Nuovo Rinascimento avezzanese

Giuseppe Pantaleo
Giuseppe Pantaleo
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Parto da un pezzo apparso sul quotidiano regionale lo scorso 6 ottobre: sarà realizzata una rotonda nella zona della scuola da poco inaugurata (Aedificare srl in partnership con il Comune); m’interessa soprattutto una parte secondaria del progetto, si tratta di pochi metri di marciapiede ma è un’ottima notizia. In quelle parti, vi è un punto pericoloso per i pedoni; si tratta della confluenza di via Liguria in via dei Laghi: manca il marciapiede in un tratto in curva, è presente giusto una striscia bianca continua a un palmo dalle residenze. Una persona, una coppia o una comitiva appiedata così esposta, rischia moltissimo provenendo da via Liguria nel caso un automobilista o un motociclista tagli la curva. (Non è obbligatorio per un automobilista o un motociclista prendere una curva larga, stretta, così-così). A proposito di strutture scolastiche: come si comportano altrove per evitare incidenti stradali nei pressi degli edifici, all’entrata e all’uscita degli studenti? (Vigili urbani, pensionati con la paletta? Proprio no, tutt’altro: basta informarsi su internet).

Ancora sulla scuola: «Recentemente il sindaco Di Pangrazio ha affermato di voler riportare gli studenti universitari nel centro della città.» – stesso numero del Centro; i locali dovrebbero essere quelli della vecchia sede della Corradini-Fermi. Orbene, date le sue caratteristiche, il nuovo complesso scolastico di via Puglie è notevole – sono stati rispettati gli attuali standard. Il motivo principale dello spostamento riguardava la capacità di resistere ai terremoti. Ammesso (non concesso) che le scuole su via C. Corradini abbiano dei seri problemi in caso di eventi sismici, è facile chiedersi: perché spostare dei soggetti che utilizzano quel posto per cinquesei ore nei giorni feriali e infilarcene degli altri (più grandi di età) che potrebbero passarci anche il doppio di quel tempo, lì dentro? (Riprendo alla fine).

È facile arrivare a corso della Libertà da via C. Corradini, al suo cosiddetto restyling. Una tale pensata – un pezzo dell’asse principale, quello meno caratterizzato – è legata al reperimento di «100 parcheggi» al centro o nelle vicinanze – Il Centro 6 ottobre. (Altrimenti, ciccia!). Qualche buontempone chiederà se è stato utilizzato lo stesso ragionamento quando è stato immaginato il cosiddetto «boulevard urbano» a ridosso del Quadrilatero; esso è meno complicato di quello «rurale» e soprattutto, di quello «subacqueo» d’accordo, però non se ne è parlato minimamente. Ho ripetuto la stessa escursione su quella strada al tempo del «parcheggio interrato» (2011) e anche questa volta il mio conteggio non ha raggiunto neanche quota novanta. Domanda: tale soprannumero è poco, tanto, così-così? (In piccolo, è lo stesso errore del sindaco Spallone negli anni Novanta: produsse gli attuali ingorghi). È così-così da un punto di vista numerico, è invece tantissimo se si tiene conto delle indicazioni che trapelavano nel Piano traffico adottato dal Comune vent’anni fa e di com’è andato il mondo nello stesso periodo. Era anche raccomandato dal Pgtu di non far crescere il traffico veicolare al centro, perché i mezzi a disposizione (sedi stradali) non lo permettevano. Domanda: si tratta davvero di una pedonalizzazione? No, la pedonalizzazione è un’altra cosa: uno deve poter camminare in pace – in ogni caso –, senza attraversare almeno due strade molto trafficate (via mons. Bagnoli, via mons. Valerii); tali «isole pedonali» sono inoltre degli spazi semi-pubblici. (M’infastidisce un’orchestrina, un gruppo teatrale in azione o un poeta che declama per richiamare clienti, se ho voglia di chiacchierare con un amico o starmene per fatti miei a leggere – ci torno a breve). Aggiungo: che fine farà un pezzo di via C. Corradini o uno di via S. Cataldi? Via Emilia? Via A. Diaz, i residenti di via Tevere? È la stessa solfa del «boulevard urbano» – che non è un boulevard.

Come ho già scritto, è sospetto o almeno strano che qualche bottegaiə se ne stia in silenzio dopo gli annunci dell’eliminazione dei parcheggi su entrambi i lati della strada quando una pista ciclabile, stando alla vulgata di questi anni, ha prodotto la «desertificazione» di quel posto. Vi è di più; sempre sul Centro del 6 ottobre, si leggeva che un simile intervento servirà anche per: «eventi e manifestazioni da proporre durante tutto l’arco dell’anno, inverno incluso, grazie alla creazione di una copertura parziale della strada». (Chi conosce l’ambiente già fantastica tra i vari circenses, le corse di cavalli, la donna cannone, le sfilate di miss, gli incantatori di serpenti, le (mezze) notti bianche, i dromedari e sagre della porchetta a go-go). Da svariati anni vi è qualche bottegaiə cui dà almeno fastidio scorgere (da lontano si capisce) i frequentatori della mensa San Lorenzo – tra questi, vi sono più di uno che passa le notti all’aria aperta nella zona di piazza G. Matteotti. (Quegli Homo sapiensNoblesse oblige – sono indicati sui mezzi d’informazione con il termine «degrado»). Un qualsiasi riparo in quella zona certo attrarrebbe un maggior numero di senza-tetto e vari poveracci – si trasformerebbe perciò in… albergo diffuso durante la giornata, in caso di maltempo. (Anche a portata di naso…). Ebbene, nessuna preoccupazione da parte degli interessati in quella strada – forse, perché loro già sanno come andrà a finire questa commedia all’italiana; anche in questo caso: zitti e mosca. Inoltre: come poteranno gli alberi su corso della Libertà, nel caso fosse realizzata una copertura? Anche: che fine farà l’alberatura o una sua parte?

Poteva mancare l’accenno al «polo universitario»? È stato nuovamente citato nell’articolo – perché (immagino) tirato fuori dal Comune – nonostante il calo della popolazione marsicana nell’ultima ventina d’anni e la preferenza dei giovani di frequentare università più importanti, intorno e oltre il Po, da almeno un quarto di secolo. (Torno al punto di partenza). Una parte dei quattrini sprecati per la facoltà di Giurisprudenza potrebbe essere utilizzata per eliminare diversi punti pericolosi per i pedoni nella vasta periferia, anche per costruire marciapiedi – dov’è possibile, si capisce. (In periferia, i marciapiedi sono malridotti da decenni e la popolazione ha preso a invecchiare anche nel capoluogo marsicano…).

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Lavoro come illustratore e grafico; ho scritto finora una quindicina di libri bizzarri riguardanti Avezzano (AQ). Il web è dal 2006, per me, una sorta di magazzino e di laboratorio per le mie pubblicazioni.