Avezzano, il bicchiere mezzo pieno

Giuseppe Pantaleo
Giuseppe Pantaleo
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È stata rimandata per un paio di volte, l’apertura della nuova sede della Mazzini-Fermi. L’ultima faccenda da sistemare era la viabilità; mancava il marciapiede e anche un parcheggio («70 posti auto»), che è stato approntato su via G. Viotti. Si sono registrate polemiche legate alla viabilità (vecchia, nuova) nei primi giorni, più nulla poi all’improvviso: questioni risolte?

È bene fare un salto da quelle parti per rendersi conto dei problemi. Per iniziare: il marciapiede parte poco dopo il parcheggio di via Puglie e termina al nuovo complesso, mentre l’altro lato della carreggiata presenta due mozziconi di «marciapiede» che coprono – sì e no – la decima parte della sua lunghezza. (Perdonate il pettegolezzo. Davanti alla scuola è stato montato lo stesso tipo di cordolo da ciclabile, considerato pericoloso dall’attuale sindaco sia in campagna elettorale sia poco dopo la sua elezione. Sono stati impiegati anche altrove). La strada si restringe alla confluenza, in curva, con via L. Perosi; lo spazio pedonale è segnalato da una striscia bianca continua che lo separa dalla zona riservata alle automobili per mezzo metro al massimo. Non è difficile immaginare ingorghi nell’orario di entrata e di uscita degli alunni come anche le alte velocità innescate dal recente senso unico. È diverso recarsi in quelle parti la mattina dopo le 8, di persona: nella strettoia le automobili procedono in doppia fila e i pedoni avanzano sui due lati della strada – bisognerebbe almeno ringraziare quei (santi) genitori che accompagnano i loro figli a piedi. Immagino che l’Amministrazione stia aspettando il primo incidente utile per provare a metterci una pezza, anche se non è facile (marciapiede, passaggio pedonale rialzato, semaforo a richiesta).

Eppure, lessi questo tempo addietro. «L’obiettivo delle cinque città della provincia [Avezzano, Celano, L’Aquila, Pratola Peligna, Sulmona], per un investimento globale di 500mila euro, è mirato a ridurre le emissioni di gas serra derivanti dai veicoli privati; favorire la mobilità ciclistica e pedonale; migliorare il trasporto pubblico locale; promuovere l’uso condiviso e multiplo dell’automobile; disincentivare le soste degli autoveicoli in prossimità degli istituti scolastici e delle sedi di lavoro; formare gli enti (scuole guida, comuni, imprese) a politiche di mobility management.», in f.d.m., Via libera alle colonnine di ricarica, in «Il Centro» 5 dicembre 2021. Immaginavamo tutti come sarebbe finita nel capoluogo marsicano, soprattutto al quinto punto. (Quattrini piovuti dall’alto oppure no). La pessima scelta del luogo dove costruire la nuova scuola non nasconde, né giustifica la mancanza di politiche della mobilità, da parte dell’amministrazione comunale – c’entra poco il programma elettorale.

È un gran bene per la città la costruzione di un edificio pubblico con criteri antisismici recenti, d’accordo. Ho apprezzato maggiormente il parcheggio che presenta una superficie permeabile del 30%, secondo un regolamento comunale del 2014 – in tantissimi, comprensibilmente, ci si aspettava la classica gettata di asfalto.

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Lavoro come illustratore e grafico; ho scritto finora una quindicina di libri bizzarri riguardanti Avezzano (AQ). Il web è dal 2006, per me, una sorta di magazzino e di laboratorio per le mie pubblicazioni.