Parco Axantium: altri mille posti di lavoro

Redazione
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f-x-toto1.jpgVenghino signori, venghino a vedere”.
Dopo la Clinica del futuro a Pescina, il Centro turistico spaziale a Celano e il Porticciolo turistico sulle sponde del Fucino ad Avezzano, una nuova pioggia di soldi starebbe per arrivare nella Marsica. Questa volta i comuni baciati dalla dea Fortuna sono Sante Marie, Tagliacozzo e, forse, Scurcola e Magliano
.
Il primo a divulgare questa bella notizia è stato un noto quotidiano regionale che titolava: “Tagliacozzo. Spesa prevista 20 miloni di euro. Occuperà molte persone. Un mega-parco per promuovere il turismo”.
Nell’articolo si snocciolavano anche i dati sul faraonico progetto: l’area interessata per realizzare il Parco turistico Axantium (definito Stato indipendente del tempo libero) è di 500 ettari; sono previste attrazioni, strutture turistico-ricettive e commerciali; la società consortile assicurerà fino a “mille posti di lavoro” e infine si dice che i visitatori previsti sono “circa 2-5 milioni all’anno, dei quali 1-3 milioni di ingressi paganti al Parco”[!].
Nell’articolo non è indicato il prezzo del biglietto d’ingresso, ma da una semplice divisione si ricava una presenza massima di quasi 13.700 turisti al giorno (di cui ben 8.219 paganti) per 365 giorni all’anno!
Per saperne di più, ci siamo letti qualche carta sull’Axantium Park, tra cui il Piano di azione e qualche bozza di delibere e scritture private in circolazione a Tagliacozzo.
La proposta esiste realmente ma ad avanzarla non è una società, bensì un ”comitato”.
Il concept è decisamente visionario. Si legge nel Piano di azione: “l’accesso ad Axantium avviene attraversando grandi portali, “le porte degli angeli”, dalle quali dipartono altrettante vie che, attraverso boschi e vallate, conducono nella Città degli Angeli, luogo magico ed evocativo, approdo celeste, punto privilegiato di osservazione del cosmo”.
Più concreto il passaggio successivo: “Il territorio messo a disposizione dai comuni di Tagliacozzo e Sante Marie, è di 500 ettari…”
Si elencano poi le opere proposte (e realizzate, ma da altri, in varie parti del mondo), solo che, anche a naso, le cifre necessarie dovrebbero essere di molto superiori ai 20 milioni preventivati: si parla anche di recupero urbanistico delle frazioni, sfruttamento delle energie rinnovabili, viabilità, parcheggi e via dicendo.
Per la mobilità  è prevista persino una ferrovia che dovrebbe collegare le varie frazioni: malgrado le forti pendenze, dovrebbe funzionare con una “locomotiva a vapore” addobbata con tre cavalli alati [!].
La fantasia dei progettisti sembra non avere limiti: nel documento si legge che “in coerenza con lo spirito naturalistico e avventuroso del parco, il sistema di mobilità potrà essere integrato da carrozze trainate da cavalli e muli, sullo stile delle diligenze, nonché da sistemi di mobilità individuali quali biciclette, asini, cavalli, pedicap ecc.”
E, aggiungiamo noi, dovrebbero spostare fino a 8mila visitatori paganti al giorno!
Il Comitato proponente ipotizza che sono necessari per realizzare l’intero progetto circa 18,6 milioni di euro, di cui 4,4 a carico del consorzio (ancora da costituire!), 13,7 dei partner (non indicati!) e solo 457mila euro a carico dei Comuni. Si scrive anche che il 25% dei fondi sono reperibili con l’autofinanziamento, il 25% con finanziamenti pubblici, il 50% con la contrazione di debiti.
Non viene mai indicato chi dovrebbe metterci i soldi e soprattutto perché.
Alcuni cittadini, con l’aria di chi è bene informato, ci hanno detto che “dietro il progetto ci sono i soldi del costruttore Caltagirone”; altri più smaliziati azzardano che il pagamento delle opere potrebbe avvenire in contanti, con i gettoni da lunapark.
Effettivamente, nel Piano di azione presentato dal comitato – a pagina 15 – si ipotizza addirittura “una moneta coniata ad Axantium da utilizzare anche come pagamento di prodotti e servizi all’interno del parco”. Auguri.
Angelo Venti

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