Avezzano – Piazza Risorgimento, la grande rimozione

Giuseppe Pantaleo
Giuseppe Pantaleo
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(Una premessa). Fase 2 del Covid-19, come se ne sta parlando ad Avezzano? In modo insoddisfacente secondo me; non sta andando come nelle maggiori città italiane, prevedibilmente ma neanche come quelle vicine poco più grandi (L’Aquila) o più piccole (Sulmona).

Riprendo ora la questione delle panchine da spostare in piazza Risorgimento: com’è stata trattata la vicenda? Immagino sia partita da Facebook per finire nelle testate giornalistiche locali. Tutte? No, neanche dopo il suo annuncio sul Centro, la testata che orienta l’opinione pubblica locale. Eppure quel luogo è un argomento che tira. (Le testate on-line vivacchiano di clickbaiting). Invece, ‘Tacere bisognava, e andare avanti!’. I commenti su Facebook, a quanto mi è stato riferito, erano in maggioranza contrari all’ipotesi di Mauro Passerotti. Immagino che agli occhi di determinate persone quella pensata passasse come un favoritismo, un’ingiustizia palese. Bisogna mettere in conto che una buona parte dei bar del posto rimane tuttora chiusa, per non parlare dei ristoranti; ci sarà da fare i conti con la distanza degli oltre quattro metri tra tavoli dopo il 18 maggio e sarà molto dura per tutti, soprattutto per chi ha investito più degli altri nella sua attività. (Ripeto dal pezzo precedente: sono messe peggio altre categorie di lavoratori).

La notizia ha preso a circolare ufficialmente dallo scorso 6 maggio – qualche indiscrezione era trapelata nei giorni precedenti.

Ho saputo di un «confronto con il commissario prefettizio di Avezzano» da parte di Tiziano Genovesi (Lega), in data 8 maggio (MarsicaLive). Il comunicato non è stringato e vi è spazio anche per un attacco al governo nazionale – immagino se la sarà fatta addosso per la paura il nostro presidente del Consiglio dei ministri. Non una parola, invece, sulle panchine eppure tale ipotesi è abbastanza allineata con le richieste del suo partito. Non una sillaba sul tema del giorno eppure i due soggetti si sono ritrovati di fronte, vis-à-vis: non era perciò più comoda, igienica – con i tempi che corrono – un’e-mail, un comunicato, una telefonata? (È presto per spiegare quest’altro arcano – per il sottoscritto si capisce).

In un simile frangente, Giovanni Di Pangrazio consiglia al commissario prefettizio di… chiudere al traffico motorizzato la strada che conduce al santuario di Pietraquaria per consentire di raggiungere in sicurezza quel posto ai fedeli – per partecipare alla messa del mattino, suppongo –, in occasione del «mese Mariano»; anche per «evitare assembramenti» (8 maggio). Mi capita di ricevere foto di gruppi di persone o di sbirciarle presso le testate on-line: gli europei si ammucchiano nelle piazze, negli slarghi, nei parchi e nei giardini più che per strada, come succede da diversi secoli. Ricordo che il mese mariano va dal 1° al 31 maggio; le celebrazioni riprenderanno il 18 p.v., con mascherina, guanti e ingressi contingentati.

Per Massimo Verrecchia (Fratelli d’Italia): «Sedersi momentaneamente su una panchina spostata di tre-quattro metri non è un dramma paragonabile a chi è senza stipendio, o entrate, da mesi» (8 maggio, presa da Facebook). Non si tratta solo di «tre-quattro metri» perché bisogna aggiungere alla distanza tra i tavoli anche quella tra essi e il flusso pedonale. Si ridurrebbe in modo rilevante, in tal caso, lo spazio per i pedoni nel luogo più frequentato della città. Ricordo anche la pista ciclabile del centro che passa proprio in quel tratto: non è essa abbastanza evidente all’uomo politico nonostante la segnaletica. («Massimo Verrecchia, […] più volte si è espresso contro la pista ciclabile invocandone la rimozione», MarsicaWeb 8 agosto 2018). Essa sarebbe spezzata in due a tempo (spero) determinato. Nelle nostre città vi sono delle parti intoccabili ma neanche sempre nella loro storia. In caso di bombardamento a tappeto o di terremoto di magnitudo superiore a 7.0 nessuno avrebbe da obiettare nel notare qualche superstite intento nel gioco del tresette nell’aula delle udienze, a copulare nella sala del consiglio comunale o a gozzovigliare dentro la Cattedrale dei Marsi. L’attuale situazione è davvero molto lontana dall’essere così grave, per nostra fortuna.

(In fine, l’angolo del buonumore). I runner locali lamentano l’erba troppo alta nella pineta nord – TerreMarsicane 8 maggio. Poi s’incontra questo: «Anche i proprietari di cani hanno espresso le loro preoccupazioni su potenziali animali e parassiti presenti nelle sterpaglie». Non devono proprio portarceli i cani in quel posto com’è scritto nei cartelli posti all’ingresso di quell’area).

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Lavoro come illustratore e grafico; ho scritto finora una quindicina di libri bizzarri riguardanti Avezzano (AQ). Il web è dal 2006, per me, una sorta di magazzino e di laboratorio per le mie pubblicazioni.