articolo originale: 16 giugno 2009
Ricostruzione – Una due giorni di proteste iniziate ieri davanti all’aeroporto de L’Aquila, simbolo del G8 di luglio, e che si trasferisce davanti a Montecitorio. Ma la maggioranza ha già dichiarato di non avere intenzione di fare modifiche
di Pietro Orsatti e Angelo Venti su Terra
«Vogliamo risposte certe, non ci possono continuare a tenere buoni con delle promesse. Dobbiamo sapere se ci sono o non ci sono i soldi, se c’è la copertura». Il sindaco de L’Aquila è categorico mentre davanti all’ingresso dell’aeroporto del capoluogo, simbolo insieme alla caserma della scuola della Guardia di finanza di Coppito del G8 aquilano, si raccolgono cittadini e, soprattutto, amministratori locali, per dare il via alla due giorni di protesta contro il decreto Abruzzo in discussione alla Camera. E l’orientamento della maggioranza è quello di non cambiare il decreto, andando contro sia le posizioni assunte dall’opposizione sia le richieste che arrivano dalle amministrazioni abruzzesi. «Questo è solo l’inizio di una mobilitazione dura – ha annunciato la presidente della Provincia de L’Aquila, Stefania Pezzopane -. Non saranno i no a fermarci. Cambieremo il decreto a ogni costo, perché è ingiusto e discriminatorio». Ma la protesta delle centinaia di persone che ieri si sono date appuntamento allo scalo aquilano non è solo contro il testo in discussione. C’è anche la questione della ricostruzione mai partita, delle casette che, oltre a ospitare solo un quinto dei senza tetto, non saranno mai pronte prima delle gelate. E poi c’è il G8. I lavori, l’attenzione, i soldi sembrano in questa fase destinati solo al grande appuntamento internazionale. Mentre nella tendopoli di piazza D’armi si installano tendoni «collaudati e approvati dalla direzione centrale», nella caserma della Guardia di finanza di Coppito che ospiterà il summit sono stati installati “soltanto” 5.000 climatizzatori. E poi, quella che doveva essere “la cittadella” dei poteri, sede di amministrazioni come Prefettura, Comune e Protezione civile, è oggi già quasi totalmente in mano a uomini dei Servizi, non solo italiani.
Tutti fuori, anche i finanzieri “padroni di casa” quindi, ma dove? Un
po’ qui e un po’ là, in altre strutture provvisorie e arrangiate per
far spazio a un summit che non ha portato finora nulla in termini di
ricostruzione alla zona colpita dal sisma del 6 aprile.
Con l’avvicinarsi del G8, infatti, è sempre più evidente questa
contraddizione: i terremotati in tenda, con solo qualche telo in più per
proteggersi dal sole (ovviamente “approvato” dalla “direzione
centrale”) e invece a Coppito si mettono al lavoro «i migliori mobilieri
d’Italia», come ha candidamente annunciato il premier in trasferta
all’incontro annuale dei giovani di Confindustria sabato scorso.
E anche il segreto di Stato, posto dal governo e dagli apparati di
sicurezza, sembra un mistero di Pulcinella che fa acqua da tutte le
parti. Addirittura le indiscrezioni sul tipo dei mezzi antincendio
commissionati ai Vigili del fuoco (i Superdragon) fanno capire che nei
lavori di ampliamento e allungamento, la pista dell’aeroporto è stata
prolungata almeno di 700 metri per permettere il decollo e l’atterraggio
di aerei delle dimensioni almeno di un DC9.
Oggi, quindi, a Roma, davanti a Montecitorio alle 16, si trasferirà la
protesta delle popolazioni terremotate, durante i lavori della
commissione Ambiente. Le richieste sono poche ma essenziali: «Questo
Parlamento deve garantirci la riparazione di tutti i danni, così come
promesso nei proclami televisivi – si legge nel comunicato di
convocazione della manifestazione -. Contributi che coprano il 100% dei
danni effettivamente subiti non solo da tutte le case, ma anche dalle
attività produttive, culturali ecc.; non un centesimo di più, non un
centesimo di meno. Finanziamenti in tempi certi e a fondo perduto. Ora
servono soldi non giochi di prestigio». Anche i Vigili del fuoco se la
prendono con il governo su come sta gestendo la situazione
nell’aquilano. Dopo il ritiro da parte del governo «degli emendamenti
proposti e sbandierati dal ministro Maroni nel decreto legge sul
terremoto in Abruzzo in favore dei Vigili del fuoco», la Confsal Vigili
del fuoco ha indetto per venerdì 19 giugno alle ore 11 una conferenza
stampa a L’Aquila.
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