Terremoto dell’Aquila, crollo casa dello studente: sentenza shock del tribunale civile, i giovani sono morti per condotta incauta

Alfio Di Battista
Alfio Di Battista
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L’Aquila – I familiari degli 8 studenti che alloggiavano alla Casa dello studente, i giovani universitari che persero la vita nella maledetta notte fra il 5 e il 6 aprile del 2009, presso la residenza universitaria dell’ateneo dell’Aquila, saranno rimborsati solo parzialmente, perché secondo il tribunale civile dell’Aquila, gli studenti, dopo le prime due scosse, sarebbero dovuti uscire invece di restare a dormire.   

Per i giudici ci sarebbe dunque un concorso di colpa delle vittime. Una sentenza scioccante che sembrerebbe marcare la distanza siderale della giustizia dalla realtà. Quella notte, alle 3:32 precise, il boato di una scossa di magnitudo 6.3 sgretolò il silenzio e tutto il centro storico dell’Aquila, provocando 309 morti, più di 1.600 feriti e 800.000 sfollati.

Il Tribunale civile avrebbe stabilito che il costruttore dell’edificio adibito a casa dello studente, concorrerà al rimborso delle vittime per il 40%, il Ministero dell’Interno e quello delle Infrastrutture per il 15% ciascuno, mentre il restante 30% è a carico delle vittime.

«È Fondata l’eccezione di concorso di colpa delle vittime, costituendo obiettivamente una condotta incauta quella di trattenersi a dormire nonostante il notorio verificarsi di due scosse nella serata del 5 aprile, e poco dopo la mezzanotte del 6 aprile.» Questo l’agghiacciante passaggio che si legge nelle motivazioni.  

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