Premio Internazionale “La città della Rosa” al prof. Francesco Barone

Claudio Abruzzo
Claudio Abruzzo
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Un ulteriore importante riconoscimento internazionale per il docente e missionario Francesco Barone, da oltre 20 anni impegnato in missioni umanitarie in Ruanda, Burundi, Senegal e Repubblica Democratica del Congo, per sostenere e aiutare i bambini che vivono in situazioni di estrema vulnerabilità.  A seguito di tali significative attività, nella città di Bukavu, ha ricevuto l’incarico di portavoce di Denis Mukwege, premio Nobel per la pace 2018, con lo scopo di diffondere il documento di denuncia che riguarda le atrocità di cui sono vittime gli abitanti del Congo.

Il premio “La città della rosa” – Edizione 2020, patrocinato dal Comune di Aulla e dalla Regione Toscana, è stato conferito a chi da anni è impegnato a diffondere i valori della pace e dei diritti umani, a difesa delle donne vittime di violenza e dei bambini sfruttati.

Le sue parole, dette e scritte, unite ad azioni concrete, caratterizzano Francesco Barone, quale persona attenta ai bisogni degli ultimi e soprattutto dei bambini vittime dello sfruttamento del lavoro minorile. Autore di numerose pubblicazioni, tra le quali, Pedagogia molecolare; Le nuove schiavitù. Il diritto di dimenticare, il dovere di ricordare; Le povertà, tra colonizzazione e globalizzazione, Barone ha posto più volte l’accento su questo “mondo precario”, in cui la maggior parte delle persone vive un disagio sociale, a causa dell’assenza di certezze esistenziali e di inqualificabili disuguaglianze.  E inoltre, il tema della solidarietà, intesa come socialità, pace, libertà, giustizia, co-responsabilità, nel nome di un bene che è concetto assoluto, superiore, e che come tale va ricercato oltre e al di sopra dei propri interessi. 

Quindi, la relazione con l’altro, che si pone come elemento insostituibile dell’intera esperienza della persona, poiché la sua storia è permeata da continue presenze dell’altro. E ancora,   il valore della pace, intesa non solo come l’opposto della guerra, ma anche e soprattutto, come la lotta contro la disumanizzazione, la convinzione che non debba mai prevalere il lato oscuro della ragione, la netta distinzione tra il bene della non violenza e il male della violenza. Quindi, congratulazioni per questo prestigioso e meritato riconoscimento, nei confronti di chi ha deciso di non restare indifferente e di agire concretamente a difesa dei diritti delle persone più fragili.    

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