Sulmona – Cani e gatti in carcere ai colloqui con il detenuto

Redazione
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Accolta dalla direzione del supercarcere di Sulmona la richiesta di un detenuto di poter effettuare, oltre che con i familiari, anche colloqui visivi con il proprio cane.

Sarebbe questa la prima volta che tali permessi vengano accordati in un carcere italiano e potrebbe aprire l’ingresso negli istituti di pena anche a cani e gatti. A renderlo noto Mauro Nardella, componente della UIL CST Adriatica Gran Sasso con delega alla Pubblica Amministrazione. Il comunicato stampa integrale.

COMUNICATO STAMPA

COLLOQUI VISIVI TRA DETENUTI E FAMILIARI. MAURO NARDELLA (UIL PA): AL CARCERE DI SULMONA AMMESSI CANI E GATTI

Sembrerebbe che al supercarcere di Sulmona, dopo una richiesta avanzata da un detenuto, sia stata avallata dalla locale Direzione  la volontà espressa dallo stesso di voler effettuare oltre che i colloqui visivi con i familiari anche un incontro con il proprio cane.

Non si hanno notizie di pari accorgimenti adottati in altri Istituti di pena italiani per cui, se ciò fosse rispondente al vero, quello che potrebbe accadere al carcere di Piazzale Vittime del Dovere ha davvero dell’originale.

Cani e gatti potrebbero a breve, quindi, entrare in carcere seppur per un’ora al mese e far compagnia quel detenuto  che a causa della pena inflitta e che sta scontando  l’ha dovuto lasciare all’esterno delle alte mura.

Nell’eventualità dovesse accadere una cosa del genere resta ovvio che, fermo restante la sacralità del gesto che si andrebbe a fare,  si renderanno utili ulteriori accorgimenti volti a salvaguardare sicurezza e salubrità all’interno dei locali.

Accorgimenti che ci auguriamo non vadano a gravare ancor più sul già pesante carico di lavoro al quale viene assoggettato l’intero comparto dell’unità operativa preposta ai colloqui visivi.

Un comparto, quest’ultimo, tra i più sovraccaricati di lavoro nel periodo della pandemia e che ha stremato tutti coloro i quali hanno saputo garantire e tuttora lo fanno piena efficienza.

Saranno certamente richieste garanzie quali la dimostrazione da parte del richiedente di aver avuto una relazione affettiva con l’animale; che i cani e i gatti ammessi siano di piccola taglia; che ci sia l’esigenza affettiva preventivamente vagliata dal Gruppo per l’Osservazione Trattamentale e che l’incontro avvenga in una sala separata dalle altre al fine di scongiurare pericoli per le altre persone presenti in aula.

Ovviamente la  UIL PA, che non contesta l’utilità e lo scopo perseguibili da questa nuova forma di trattamento intramurario, le sue garanzie le chiede per il personale che sarà chiamato ad assecondare questa nuova forma di colloquio visivo.

Ci teniamo a precisare che tutto ciò che di legale viene fatto fare in carcere sarà ben accetto dalla UIL PA a patto però che la garanzia del diritto dei lavoratori a svolgere la propria professione con altrettanta sacralità  sia assolutamente garantita non omettendo di  metterla al primo posto nelle scelte da farsi  compresa quella di fare entrare in carcere, seppur per incontrare i loro padroni,  cani e gatti.

Mauro Nardella – Componente UIL CST Adriatica Gran Sasso con delega alla Pubblica Amministrazione

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