Povertà, solidarietà e possibili scenari futuri in tempo di Covid 19 – L’intervista al professor Barone

Claudio Abruzzo
Claudio Abruzzo
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Prof. Barone qual è l’attuale situazione nelle zone in cui avete avviato i vostri progetti umanitari?
Da un punto di vista generale, la situazione in Africa è peggiorata. Stiamo assistendo a un evolversi pieno di incognite. La pandemia che sta accelerando ha provocato oltre 5.600 morti. Ovviamente, i luoghi maggiormente colpiti sono le capitali dei diversi Paesi africani. Secondo recenti stime delle Nazioni Unite, oltre 80 milioni di persone avranno bisogno di interventi umanitari. Intanto, si registrano le violenze che riguardano soprattutto i bambini. Ma non è una novità, i bambini sono stati sempre le principali vittime di violenze e sfruttamento.

Quali sono i rischi o possibili scenari futuri?
La povertà continua ad essere un fattore caratterizzante della globalizzazione. Per alcuni studiosi, la globalizzazione potrebbe essere considerata come una forma contemporanea di colonialismo e di sfruttamento da parte dei Paesi più avanzati dal punto di vista economico. Oggi, più che in passato, assistiamo a un regresso caratterizzato da una onnipresente dimenticanza nei confronti dei problemi che riguardano milioni di persone povere nel mondo. E pensare che il continente africano dispone delle risorse più preziose, come: oro, diamanti, petrolio, coltan, uranio. Tutto ciò rende l’Africa una terra strategica, ovviamente, con tutti i rischi e i vantaggi che ne derivano. Ma come è noto, un problema non di poco conto, riguarda le élite corrotte. Vorrei puntualizzare, a proposito di uguaglianza, che quest’ultima si configura troppo spesso come nozione teorica, incapace di tradursi in prassi. Eppure solamente se ha una valenza pratica il termine uguaglianza può avere un senso, un valore pratico. La vicinanza al prossimo, la pace e l’uguaglianza, a mio avviso, quindi, costituiscono i pilastri da cui non si può prescindere per costruire un edificio di pacifica e duratura convivenza mondiale. L’atto di riconoscimento della protezione e della dignità umana dovrebbe rappresentare l’orizzonte verso il quale, lo sguardo di ciascuno di noi dovrebbe tendere.

Quali sono gli interventi umanitari che avete messo in atto in questo periodo di Covid 19?
La pandemia ha evidenziato le condizioni di difficoltà e vulnerabilità in cui vivono anche numerose famiglie italiane. Per tali ragioni, abbiamo avviato una incisiva campagna di sostegno concreto attraverso la raccolta e la consegna di viveri di prima necessità ai nuclei familiari italiani. La nostra casa è il mondo, siamo sotto uno stesso cielo, pertanto, le azioni umanitarie non possono essere pianificate in base alle diverse latitudini in cui vivono le persone.

Qual è il suo parere in merito ai recenti episodi di aggressione e di violenza da parte di persone extra-comunitarie?
Il mio parere non può che essere di totale e netta disapprovazione. E’ necessario comprendere e ri-affermare che chiunque desideri essere accolto/ospitato in Italia deve avere un comportamento di totale rispetto nei confronti delle leggi e nei confronti delle persone. Qualsiasi comportamento finalizzato ad arrecare danno nei confronti di un altro individuo, non può in alcun modo essere giustificato. Le responsabilità, comunque, sono sempre personali. Le violenze e le prevaricazioni devono essere condannate con fermezza, qualunque sia l’origine di provenienza. Ma è altresì importante ritenere, che il linguaggio mediatico derivante da tali episodi, non venga strumentalizzato per fini politici.

Quando pensa di tornare in Africa?
Sono in contatto giornalmente con i nostri referenti in Congo. L’idea è quella di organizzare una missione umanitaria per dicembre prossimo. Tutto dipende dalle prescrizioni relative al Covid 19. Tante persone stanno morendo a causa di mancanza di aiuti, quindi, c’è bisogno di intervenire presto, farlo in fretta. Non si può restare indifferenti di fronte alla sofferenza di milioni di bambini. Non esiteremo nel continuare con le nostre azioni umanitarie nei confronti dei bambini ospiti degli orfanotrofi di Goma, inoltre, con gli interventi a favore dei bambini di strada, degli ex-bambini soldato, dei bambini ospedalizzati e a sostegno delle numerose famiglie povere, come già avvenuto negli anni precedenti.

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