TERREMOTO – Domanda n 2 al sindaco di L’Aquila Massimo Cialente

Redazione
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articolo originale 23 dicembre 2009

Nei tempi di tribolo, questo si sa, non si può guardare troppo per il sottile. Non ci può permettere il lusso di essere schizzinosi. E neppure si può sindacare opinare puntualizzare discutere sottilizzare (tutti sport nazionali) come se ci si trovasse al bar o in sezione, mentre tutto intorno ferve – come nel periodo successivo al terremoto del 6 aprile – l’accorrere e il soccorrere verso una popolazione duramente colpita, rimasta letteralmente all’addiaccio.

Da anni, dell’emergenza l’Italia ha fatto lo strumento per bypassare le normali procedure burocratiche (adatte e addette ad impastoiare tutto nei soli periodi normali) che pure si è data e che tenacemente conserva, ed il caso aquilano, le cronache cominciano a rimandarlo, sembrerebbe non aver fatto eccezione; per alcuni, esso ha addirittura rappresentato l’apoteosi dell’emergenza elevata a metodo di reggimento della cosa pubblica post-moderna.

Ora che sono trascorsi otto mesi dal sisma, sta sorgendo – e va rimanendo senza risposte soddisfacenti e pertinenti- un grande desiderio di conoscere comprendere metabolizzare quel che è successo nella cosiddetta fase dell’emergenza e della ricostruzione leggera. E’ forse venuto il tempo di riflettere su quanto è accaduto, anche per tentare di far tesoro delle cose positive e di abbandonare il sentiero opaco degli aspetti grigi.

Inauguriamo quindi, con la modestia del caso, una serie di domande che il senso dell’opportunità ci trattenne dal formulare all’epoca ma che riteniamo – per quanto irresistibilmente destinate al vaniloquio e al cestino – di pubblico interesse. Adesso non meno di allora.

DOMANDA N. 2 – AL SINDACO DELLA CITTA’ DI L’AQUILA, MASSIMO CIALENTE

Oggetto: Localizzazione insediamenti «Progetto C.A.S.E.» nella città di L’Aquila e parziali modificazioni delle localizzazioni stesse

Con la prima domanda Le si chiedeva, in pratica, quale parere avesse Lei espresso in ordine alla localizzazione delle aree destinate alla «realizzazione dei moduli abitativi destinati ad una durevole utilizzazione nonché delle connesse opere di urbanizzazione e servizi» effettuata dalla Protezione civile con il decreto del Commissario delegato Bertolaso 11 maggio 2009, n. 6. Ciò perché Ella aveva mostrato, anche nei giorni successivi all’emamazione, di sconoscere le aree individuate dalla Protezione civile per i moduli abitativi, per quanto lo stesso decreto citasse «il parere del Sindaco della città di L’Aquila sul cui territorio insistono le aree allo stato individuate, di cui alla nota del 9 maggio 2009». Sinora Lei non ha ritenuto di esibire questo documento che, pur costituendo un semplice parere non vincolante, tanta parte ha avuto ed ha nel futuro “sviluppo” urbanistico della citta di L’Aquila e nella ricostruzione della Storia e dell’affidabilità di questi terribili mesi.

Con i successivi decreti del 24 agosto 2009 (n. 18) e 1 ottobre 2009 (n. 26) il Commissario Bertolaso ha provveduto a rettificare ed integrare alcune delle zone individuate per l’insediamento delle costruzioni del progetto C.A.S.E. ed in entrambi i documenti, come prescritto dal decreto Abruzzo, sono citati i pareri acquisiti dal sindaco di L’Aquila su queste rettifiche (che hanno comportato delle modificazioni anche rilevanti, si pensi a Paganica). Le note del sindaco di L’Aquila ivi indicate sono datate rispettivamente 24 agosto 2009 e 24 settembre 2009.

Per la trasparenza dovuta ai cittadini abruzzesi tutti, Le chiediamo di rendere noto il contenuto dei Suoi pareri 9 maggio 2009, 24 agosto 2009, 24 settembre 2009 (tutti e tre indicati senza protocollo nei decreti del Commissario Bertolaso) e l’indicazione delle persone o delle strutture comunali che hanno curato l’elaborazione e la stesura materiale di detti pareri.

Cordiali saluti.
Il Martello del Fucino – foglio volante di Fontamara

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