Gaza – Allarme ONU: fame e malattie aumenteranno i morti tra i civili

Redazione
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La fame sta devastando Gaza e si prevede un aumento delle malattie in tutta la Striscia, soprattutto tra i bambini, le donne in gravidanza e in allattamento e gli anziani.

Con le nuove stime pubblicate il 22 dicembre scorso, la partnership globale Integrated Food Security Phase Classification (IPC), che include l’OMS, ha dichiarato che Gaza sta affrontando “livelli catastrofici di insicurezza alimentare”, con il rischio di carestia che “aumenta di giorno in giorno”.

Il 93% della popolazione di Gaza sta affrontando livelli di crisi da fame, con cibo insufficiente e alti livelli di malnutrizione. Almeno 1 famiglia su 4 sta affrontando “condizioni catastrofiche”: sperimenta un’estrema mancanza di cibo e a causa della fame ha fatto ricorso alla vendita dei propri beni e ad altre misure estreme per permettersi un semplice pasto. La fame, l’indigenza e la morte sono evidenti.

Durante le recenti missioni nel nord di Gaza, il personale dell’OMS ha affermato che ogni singola persona con cui ha parlato a Gaza è affamata. Ovunque andassero, compresi gli ospedali e i reparti di emergenza, la gente chiedeva loro del cibo. “Ci muoviamo per Gaza consegnando forniture mediche e la gente si precipita sui nostri camion sperando che sia cibo”, hanno detto, definendolo “un indicatore della disperazione”.

Gaza sta già vivendo un’impennata di malattie infettive. Da metà ottobre sono stati segnalati oltre 100mila casi di diarrea. La metà di questi casi riguardano i bambini di età inferiore ai 5 anni, un numero di casi che è 25 volte superiore a quello riportato prima del conflitto.

Sono stati segnalati oltre 150mila casi di infezioni alle vie respiratorie superiori e numerosi casi di meningite, eruzioni cutanee, scabbia, pidocchi e varicella. Si sospetta anche l’epatite, poiché molte persone presentano i segni rivelatori dell’ittero.

Mentre un corpo sano può combattere più facilmente queste malattie, un corpo deperito e indebolito farà fatica. La fame indebolisce le difese dell’organismo e apre la porta alle malattie.

La malnutrizione aumenta il rischio che i bambini muoiano a causa di malattie come la diarrea, la polmonite e il morbillo, soprattutto in un contesto in cui non hanno accesso a servizi sanitari salvavita.

Anche se il bambino sopravvive, il deperimento può avere un impatto per tutta la vita, in quanto blocca la crescita e compromette lo sviluppo cognitivo.

Anche le madri che allattano al seno sono ad alto rischio di malnutrizione. Da 0 a 6 mesi di età, il latte materno è l’alimento migliore e più sicuro che un bambino possa ricevere. Questo protegge il bambino da carenze nutrizionali e dalla possibilità di contrarre malattie mortali come la diarrea, soprattutto quando l’accesso all’acqua potabile è estremamente limitato.

I problemi di salute mentale, in aumento tra la popolazione di Gaza, anche tra le donne, potrebbero incidere ulteriormente sui tassi di allattamento al seno.

Oltre 1,9 milioni di persone sono state sfollate dalle loro case, di cui più di 1,4 milioni alloggiano in rifugi sovraffollati. Queste condizioni sono causa di un continuo aumento delle malattie infettive. A Gaza oggi c’è in media solo una doccia ogni 4.500 persone e un bagno ogni 220. L’acqua pulita continua a scarseggiare e si registra un aumento delle malattie infettive. L’acqua pulita rimane scarsa e i livelli di defecazione all’aperto sono in aumento. Queste condizioni rendono inevitabile la diffusione di malattie infettive.

Tragicamente, l’accesso ai servizi sanitari a Gaza è crollato a causa della guerra che continua a degradare il sistema sanitario. Con il sistema sanitario in ginocchio, a chi deve affrontare la combinazione mortale di fame e malattie restano poche opzioni.

La popolazione di Gaza, che ha già sofferto abbastanza, ora rischia di morire di fame e di malattie che potrebbero essere facilmente curate con un sistema sanitario funzionante. Tutto questo deve finire. Gli aiuti alimentari e di altro tipo devono affluire in quantità molto maggiore. L’OMS ribadisce il suo appello per un immediato cessate il fuoco umanitario.

Fonte: NAZIONI UNITE – UNRIC (Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite) – 22 dicembre, 2023

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