Pro Loco Avezzano, 4° Tavola rotonda di Etnomusicologia – “Da Avezzano all’Abruzzo”

Claudio Abruzzo
Claudio Abruzzo
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Video riprese e foto di Marco Di Gennaro

Palazzo Torlonia, 10-3-2019. Si è tenuta alla Sala Conferenze di Palazzo Torlonia la 4° Tavola Rotonda di Etnomusicologia, “Da Avezzano all’Abruzzo“, un evento organizzato dalla Pro loco di Avezzano, in collaborazione con MVSA (Musica d’Abruzzo), e patrocinato dal Consiglio Regionale d’Abruzzo e dal Comune di Avezzano: l’evento si è sviluppato durante tutto l’arco della giornata e ha visto la partecipazione di importanti relatori e ricercatori del canto popolare. Hanno partecipato anche numerosi cantori provenienti da Capistrello e Scurcola Marsicana, che hanno espletato esecuzioni vocali dal vivo.
In entrambe le sezioni si è registrata grande affluenza di pubblico eterogeneo, costituito anche da studenti liceali. Le relazioni hanno messo in rilievo come la ricerca etnomusicologica ricopra un ruolo molto importante per la ricostruzione delle identità socioculturali delle singole comunità.

EDOARDO TUDICO

Un’edizione di spessore con importanti novità rispetto alle precedenti – afferma Edoardo Tudico, presidente della Pro Loco Avezzano – grazie al coinvolgimento di circa 15 persone anziane, è stato possibile ascoltare direttamente dalla loro voce i canti tradizionali popolari locali“.

Un programma articolato e molto eterogeneo. Nella mattinata, Domenico Di Virgilio (etnomusicologo dell’archivio etnolinguistico musicale abruzzese) ha riprodotto alcuni dei canti della raccolta Regnoni/Macera registrati a Pescina nel 1958: “10 canti importantissimi perché documentano un repertorio di tradizione orale in un momento in cui la cultura contadina andava scomparendo”.
“Una rassegna che ci riporta indietro nel tempo e ci fa assaporare un po’ quello che è stata la nostra storia– afferma il sindaco Stefano Iulianellacome rappresentante della città di Pescina sono stato molto orgoglioso di poter ascoltare per la prima volta dei brani registrati nella mia città; brani che sono custoditi nell’archivio nazionale dell’accademia di Santa Lucia ma che faremo in modo di far conoscere a tutti“.


Carmina Palleschi e Angelo Fracassi hanno poi relazionato sui canti popolari di Capistrello: una delegazione di persone anziane ha inoltre riprodotto dal vivo alcuni di questi canti, allietando il pubblico presente.

IL CANTO POPOLARE A CAPISTRELLO TRA FOLKLORE E MEMORIA

Nel pomeriggio Orante Bellanima, direttore del coro di Avezzano, ha illustrato alcuni dei canti popolari tradizionali locali più conosciuti dal 1955 ad oggi. A seguire Luigi Di Tullio (direttore del coro di Vasto) che ha parlato dei nuovi canti popolari Abruzzesi, e Monica Tortora, direttrice del coro di Scurcola, che ha relazionato sui canti popolari in ambito familiare, riprodotti dal vivo dall’esibizione eccentrica dei fratelli Tortora.

I FIGLI DI MARIETTA ‘ERITA RICORDANO
prof. Gianluca Tarquinio

Particolarmente interessante l’intervento del professor Gianluca Tarquinio, deus ex machina dell’organizzazione, sui canti ispirati al terremoto della Marsica del 1915. “ Solitamente le catastrofi naturali– afferma l’etnomusicologo aquilano- ispirano poeti e musicisti a lasciare una testimonianza di quel dramma. Questo è avvenuto anche nei canti popolari: Avezzano e la Marsica ne conservano tantissimi. L’indagine che ho condotto ha messo in rilievo come un canto ispirato da un fatto drammatico, l’omicidio del presidente francese nel 1894, abbia poi dato spunto ai canti popolari sul terremoto del 1915“.

ILIO LEONIO

Nell’epoca in cui tutte le espressioni artistiche e musicali vengono affidate a strumenti multimediali è importante riscoprire le radici di una terra e di un popolo soprattutto tramite la testimonianza diretta delle persone che quelle esperienze le hanno vissute: anche attraverso la riscoperta del canto popolare si può mantenere viva l’identità socio-culturale del popolo marsicano. ” Ma perché non valorizzare la musica della nostra storia? -conclude Ilio Leonioforse i nostri giovani dovrebbero riprendere lo slang musicale delle nostre tradizioni e tradurlo in nuova poesia musicale, come è stato fatto per il Gospel“.

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