Avezzano, altri inaspettati compari

Giuseppe Pantaleo
Giuseppe Pantaleo
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Proseguo il gioco del pezzo precedente. Negli ultimi mesi, ho evitato di scrivere su una vicenda – solo quella – riguardante il monte Salviano perché immaginavo che intervenissero persone più profilate, competenti e con maggiori legami con quel rilievo e la sua storia recente del sottoscritto; non è andata così, purtroppo.

Wikipedia trattando la Rng Monte Salviano pubblica una check-list. Nella zona sono presenti almeno uccelli come: poiana, grifone, gheppio e falco pellegrino. Per i mammiferi si aggirano: scoiattolo meridionale, istrice, gatto selvatico, cervo, capriolo, cinghiale, donnola, lepre, volpe e orso bruno marsicano. (Oso immaginare che tutta quella ciccia attragga anche qualche esemplare di Canis lupus italicus).

I cambiamenti nell’ambiente dell’ultimo periodo hanno portato a una proliferazione di selvatici soprattutto nelle zone interne, montuose: ve ne sono di più in circolazione e perciò essi cercano nuovi territori; ne girano di più rispetto a 20-30 anni fa. Di quando in quando, spuntano su internet dei video con animali che attraversano campi e radure, si avvicinano o penetrano nei paesi nutrendosi di rifiuti organici ecc. (Nei mesi passati, un paio di video riguardavano proprio la montagna «cara agli avezzanesi»). Come convivere con questo fenomeno destinato a durare? Non è semplice, ma vi sono dei comportamenti da evitare.

Il monte Salviano – anche il Cimarani –, è un posto di passaggio per svariati selvatici, da decenni. Ebbene, ad Avezzano è stata inaugurata su quel rilievo (Rng Monte Salviano) un’«aula verde didattica» nel 2021. Lo scorso 25 ottobre è stata perfino filmata un’orsa e tre cuccioli – la notizia è stata resa pubblica all’inizio di dicembre. Nonostante ciò, il 5 gennaio 2024 giunge notizia di un’«area giochi avventura» ancora sul monte Salviano; un mese e mezzo dopo è tutto più chiaro: si tratta di due aree – «Parco della Fauna», «Parco Avventura». Dopo tutte queste informazioni si continua ad antropizzare, a voler attrarre gente in una zona frequentata da selvatici, più di prima: è almeno strano o no? (Attirare avezzanesi; da anni si è rinunciato a rivolgersi al turismo «ambientale» italiano: erano meno sempliciotti di come uno se li immaginava). Quale scenario si prospetta ai nostri occhi: semplice conflitto? Come si svilupperà? È preferibile che quelle bestie continuino a frequentare quel territorio per la vita quotidiana, i loro movimenti o che si portino ai limiti, escano da quel corridoio e perciò vicino o addirittura, dentro i centri abitati? Tutto qua. Un consiglio da parte di qualche esperto, l’esperienza di qualche paese che vive una simile situazione prima della cittadina marsicana sarebbe utilissima.

La questione risiede essenzialmente nel fatto che l’attuale amministrazione comunale non riesce a discernere – per motivi che non mi devono interessare – tra parco periurbano, riserva naturale guidata, area verde, parco giochi, giardini pubblici, eccetera; anche a stilare un ordine, una graduatoria. (Anche tra area verde e residenziale, industriale, commerciale. Vabbè…). Perciò si oscilla tra: Uno) l’arlecchinata – cifra stilistica dell’Amministrazione –, Due) la carnevalata. (Porto due esempi). Il caso dei giochini, le strutturine, le sculturine e un nuovo afflusso di Homo sapiens sul monte Salviano, rientra in Uno com’è ovvio, mentre con i giardinetti del tribunale (via C. Corradini), quelli davanti alla stazione ferroviaria (piazza G. Matteotti) e il parco tra le tra le vie F. Cilea e Cavalieri di Vittorio Veneto molto più curati degli storici giardini pubblici della città (piazza A. Torlonia) siamo in zona Due.

(Un pettegolezzo). Per mere questioni anagrafiche non sono incline usare il termine «contraddizione» – c’entrano in tanti e in diverse maniere, dai Beatles a John Cage. Negli ultimi lustri, siamo tutti stati variamente investiti da campagne pubblicitarie sull’agroalimentare «a km 0». Ignoro (non sono il solo) quando saranno ultimati i lavori di restyling in piazza del Mercato – spero di ricordarmelo; ecco, quello sarà il luogo deputato alla vendita di frutta e verdura che avrà percorso pochi chilometri in furgoni o camion. Avremo perciò questo particolare tipo di commercio proprio al centro della città. Il Comune, per qualche altra attività, farà invece percorrere agli avezzanesi dai sei agli otto chilometri.

(Nodo al fazzoletto). Trattando di alberi mi tornano alla mente quelli rimasti dietro Castello Orsini (parco della Rimembranza): c’entrava l’amministrazione De Angelis. (Uh, uh, uh…). L’attuale sindaco ha ancora a disposizione ben due notti del 26 aprile per sistemare la questione, definitivamente…

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Lavoro come illustratore e grafico; ho scritto finora una quindicina di libri bizzarri riguardanti Avezzano (AQ). Il web è dal 2006, per me, una sorta di magazzino e di laboratorio per le mie pubblicazioni.