Scheda – Treno per lo sviluppo

Redazione
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Nel xix secolo la Roma-Pescara fu salutata come la via piú breve tra i due mari.
Con i suoi 240 km di strada ferrata (di cui 21 in galleria e quattro di viadotti), con le sue 36 stazioni e 101 passaggi a livello, rappresenta ancora una nobile testimonianza dei limiti dell’ingegneria ferroviaria ottocentesca.
Oggi la sua velocizzazione rappresenta un’opera di respiro nazionale perché è vitale per l’espansione di Roma, per lo sviluppo dell’Abruzzo e per i collegamenti con i Balcani.
Storicamente, la vicinanza della città ha favorito l’emigrazione degli abruzzesi, permettendo loro di mantenere stretti legami con la terra di origine. Roma è la città abitata dal maggior numero di abruzzesi, ad essi si aggiungono migliaia di pendolari che ogni giorno vi si recano per lavoro o studio.
Finora il collegamento con Roma ha svolto un ruolo centrale per lo sviluppo del Fucino, della montagna appenninica e di tutto l’Abruzzo, ma l’attuale intasamento è forse la causa prima della stasi della nostra regione. Oggi un collegamento veloce, consentirebbe a molti abruzzesi che vivono a Roma di tornare ad abitare nei paesi d’origine.
Gli interventi allo studio sono possibili e relativamente economici: non si discute di Alta velocità ma di Alta capacità.
Una riduzione dei tempi si otterrebbe con i raddoppi Roma-Guidonia e Chieti-Pescara.
Altre riduzioni con l’ammodernamento della linea e con il ricorso ad alcune varianti di tracciato nei tratti di Tivoli, Carsoli, Sante Marie, Chieti. Nel solo tratto Celano-Sulmona-Popoli, il percorso può ridursi anche di 46 km di curve e salite.
Da Roma si potrebbe raggiungere Avezzano in 50 minuti, Pescara in meno di due ore.

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