Andy on stage ad Avezzano

Giuseppe Pantaleo
Giuseppe Pantaleo
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Primavera mette voglia di leggerezza. Giorni fa mi è capitato nuovamente sotto gli occhi, un pezzo che mi riguardava (F. Lucci, Approssimazione, velleitarismo e plagi mal riusciti, in «Site» 5 febbraio 2023). L’ultima parte del titolo mi ha fatto ripensare a quando mi è capitato di scrivere, riguardo alla comunicazione – non l’azione – dell’Amministrazione; si trattava per me di vintage, recupero pop o concetti scarsamente padroneggiati. Chi ha ragione di noi due? Mi porto avanti con il lavoro, provando a essere più completo. Secondo me, un tale comportamento è l’onda lunga del citazionismo degli anni Settanta; la differenza consiste nella minore – quando non assente – consapevolezza dei termini utilizzati rispetto a quaranta, cinquant’anni fa. (Dipenderà anche dalla qualità del pubblico, d’accordo). In alcune occasioni, ho parlato dell’abuso di espressioni come «boulevard urbano» e «città giardino» – locuzioni che anch’esse appunto, «proiettano l’intera cittadinanza nello stagno del ridicolo» e perciò era necessario per me precisare più che ribattere. È in realtà più varia la tipologia dei comunicati e porto alcuni esempi in ordine di tempo.

Primo. «“L’idea di base dell’amministrazione Di Pangrazio”, afferma l’assessore all’ambiente, Roberto Verdecchia, “è quella di riportare i giovani in mezzo alla natura, affinché tocchino con mano le tematiche ambientali: dobbiamo comprendere che l’ambiente si rigenera naturalmente solo se l’uomo lo rispetta”» (MarsicaLive, 12 dicembre 2021). L’occasione era l’«aula verde didattica» all’aperto, sul monte Salviano; un qualsiasi studentello al primo anno di Scienze biologiche avrebbe abbozzato un sorrisino di compatimento.

Secondo. «Prima del tremendo sisma del 1915 […] i cittadini di Avezzano avevano l’opportunità di poter scegliere tra diversi luoghi della cultura e della formazione, come la biblioteca comunale, la biblioteca della Scuola Normale, quella del Ginnasio e vari siti culturali privati.» (MarsicaLive, 5 aprile 2023). Potendo interessare, nel 1911, gli italiani che sapevano leggere erano il 53,8% della popolazione. (Di là della fatica legata al lavoro in generale e perciò la scarsa voglia di andare in biblioteca dopo una giornata lavorativa, anche da parte di un impiegato). Il sindaco, da parte sua, aveva già ricordato nel pezzo che la vecchia biblioteca «era, un tempo, ‘spazio aperto’ per la comunità e luogo costante di identità e radici»…

Terzo. «Manca poco – dichiara l’assessore Di Stefano – all’inizio dei festeggiamenti patronali, che vedranno tutti gli avezzanesi riuniti sotto un’unica fede e sotto un unico cielo illuminato, la sera del 26 aprile prossimo, dalle luci dei fuochi accesi. […] abbiamo avviato un importante lavoro di riscoperta delle nostre tradizioni secolari. Vogliamo che l’aspetto identitario prevalga.» (TerreMarsicane, 8 aprile 2023). Sorvolo il lato poetico, anche un cascame degli anni Sessanta (identità) e cito ancora un dato a base nazionale: è cristiano cattolico il 74,5% degli italiani. Una peculiarità locale è inoltre rappresentata dall’afflusso di persone provenienti da diverse zone della Penisola e non solo: rinunceranno quelli già formati altrove al loro protettore originario? Penso di no – parlo di esperienze personali.

Quarto. Carmine Silvagni: «L’idea di fondo è quella di creare un nuovo format e di lanciare una manifestazione estiva che assuma il ruolo di incubatore per eventi culturali e sociali.». «A monte della manifestazione, la doppia spinta di una doppia leva, turistica e sociale: l’iniziativa [Avezzano città della cultura in movimento] punterà a trasmettere, infatti, maggiore adrenalina a tutto il tessuto dell’economia locale.» (MarsicaLive, 15 aprile 2023). Vale quanto detto nel primo esempio: si tratterà di uno studente di Economia e commercio a ridacchiare questa volta; può una corsa di dieci chilometri, qualche stand gastronomico e occasioni di entartainment, influenzare l’economia locale, la città complessivamente?

Il pezzo citato all’inizio conteneva: «L’amministrazione decide, in una fase delicata di ripensamento della città, di affidarsi ai soliti noti e non avverte la necessità di ampliare il perimetro del confronto, rimanendo legata a logiche di appartenenza e non di competenza». È consolante una voce dissonante nel panorama locale – un’opinione in ogni modo, non un rumorino né uno sbadiglio –, in questo profondo Sud nonostante la latitudine; l’Italia secondo The Economist, è una flawed democracy: è da immaginare che cosa avrebbe scritto quella testata su un paesone che, oltre a vivere in una democrazia difettosa, è anche dominato da un clientelismo da beceri. Per restare in tema, ringrazio di cuore il sindaco per avermi risparmiato, negli ultimi mesi, il quattordicesimo «fiore all’occhiello» nell’asimmetrica giacchetta della città, come pure il «turismo esperienziale» – per non parlare di quello «delle radici».

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Lavoro come illustratore e grafico; ho scritto finora una quindicina di libri bizzarri riguardanti Avezzano (AQ). Il web è dal 2006, per me, una sorta di magazzino e di laboratorio per le mie pubblicazioni.