Teatro dei Marsi, Casale incalza Di Stefano: “La città è sospesa, ditelo all’assessore”

Redazione
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COMUNICATO STAMPA

Trovo arrogante e francamente disdicevole per un assessore alla cultura replicare in modo sprezzante, oltre che generico, alle critiche della opposizione.

Osservo che l’unico teatrino al quale ci stiamo abituando è quello di una amministrazione comunale “sospesa”, con un sindaco “sospeso” per condanna a 1 anno e 4 mesi, e che usa toni irriguardosi verso critiche legittime, oltre che circostanziate, all’operato di una amministrazione confusa e reticente, oltre che “sospesa”.

La replica dell’assessore non entra nel merito di una questione sollevata: è una operazione di privatizzazione di un bene pubblico? Si abbia il coraggio di dirlo e di assumere le responsabilità conseguenti.

Inoltre è lecito sapere chi si “nasconde” dietro l’unica proposta pervenuta che porterebbe risultati strepitosi per la stagione teatrale? La originaria proposta dell’attore Lino Guanciale, che pure aveva sollevato osservazioni e critiche, comunque si muoveva dentro un quadro di riferimento pubblico e rispettoso dei passaggi necessari per l’approvazione della proposta. In questa vicenda, invece, ci si trova di fronte ad una proposta enigmatica, e comunque privatistica, ma anche inopinatamente misteriosa, come dentro a uno spettacolo teatrale. Insomma personalmente sono alla ricerca dell’autore che tutti paventano, ma che io non conosco.

Infine i cittadini dovrebbero essere informati compiutamente, senza ingenerare confusione e con la trasparenza dovuta.

In questo quadro ritengo opportuna una riunione, anche di consiglio comunale, con tutte le associazioni  del settore per avanzare proposte che mettano al centro le risorse culturali locali e svolgere un ruolo da protagoniste, senza essere costrette ad accontentarsi di briciole elargite discrezionalmente dalla amministrazione; ma sopratutto con l’obiettivo di mantenere pubblico il teatro dei marsi, che non esclude la “leggerezza” del privato, ma senza condizionamenti e senza abdicare al proprio ruolo di gestione pubblica di un bene comune.

Mario Casale Articolo Uno

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