Terremoto in Abruzzo. Racconto e foto di quello che rimane. Resoconto della prima giornata (pomeriggio 6 aprile 2009)

Redazione
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Speciale L'Aquila 2009-2019

Questa è una Sezione speciale creata per il decennale del sisma del 2009: in essa vengono ripubblicati – a dieci anni esatti di distanza – gli articoli e tutto il materiale realizzato o pubblicato da site.it durante l’emergenza aquilana.

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Questo articolo – scritto da Pietro Orsatti inviato del quotidiano Terra news e con foto di Angelo Venti – è il rendiconto del sopralluogo effettuato nel cratere a partire dalle 15 del 6 aprile pomeriggio. L’articolo è riprodotto integralmente in basso, questo è comunque il LINK a quello originale.

Terremoto in Abruzzo. Racconto e foto di quello che rimane. Resoconto della prima giornata

di Pietro Orsatti Foto di Angelo Venti

Arriviamo a Civita di Bagno che sono le 3 e mezza del pomeriggio. Dodici ore dopo il terremoto. Ci siamo arrivati con numerose tappe e passando per strade secondarie di montagna. L’autostrada da Roma e la statale è chiusa. a Civita di Bagno non sono ancora arrivati i soccorsi, solo un passaggio veloce dei vigili del fuoco che hanno estratto due corpi da alcune case crollate nel centro storico. I corpi rimangono ore sotto al sole in attesa di un furgone delle pompe funebri che non arriva.

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Non c’è acqua, non ci sono viveri. La popolazione si è riunita a gruppi di 30 40 persone. Ha dormito (e dormirà anche questa notte) in macchina. Solo verso le 4 passano alcuni volontari del Club alpino. Con la propria macchina hanno portato alcune confezioni di acqua minerale. Non siamo in un paesino isolato in mezzo alle montagne. Civita è periferia del capoluogo. Il centro dell’Aquila è a 5 chilometri.

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A pochi chilometri, meno di tre, c’è Onna. Il paese è totalmente distrutto. Su un prato una fila di bare: i corpi di una ventina di persone uccise dal sisma. Solo un terzo del paese è stato “scavato”. Vigili del fuoco ci dicono che ci sono ancora parecchie persone sotto le macerie. Poche tende, molte in arrivo ma che nella notte non sono ancora arrivate. I soccorsi sono arrivati verso le 9 di mattina. Aquila è a 2 chilometri. I soccorsi sono arrivati da lì, almeno i primi. Il sospetto è che se ne siano accorti tardi del disastro che ha colpito questa piccola comunità. Ci vorranno forse giorni per sapere il vero bilancio. Si parla, alle 17 e 30, di ancora più di mille dispersi in tutto il territorio.

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All’Aquila è un deserto. L’intero centro storico è stato evacuato. Macerie e crolli ovunque. La prefettura, un albergo, varie case, edifici pubblici e chiese a terra. Oltre ai rumori degli scavi l’unico suono che si sente è quello degli antifurti dei negozi che suonano dalle 3,35 di mattina.

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Scavano e trovano corpi, perchè le macerie sono ovunque e i dispersi sono tanti. Poi una scossa improvvisa. Dura. E una ragazza colpita al volto da una scheggia. Poi ancora macerie a San Francesco, e due coniugi estratti, morti, dalla loro casa crollata. Iniziano i primi atti di sciacallaggio. Due arresti al crepuscolo.

Abbandoniamo, per oggi, un città deserta sotto la pioggia e andiamo a dormire ad Avezzano. Solo in periferia tante persone che passeranno la notte in macchina. Non solo qui. E si aspetta il bilancio di domani.

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