Processo false pensioni – Nota dell’avv. Antonio Valentini, difensore dell’Aratari

Redazione
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Avv. Antonio Valentini

In merito al nostro articolo “Processo false pensioni – Aratari tra sequestri, dissequestri e coup de théâtre“, pubblicato su site.it il giorno 5 agosto 2021, abbiamo ricevuto in data 9 agosto a mezzo mail questa interessante nota dell’avv. Antonio Valentini che pubblichiamo integralmente e che vi invitiamo a leggere, anche per i temi e gli ulteriori spunti e domande in essa contenuti.

Il Direttore di site.it Angelo Venti

NOTA INTEGRALE dell’avv. Antonio Valentini, difensore di Arnaldo Aratari

Gentile Direttore,

forse è il caso di (an)notare a codesta spett.le Testata, e a tutti coloro che tramite essa sono venuti a conoscenza della vicenda pensionistica del Prof. Aratari Arnaldo, che lo stesso gode di una pensione contributiva formata per circa il 90% dai contributi versati in oltre 29 anni di servizio e per una minima parte (10% circa e 300,00 mensili) in virtù della dispensa dal lavoro ottenuta per causa di servizio da parte di altre Commissioni (Chieti e Roma rispettivamente negli anni 2003 e 2005).

Ciò detto, visto che codesta spett.le Testata è così bene attenta tanto da riportare sommarie informazioni rilasciate da uno solo dei membri della commissione e magari non riportare quelle degli altri due membri (di cui uno Presidente), sarebbe il caso che si chiedesse – in virtù di un onesto servizio di cronaca, come mai le indagini sempre della Guardia di Finanza e, per esse, sempre dalle stesse persone hanno preso di mira tutta la famiglia dell’Aratari, compreso lo anziano suocero attinto dalle medesime accuse e poi assolto dopo, anche qui, numerose perizie? Sarebbe il caso che si chiedesse come mai le indagini non hanno mai trasmigrato verso altre Forze dell’Ordine nonostante ripetute richieste? Sarebbe il caso che si chiedesse come mai la Procura della Repubblica di Avezzano, e per essa il Procuratore in persona, non ha mosso un dito (anzi li ha redarguiti!!!) nei confronti dei finanzieri che hanno accusato di falso il prof. D’Ovidio? Sarebbe sempre il caso di chiedersi come mai la Guardia di Finanza, notte tempo, entra in privata dimora estraendo le registrazioni delle telecamere e su questo comportamento la Procura di Avezzano ancora non notizia quella che dovrebbe essere la P.O.? Ci sarebbe da chiedere ancora come mai il Prof. Aratari è stato seguito, intercettato, compreso GPS in auto, per circa due anni? Ed infine – ribadendo che quanto detto sono solo alcune delle domande che sarebbe bene che qualcuno si ponesse – sottolineo due circostanze:

La prima: la condanna del Prof. Aratari è derivata da una casuale intercettazione ambientale con la moglie (casuale perché il Prof. Aratari aveva casualmente – !!! – acceso il telefono) trascritta su un brogliaccio della Guardia di Finanza (- !!! – ) e nel processo era coinvolta anche la moglie funzionaria della Agenzia delle Entrate e, sebbene il fatto non attenesse alle sue funzioni, era stata sospesa dal servizio e da qui la  necessità del Giudizio Abbreviato ove – al  fine di evitare i  tempi  biblici del  Tribunale  di Avezzano – la telefonata di cui sopra – casualmente intercettata e trascritta su un brogliaccio della Guardia di Finanza ha fatto prova. Dico solo, e su tale punto concludo, che non esiste agli atti alcun certificato a firma del Dott. Gallese a favore dell’Aratari, nei tempi di riferimento.

La seconda: la intera vicenda processuale, con puntuali riferimenti documentali e dichiarativi, è stata portata all’attenzione della Procura Generale presso la Corte di Appello, della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Campobasso, del Consiglio Superiore della Magistratura e per una – ritenuta – doverosa ispezione, al Ministero di Grazia e Giustizia.

Dell’esposto nei confronti del sottoscritto Difensore, cui si fa cenno nell’articolo, non se n’è avuta traccia successiva avendo il medesimo svolto la propria professione talvolta in momenti di difficoltà, ma sempre nell’esclusivo interesse delle persone che a lui si affidano, ed attendo, con serena determinazione, gli esiti di tale esposto.

Sarebbe viceversa molto interessante conoscere quali sono stati i gravi ed inquietanti episodi “mai accaduti alla Dr.ssa Proia neanche quando era a Palermo”, e da chi e con quali modalità posti in essere.

Sono grato per l’attenzione che la S.V. vorrà riservarmi con la integrale pubblicazione della presente nota – anche ai sensi dell’art. 8 della Legge sulla Stampa e, ovviamente, sono a disposizione per qualsiasi chiarimento che sarà circoscritto a prove documentali e non già ad illazioni o, peggio ancora, a chiacchiericcio, se non purtroppo a vero proprio fumus persecutionis.

L’Aquila, lì 09.08.2021           

Avv. Antonio Valentini

ANTONIO VALENTINI studiolegalevalentiniaq@gmail.com

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