Sistema sanitario – Il giudice: «Lo Stato sta capitolando davanti alla difesa di Aratari»

Redazione
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di Angelo Venti e Claudio Abruzzo

AVEZZANO – Inchiesta “Tutti per uno”: clamoroso colpo di scena apre scenari da far tremare i polsi nell’inchiesta della procura di Avezzano su un giro di pensioni, certificati e false autorizzazioni con il coinvolgimento di medici, politici ed esponenti delle forze dell’ordine. Il Giudice: « Lo Stato sta capitolando davanti alla difesa di Aratari »

E’ questa la frase che rimane sospesa per alcuni secondi nell’aula 5 del tribunale di Avezzano, piombata di colpo in un silenzio assordante. A scandirla è il giudice Maria Proia, che subito dopo dichiara di voler presentare “istanza di astensione dal processo”.

Dichiarazioni shock subito raccolte dall’avv. Antonio Valentini, difensore dell’imputato, che chiede di mettere a verbale una sua richiesta di astensione del giudice in quanto “non serena” nei confronti del processo.

Parole pesanti che si abbattono come macigni sul processo in corso, una svolta improvvisa che mette in evidenza molte ombre che evocano scenari dai contorni inquietanti. Un’inchiesta che a questo punto promette risvolti clamorosi e che potrebbe allargarsi all’intero sistema sanitario regionale.

Ma procediamo per ordine

In aula si stava discutendo il procedimento penale 558/17, che vede Arnaldo Aratari accusato dalla Procura di Truffa aggravata ai danni dello Stato per aver percepito indebitamente una pensione. In particolare era in corso un incidente probatorio (…aperto il 10 ottobre scorso e ora rinviato al prossimo aprile), in cui il prof. Cristian D’Ovidio, nella veste di perito del tribunale, spiegava i risultati della sua consulenza. La situazione precipita all’improvviso, quando il consulente rifiuta l’incarico per una ulteriore perizia, perché offeso dalle precedenti contestazioni di procura e polizia giudiziaria.

E così l’incidente probatorio che doveva servire per cristallizzare delle prove con l’esame del CTU, finisce per cristallizzare tutt’altre dichiarazioni. Sono molti gli elementi che saltano fuori nell’insolito – diciamo anzi “irrituale” – dibattito che si apre in aula tra il giudice Maria Proia e il Pm Andrea Padalino da una parte e l’avv. della difesa Antonio Valentini e il CTU nominato dal tribunale prof. Cristian D’Ovidio, dall’altra.

Il Giudice Proia, dopo lo sfogo iniziale, elenca una serie di episodi gravi e inquietanti che, precisa, “non mi sono accaduti nemmeno quando ero a Palermo“: interessamenti e attenzioni anche alla “sua vita privata” da parte degli indagati o di soggetti a loro vicini; una sua prima richiesta di “astensione dal processo” presentata al precedente Presidente del tribunale e da questi rifiutata; un esposto contro il giudice presentato dalla difesa dell’imputato; un esposto del giudice contro l’avv. Valentini… Nel botta e risposta il Pm accenna anche alle manovre della difesa per ottenere l’estromissione dei finanzieri dalle indagini e di curiosi pedinamenti con inversione dei ruoli tra indagati e inquirenti. Infine, il Ctu D’Ovidio che dichiara la sua indisponibità a continuare nella consulenza.

A chiudere la singolare udienza ci pensa il Procuratore Andrea Padalino, che nell’insolito ruolo di mediatore riesce a convincere giudice e avvocato della difesa a soprassedere dalle incrociate “istanze di astensione dal processo” ed a sospendere l’udienza con l’auspicio che nel frattempo si calmino gli animi. L’udienza è stata così rinviata ad aprile: sarebbe così la terza udienza per lo stesso incidente probatorio. Tra l’altro, par di capire, per la nomina di un nuovo Consulente tecnico…

Ma veniamo al dunque

Di fatto ciò che a sorpresa è emerso nell’udienza è una serie di episodi veri o presunti con un allarmante ricorso a mezzi leciti o illeciti. Un impiego di forze e risorse che francamente non può essere giustificato – con tutto il rispetto – solo dal presunto percepimento illegittimo di una pensione da parte dell’imputato Aratari. A questo punto, tutto lascia invece ritenere che il gioco, molto probabilmente, va ben oltre: la sensazione è che ci troviamo di fronte a una interessante inchiesta e a dei processi che meritano di essere seguiti con molta attenzione.

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