Amarena – Absolutely Sweet Bear

Giuseppe Pantaleo
Giuseppe Pantaleo
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Scrivo pochi righi riguardanti l’uccisione di un’orsa a San Benedetto dei Marsi, spero di non fare danni calcolando che non tratto un argomento del genere da almeno trent’anni.

Ricordo diverse manifestazioni di ambientalisti in giro per l’Abruzzo negli anni Ottanta, erano iniziative per chiedere l’istituzione di nuovi parchi naturali e riserve – allora c’era solo il Parco nazionale d’Abruzzo. Fu facile in quel particolare periodo realizzare zone del genere, le istituzioni erano particolarmente sensibili a quegli argomenti. Prima d’allora, vi era gente che protestava per la presenza di divieti legati ai parchi e alle aree protette; poi cominciarono a cambiare le cose gradualmente – anche nel resto della Penisola. Rimane il fatto: come si arriva a uccidere un’orsa?

Per questioni anagrafiche ricordo il teppismo, le intimidazioni, il bracconaggio e l’abusivismo edilizio nel Parco nazionale d’Abruzzo, tra gli anni Sessanta e Settanta: tutto finito o sopravvive qualcosa, anche se in altra forma? Non è certo il primo esemplare di Ursus arctos marsicanus a finire malamente, tanto per cominciare; la gravità del fatto deriva dal trattarsi di una femmina, in aggiunta prolifica.

(È una storia molto italiana in realtà). Il punto di partenza è la tutela di una particolare area e di alcune specie animali lì presenti. C’è poi stata una prima virata verso il turismo (anni Sessanta) che ha riguardato i centri abitati con l’esplosione dell’edilizia e in un secondo momento l’area protetta vera e propria con una crescita del numero dei turisti (anni Novanta): c’entrava la vacanza a poco prezzo, dopo l’euforia del decennio precedente. Il contagio con la retorica dei «borghi» è recente. Nella Penisola abbiamo assistito negli ultimi decenni, nella fascia montana, a un turismo poco regolamentato (oggi si parla addirittura di overtourism), tagli d’alberi inopportuni, manomissioni di corsi d’acqua, concerti ad alta quota, manifestazioni di massa, impianti di risalita – anche se non nevica –, gare di motocross. Tutto autorizzato da chi di dovere; domanda: che fine ha fatto la protezione della fauna di un secolo fa? (È bene ricordare anche le uccisioni di selvatici e gli incendi dolosi).

Anni addietro in un ristorantino dalle parti del Parco, mi finsi vegetariano per rifiutare la carne di cervo che mi era stata proposta: «Meglio il formaggio…». In un secondo momento fui rassicurato: proveniva dalla Toscana; io assentii: «Sì, me ne sono accorto dalle c, quando parla…». Quanti animali appartenenti a specie protette sono uccisi nel Pnalm e nella Zona di protezione esterna mediamente in un anno, dai bracconieri? Non si sa. Si fa caso solo quando tocca a un orso, semplicemente perché quella è una popolazione a rischio di estinzione.

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Lavoro come illustratore e grafico; ho scritto finora una quindicina di libri bizzarri riguardanti Avezzano (AQ). Il web è dal 2006, per me, una sorta di magazzino e di laboratorio per le mie pubblicazioni.