Avezzano che ha partecipato alle indagini e che per questo ieri è stato ascoltato come teste:

Non c’è alcun esame strumentale che attesti queste patologie, mentre invece negli anni 2010-2011-2012 esistono una vasta gamma di certificati strumentali che invece certificavano il buono stato di salute dell’indagato, grazie ai quali gli era stata rinnovata anche la patente di guida“.

I militari delle Fiamme gialle, dopo una lunga serie di pedinamenti, avevano prodotto anche dei video che documentavano che il Mascitelli svolgeva le comuni attività quotidiane come mettere l’acqua per la pasta, giocare a carte, annaffiare il giardino. In particolare, in alcuni video l’imputato viene immortalato alla guida di un autoveicolo elettrico in giro per Gioia dei Marsi, comune di residenza. Guarda il video:

E’ intervenuto in udienza anche il legale dell’Inps, costituitasi parte civile nel processo:

Tutta l’indagine si è basata sulla costatazione di un’azione simulatoria da parte dell’indagato perché se una persona era in grado di fare le cose che si vedono nei video, è evidente che ha simulato quella che è la condizione patologica legittimante l’indennità di accompagnamento, creando notevoli danni all’istituto previdenziale percependo delle somme indebite“.

Alla parte civile ha ribattuto prontamente Valentini, avvocato della difesa:

Il mio assistito è stato esaminato anche da medici dell’inps, per cui cambiate medici dell’istituto, così non si sprecano i soldi nostri!”.

Tra le prove raccolte dagli inquirenti anche una intercettazione di una conversazione tra Mascitelli, la figlia Tiziana e il genero Arnaldo Aratari, nella quale i due coniugi istruivano l’anziano su come comportarsi durante la visita medico legale davanti al CTU nominato dal Giudice, consigliandogli di simulare un maggiore tremore da Parkinson, evitare di mettere la dentiera e sospendendere i farmaci per alcuni giorni prima della visita medico legale.

L’ombra di Aratari

Anche il Procuratore Andrea Padalino, nonostante sul faldone dell’inchiesta ci sia scritto Mascitelli, sembra leggere invece Aratari. A far sorgere il sospetto questo scambio di battute avvenuto ieri in udienza.

Antonio Valentini, legale dell’imputato Mascitelli, aveva tuonato in aula:

“Voglio tutti i medici delle Commissioni, vanno tutti sotto processo!

Secca la risposta del Pm Padalino, che all’avvocato difensore consiglia:

Tenga conto del rischio che può comportare l’esame di questi testi“.

Il Pm, pur chiedendo il proscioglimento per il reato contestato, non risparmia comunque pesanti giudizi nei confronti dei familiari dell’imputato presenti in aula, i coniugi Aratari:

Una famiglia che ha eletto a sistema la falsità verbale e documentale come regola di vita. Ci sono elementi fondanti per ritenere che il Mascitelli sia stato guidato in questa vicenda: qui si doveva indagare su stretti congiunti dell’indagato“.

Ma anche su questo punto, non è andata così.

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