Sistema sanitario – Medisalus: inquinamento e autorizzazioni in consiglio comunale

Redazione
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di Angelo Venti e Claudio Abruzzo

Lecce nei Marsi – Autorizzazioni a rischio e sospetti d’inquinamento ambientale per il Centro Medisalus. Sono 3 le interrogazioni comunali sul centro di riabilitazione finito, insieme al suo patron Arnaldo Aratari, sotto la lente di ingrandimento della Procura di Avezzano.
Il sindaco De Angelis: «abbiamo fiducia nella giustizia»

Le tre interrogazioni – presentate dai consiglieri di opposizione Alessio Della Costa, Omar Favoriti e Michelina Macera, e discusse nell’ultimo consiglio comunale – riguardano rispettivamente l’accertamento di una presunta lottizzazione abusiva, l’inquinamento delle acque e del suolo e infine la revoca delle autorizzazioni comunali per l’esercizio dell’attività sanitaria nella struttura.

Tre interrogazioni ficcanti che toccano tre nervi scoperti dell’affaire Medisalus. Temi interconnessi tra loro e che, c’è da scommetterci, torneranno prepotentemente alla ribalta anche nei vari tronconi di quella che si preannuncia come una inchiesta sul Sistema sanitario regionale: origini oscure della struttura edilizia; mancato allacciamento alla rete fognaria e inquinamento; iter autorizzativo della struttura sanitaria.

A rispondere ai tre consiglieri è il sindaco di Lecce nei Marsi, Gianluca De Angelis

Sul primo punto, per l’Ufficio tecnico comunale non sussisterebbero i presupposti della lottizzazione abusiva ma, eventualmente, quelli del singolo abuso edilizio. La differenza tra le due tipologie di abuso – lo specifichiamo per inciso – non è questione di lana caprina ma investe gli strumenti reali di intervento del Comune, che vanno dalla confisca dell’area alla richiesta di un semplice adeguamento.

Molto più serio, invece, il punto sul mancato allaccio alla fogna e sull’inquinamento di acque e terreni

Ricordiamo che è la Guardia di finanza che, nel luglio scorso, effettua presso la Medisalus un sopralluogo alla presenza dei sindaci di Lecce e Gioia dei Marsi, Asl, Carabinieri forestali e Arta. Si accerta così che il centro medico è privo di allaccio alla rete fognaria e che gli scarichi, che sarebbero altamente inquinanti, vengono dispersi nel terreno circostante la struttura.

Ipotesi d’inquinamento ambientale, quindi, su cui il sindaco risponde così: “il Comune non ha allo stato ricevuto alcuna comunicazione circa l’esito delle indagini preliminari sui parametri oggetto di inquinamento dei siti, né ha ricevuto alcuna informazione da Provincia o Regione. La competenza circa eventuali provvedimenti sanzionatori relativi ai fatti accertati appartiene esclusivamente alla Procura”.

Infine la revoca delle autorizzazioni alla struttura sanitaria

Secondo il Sindaco, sulla struttura Medisalus persiste la necessità del ripristino allo stato di magazzino agricolo e che per tale obiettivo il Comune ha messo in atto tutte le procedure amministrative per la decadenza di tutte le autorizzazioni di cui la struttura è attualmente in possesso.

Per comprendere il senso di questa dichiarazione del sindaco De Angelis bisogna ricostruire però tutti i passaggi, partendo dall’inizio.

Nel 1996, grazie a un’autocertificazione con cui dichiarava di svolgere come attività prevalente quella di coltivatore diretto, il prof di educazione fisica Arnaldo Aratari ottiene dal Comune l’autorizzazione a costruire in area agricola un magazzino.

Nel giugno 1998 il magazzino da agricolo viene però trasformato in Centro per attività sociali, grazie ad una variante prevista dalla legge urbanistica che però contestualmente vincola l’immobile a tale uso per almeno 20 anni. La stessa legge prevede anche che il venir meno di tale vincolo d’uso comporta il ripristino agricolo dell’area.   

Succede però che appena 4 mesi dopo, il 20 ottobre 1998, con il provvedimento nr. 566 la Giunta regionale autorizza l’Aratari a trasferire una sua attività sanitaria di fisiokinesiterapia da Gioia a Lecce nei Marsi, proprio all’interno dell’ex magazzino agricolo, appena trasformato in Centro sociale.  Per il Comune è proprio questa variazione di destinazione d’uso da attività sociale ad attività sanitaria a costituire l’interruzione del vincolo d’uso ventennale e sarebbe quindi il motivo che obbliga al ripristino dell’area alla originaria destinazione agricola.

Così riassume il Sindaco De Angelis:

“Nel 2017 revocammo l’autorizzazione alla Medisalus intimando il ripristino dell’originaria destinazione urbanistica dell’area. Contro quella revoca – ricorda il sindaco – la Medisalus ha proposto un ricorso al Tar, che ha concesso la sospensiva, in attesa di pronunciarsi il prossimo 22 maggio. Siamo fiduciosi nella giustizia – conclude il Sindaco – e quindi speriamo che il Tar ci dia ragione e che  l’area possa essere ripristinata all’originaria destinazione urbanistica”.

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