Avezzano – Amara sorpresa dopo l’abbattimento di un platano di via Lolli

Redazione
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In seguito al taglio di un platano sul marciapiede est di via Lolli in prossimità di piazza Torlonia, eseguito il 18 marzo 2024 da parte di una squadra di operai inviati dal comune, si è palesata la presenza molto diffusa dei sintomi di Ceratocystis platani all’interno del tronco della pianta recisa, facilmente riconoscibili dal colore rossastro del legno.

Il rischio di abbattimento degli altri platani

È necessario, una volta accertata la presenza del patogeno, operare un intervento tempestivo, come previsto dalla legge (DM 29 febbraio 2012 – link alla G.U.), che contempla una serie di misure per arginare la diffusione del focolaio e preservare, così, il patrimonio arboreo cittadino attraverso l’abbattimento degli alberi infetti e adiacenti, lo smaltimento come rifiuto speciale del materiale di risulta e una quarantena di anni per il collocamento di piante dello stesso genere. Tutto ciò si rende necessario soprattutto per impedire il propagarsi del fungo ai platani monumentali di Piazza Torlonia.

Il cosiddetto “cancro colorato” è una malattia che si sviluppa a carico degli organi legnosi dei platani per azione del fungo ascomicete Ceratocystis platani. La lotta obbligatoria al fungo in questione (in maniera analoga alla Xylella per gli ulivi) prevede anche l’intervento degli uffici fitosanitari pubblici per il controllo del corretto svolgimento delle operazioni di abbattimento e smaltimento a carico delle strutture di competenza.

L’albero in questione era particolarmente malmesso e la sua rimozione era stata prevista da tempo da parte dell’amministrazione – link – che, probabilmente, era anche a conoscenza della presenza del patogeno visto che la procedura è stata portata a termine rispettando le misure contemplate dalla legge con la messa in sicurezza del tronco e dei rami tagliati.

Date le condizioni in cui versano gli alberi del primo tratto di via Lolli è probabile che anche tutti gli altri platani siano contagiati per via del modo subdolo in cui il fungo si diffonde: per trasmettere la malattia è sufficiente che le radici delle piante infette vengano a contatto con quelle delle piante sane. Fra le cause di contagio c’è anche l’intervento umano che, attraverso l’operazione di potatura, può propagare le spore del fungo tramite gli strumenti adoperati per il taglio.

Le proteste ambientaliste

Non è la prima volta che ad Avezzano si scopre un’infezione di Ceratocystis: già qualche anno fa vennero abbattuti dei platani risultati infetti in occasione dei lavori di rifacimento di piazza del mercato. In quel frangente si sollevarono molte proteste da parte di alcuni cittadini contrari al taglio delle piante.

Storia del contagio

La prima apparizione documentata del patogeno risale ad un secolo fa in America quando sterminò circa i due terzi dei platani delle città della costa orientale. A metà degli anni cinquanta del secolo scorso il fungo, arrivato in Italia probabilmente durante la seconda guerra mondiale, distrusse l’alberatura monumentale della reggia di Caserta. Da allora in poi i contagi hanno prodotto devastazione non solo nella penisola ma in tutta Europa.

Ad oggi ancora non esiste una cura per il cancro colorato del platano, quindi la prevenzione e l’intervento tempestivo per bloccarne la diffusione sono fondamentali per la salvaguardia della foresta urbana.

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