Il centrodestra sbanca in provincia dell’Aquila 6 seggi al cdx 1 al csx, ma nel capoluogo, Fdi non elegge il suo rappresentante

Caso politico all’Aquila? La città, governata da un sindaco di Fratelli d’Italia, non riesce ad eleggere il candidato del partito della Meloni, eletti solo marsicani nel collegio

Alfio Di Battista
Alfio Di Battista
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Avezzano – Conferenza stampa nella mattinata per Marco Marsilio, Presidente rieletto della Regione Abruzzo che si presenta davanti ai giornalisti sereno e rilassato, forte dell’indiscutibile risultato ottenuto. Un voto che segna per la prima volta la riconferma di un Presidente di Regione uscente, evento mai accaduto in Abruzzo, da che esiste l’elezione diretta.

Nelle parole del Presidente rieletto i complimenti allo sfidante Luciano D’Amico, a cui riconosce la grande correttezza e garbo nella conduzione della campagna elettorale. I due si sono sentiti poco prima della conferenza stampa con una telefonata dell’ex rettore, che segna il riconoscimento del risultato sancito dalle urne.

Marsilio vince nei collegi di Chieti (51,53% – 48,47%), Pescara (51,70% – 48,30%) e l’Aquila (61,31% – 38,69%) mentre cede il primato nella provincia di Teramo per una manciata di voti. (49,82% – 50,18%) e proprio sui dati Marsilio sottolinea come questi non si siano discostati molto da quelli attribuiti dai sondaggi commissionati la scorsa estate dalla sua coalizione.

Il risultato inaspettato della Sardegna aveva creato non poche fibrillazioni nella maggioranza di governo che avvertiva il percolo di una rimonta del centrosinistra in Abruzzo sotto la spinta di quello che appariva come un vento di cambiamento. In realtà anche il dato del voto sardo, valutato in termini di coalizioni, aveva visto prevalere il centrodestra con un distacco di circa 6 punti percentuali.

Dato che veniva ribaltato dalla candidata presidente Todde, espressione del M5S, capace di attrarre parte dell’elettorato del centrodestra in virtù del voto disgiunto. Una differenza di circa 1600 voti sullo sfidante Truzzu, che ne aveva decretato la vittoria.

Il paventato testa a testa in Abruzzo non c’è stato, e già due, tre ore dopo l’inizio degli spogli, l’esito della tornata elettorale è stato chiaro. Troppo elevato il gap fra le due coalizioni: ben sette punti che non lasciavano alcun margine per eventuali ribaltoni.

Diversi gli elementi di riflessione che emergono da una prima analisi dei dati. Innanzitutto l’enorme divario percentuale che separa centrodestra da centrosinistra nella provincia dell’Aquila, dove su sette seggi in palio ben 6 sono andati al centrodestra. Alla fine è 6 a 1 un risultato tennistico degno del miglior Sinner.

Certo, si tratta del collegio dove è stata eletta la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e quindi ci può stare. Meno comprensibile però è che all’Aquila città, riconosciuta enclave di Fratelli d’Italia, il partito della Meloni non sia riuscito a eleggere nessun rappresentante.

Infatti campioni di preferenze per Fdi, nella provincia sono i marsicani Mario Quaglieri e Massimo Verrecchia seguiti da Roberto Santangelo in quota Forza Italia e Emanuele Imprudente per la Lega, entrambi dell’Aquila, poi Marianna Scoccia di Noi Moderati, per la Valle Peligna.

Il meccanismo elettorale, legato all’exploit percentuale del centrodestra sulla provincia aquilana, ha fatto scattare il sesto seggio che è stato attribuito a un altro marsicano, Giampaolo Lugini di Carsoli, nella lista del Presidente Marsilio. Un solo seggio alla minoranza, che va al dem dell’Aquila, Pierpaolo Pietrucci.     

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