Terzigno dei Marsi: il problema è nel manico

Redazione
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L’epocale sconfitta sul tema della difesa del (già) presidio ospedaliero Serafino Rinaldi non pare aver portato consiglio alla politica pescinese. Il disperante spettacolo attualmente offerto dal presidio territoriale di assistenza – dove il processo di riorganizzazione pare essersi avviato al solito modo fontamarese, ovvero al contrario: CUP individuato all’ingresso, in una zona palesemente inidonea ad ospitare gli utenti come a garantire un simulacro di privacy; i medici (di famiglia), di converso, localizzati al secondo piano, con il corollario del difettoso funzionamento degli ascensori; mortificazione delle professionalità sanitarie; ecc. – lungi dal suggerire, ai protagonisti, più miti consigli, sembra aver ulteriormente contribuito alla scomparsa di ogni barlume del vecchio sano buonsenso (merce sempre più rara, in Italia). A fronte delle dignitose dimissioni (eutanasia) di (quasi) tutta la minoranza consiliare, l’altra fazione ci va raccontando, pretendendo di convincerci, che nulla è mutato, che la riconversione è buona (ed allora perché proporre ricorso?) o che comunque, in attesa di tempi migliori, tale si rivelerà. Notiamo, negli attuali amministratori di Pescina, una certa protervia nel voler vedere affermata e instillata, nella popolazione, questa loro opinione. Protervia che noi ci spieghiamo – e vogliamo comprendere, se non giustificare – con un vago senso di colpa (?) per non aver agito in difesa dell’ospedale, convenientemente e per tempo (e non è un caso che una strana angustia la ostentino, costoro, proprio verso chi – non indossando fasce e sprovvisto di ogni potere contrattuale e politico – il pericolo lo aveva denunciato per tempo). Ma che potrebbe avere la sua spiegazione nell’avvicinarsi delle elezioni amministrative, appuntamento che sembra già avvelenare i sogni di molti (ma cosa ci sarà mai al municipio?).
Segnale inequivocabile che a breve si andrà a votare è rappresentato dalla nuova variante al Piano Regolatore Generale, la cui redazione è stata intrapresa, si asserisce, per dotare la collettività di «uno strumento urbanistico più snello e di dare un assetto organico al complessivo tessuto urbanistico del territorio» ma della quale, onestamente, si avvertiva e si sente un ben scarso bisogno. Cosa porterà in dote, tra le altre cose, questa folle spesa lo si sa già: abolizione di alcune strade di zona C, riduzione e compressione di fasce di rispetto del fiume, legittimazione di alcune storiche occupazioni, edificabilità di qualche sito…. Piccolo cabotaggio.
In compenso non si parla della questione che insieme a quella dell’ospedale è più volte stata al centro del recente dibattito paesano: la discarica di «Valle dei fiori». Che sarà pure, come asserisce il nostro sindaco, un sito di Gioia dei Marsi, ma che senza il transito per le vie di Pescina non è nemmeno raggiungibile (come pure le conseguenze della sciagurata realizzazione del progetto Aciam: le pagheremo soprattutto noi). Che non se ne parli non implica il fatto che la questione non accenda tuttora la bramosìa di taluni animi cupidi, ed alcuni fatti, convergenti, mostrano che il disegno di realizzare l’ecomostro sia tutt’altro che abbandonato.
Dopo alcuni mesi di stop del bando di affidamento dei lavori – da Aciam liberamente assunto, in barba ai pretesi requisiti di indifferibilità, non delocalizzabilità, urgenza (e chi ne ha più ne metta) che si erano addotti per chiedere l’approvazione del turpe progetto di discarica – Torelli e soci hanno convocato l’assemblea ordinaria della società (ché l’Aciam, come ci ha correttamente rammentato un socio privato, Umberto Di Carlo [Tekneko], è una società per azioni, con tutte le implicazioni in ordine al reddito da assicurare agli azionisti, in specie ai privati) chiedendo ai municipi loro sciagurati compagni di ventura di assumere, per mezzo di delibera, l’effettiva necessità della realizzazione di «Valle dei fiori». Di nuovo? La mossa, smaccatamente tesa a sgravare gli amministratori di Aciam di ogni futura responsabilità, temiamo non sortirà gli effetti voluti, per quanto il fenomeno del collaborazionismo in seno alle amministrazioni locali sia tuttora virulento e i nostri comuni – chissà perché – tendono ad assecondare in ogni modo la volontà di un’azienda che ha sinora gestito il ciclo dei rifiuti con risultati obiettivamente deludenti (a Chieti città, con una raccolta differenziata doppia della nostra, la TEMA scrl [società consortile dove erano presenti il dottor Torelli e Tekneko] è stata mandata a casa a seguito di una gara… / … risparmio per il comune chietino: oltre tre milioni di euro l’anno / da noi a quando la gara pubblica?).
Eviteremo di ripetere quel che andiamo scrivendo da tre anni, e solo diciamo che su «Valle dei fiori» ci affidiamo al giudizio del Tar. Certo, sono preoccupanti alcune elucubrazioni che vogliono si stia per intervenire sulla circonfucense e la viabilità collegata (leggi: circonvallazione mascherata di Pescina, al servizio dei camion Aciam). E prendiamo atto del fatto che la Regione Abruzzo – come avevamo paventato in tempi non sospetti, persino scommettendo una cena con l’avvocato Di Cesare – abbia prodotto un parere legale propedeutico al disconoscimento dell’autorizzazione per la progettata discarica di «Sbirro morto» di San Benedetto dei Marsi, che costituiva e costituisce la soluzione della (pretesa) emergenza – che tale è configurabile solo da un punto di vista di costi – dei rifiuti di Marruvium, Pescina, Ortona dei Marsi (ed anche del comprensorio, giacché ci si dice che il sindaco di San Benedetto l’abbia pure proposta per eventuali emergenze locali). Qualche persona, amica nostra ma di mente fervida, pensa che il tentativo di mandare a monte, in un momento in cui si grida all’emergenza, una piccola discarica già approvata come quella di «Sbirro morto» risponda più ad interessi di pochi (facilmente individuabili) piuttosto che a quelli delle collettività della Marsica orientale. Noi dissentiamo da tale elucubrazione. In ogni caso, non è l’Aciam il mandante, questo sia chiaro.
fmb

Per scaricare il parere della Regione Abruzzo sulla discarica “Sbirro morto” CLICCA QUI

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