“C’è ancora troppa indifferenza da parte delle istituzioni sul pericolo della mafia dei pascoli in Abruzzo” .
A sostenerlo è Lina Calandra, docente di geografia dell’Università dell’Aquila, che svolge ricerche sulla presenza di interessi criminali nella gestione delle aree pascolo in regione e che, per questo, ha ricevuto delle intimidazioni.
I pascoli abruzzesi fanno gola a speculatori e società fittizie di prestanomi nonostante si sia cercato d’intervenire con una legge regionale per disciplinare l’affitto dei terreni a uso civico che spesso finiscono nel mirino di società disposte a pagare somme proibitive per gli allevatori locali. Imprese d’allevamento, più di nome che di fatto, che poi incassano i ricchi indennizzi europei con le loro quote calcolate però sui loro terreni di valore superiore a quelli semplicemente adibiti a pascoli che prendono in affitto nel Centro Sud. Generando così un divario evidente tra allevatori.