Powercrop: le ragioni del muoversi

Franco Massimo Botticchio
Franco Massimo Botticchio
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Dopo la epocale Conferenza dei servizi del 24 marzo scorso, ove si esluda un  poco concludente documento sottoscritto dai sindaci della conca del Fucino, (tutti appassionatamente uniti tranne, ovvio, Celano, commissariata), sull’inceneritore Powercrop a Borgo Incile di Avezzano pareva essere scesa una cappa di silenzio.
Per oltre un mese, tutti in fiduciosa attesa della riunione del 29 aprile convocata a L’Aquila dal prefetto Alecci onde valutare, unitamente ai firmatari dell’Accordo di riconversione produttiva dello zuccherificio di Celano del settembre 2007, «la possibilità di attuare la riconversione in aree alternative rispetto all’area di progetto già sottoposta a valutazione negativa da parte della Conferenza dei Servizi».
powercrop-3Le iniziative congiunte di Legambiente e Libera – diffida a Regione e Comune di Avezzano ed esposto contro il Presidente della Commissione Via Antonio Sorgi – consentono oggi di aeràre un poco il microclima di questa vertenza, liberandolo dai miasmi dell’incombente ricorso al Tar della Powercrop avverso l’esito negativo della procedura.
Nel nostro piccolo, ci eravamo molto meravigliati di come alcuni passaggi giuridici da compiere e da chiedere se si vuole concretamente impedire la realizzazione di un simile mostro incenerente (non se la si auspica), non fossero molto considerati dal variegato fronte antipowercrop. Si è preferito, insomma, continuare a cincischiare passandosi il megafono davanti all’Emiciclo per tuonare contro non si sa bene chi e non si capisce bene per fare cosa, se non il polverone: sono ormai [in apparenza] tutti contrari all’impianto, tranne forse i proponenti ed un paio di giapponesi locali. Intanto, mentre si perde tempo ad organizzare gite in pullman, la Powercrop si avvicina indisturbata alla meta.
powercrop-4E’ dunque con favore che si apprende che Legambiente si sia determinata a diffidare la Regione Abruzzo ed il Comune di Avezzano affinché concludano e definiscano celermente il procedimento di approvazione del Piano di Assetto Naturalistico della Riserva Naturale Regionale del Monte Salviano. La questione si spiega molto facilmente: il Piano di Assetto regolamenta anche una fondamentale fascia di rispetto dell’area contigua alla Riserva che, andando a ricadere ove si pensa di realizzare l’impianto (che per comodità definiamo) Powercrop, in pratica ne impedirebbe la costruzione.
Come noto, la Riserva Naturale Regionale del Monte Salviano è stata istituita nello scorso millennio, ovvero nell’anno del signore 1999, e la sua legge istitutiva prevedeva che entro 60 giorni si affidasse l’incarico per la elaborazione del Piano di Assetto Naturalistico e che questo, una volta pronto, fosse approvato, dal Consiglio regionale, entro 4 mesi dal suo approdo all’Urbanistica regionale per la relativa istruttoria.
Detto Piano di Assetto Naturalistico è stato infine adottato dal Consiglio comunale di Avezzano nell’anno 2010 ma da allora si è innescato uno strano meccanismo che, senza permetterci di richiamare tecnicamente la fattispecie del rimpallo (giacché non vi è traccia della palla) pure vi assomiglia molto. Ma sarebbe meglio scrivere di “inconoscibilità”, non essendo emerso quale fosse lo stato dell’iter di questo P.A.N.., la cui utilità/pericolosità è stata chiara sin dal principio ai soli avvocati di Powercrop. Cosicchè, nel dubbio, la sopracitata Associazione ha diffidato sia gli uffici della Regione che quelli del municipio avezzanese, a portare a termine l’approvazione del Piano stesso: se fosse stato fatto nei 5 anni trascorsi inutilmente dalla sua adozione, ora non staremmo qui a discutere di Powercrop.
Sarà solo dovuto ad ignavia, un così epocale ritardo? Sarà solo l’avversa fortuna? Difficile crederci.
powercrop-1Per sovrammercato, in tale frangente ci si è poi avveduti che nell’anno 2011 la Regione Abruzzo ha determinato, con l’opinione contraria di molte delle Autorità coinvolte, di assoggettare a Valutazione Ambientale Strategica (VAS) il Piano di Assetto Naturalistico della Riserva Naturale Regionale del Monte Salviano. Tanto per frapporre (legalmente, per carità: e con un bel parere dell’A.R.T.A.) un ulteriore ostacolo all’accidentato percorso della sua approvazione, penseranno i più maliziosi. Noi odiamo il complottismo, pure a leggere la firma in calce a questa determina regionale, quella del direttore regionale arch. Antonio Sorgi, qualche pensiero storto – che noi non nutriamo assolutamente, sia chiaro – potrebbe anche sorg…ere!
E qui veniamo all’inziativa di Libera. La denunzia, che non fa che assimilare, eviscerandone i contorni basilari con le dovute pezze d’appoggio, le molteplici iniziative già condotte – da associazioni e cittadini di quasi tutti i colori, negli ultimi anni – intorno al funzionamento della Commissione regionale di Valutazione di Impatto Ambientale, stigmatizzato dalle più varie istanze, da Bruxelles sino a… Cardito di Venere di Pescina, al pari del funzionamento di quella nazionale.
La domanda centrale dell’esposto di Libera è: siamo certi che quel giudizio – del Comitato V.I.A. del 2010 presieduto manco a dirlo da Antonio Sorgi – favorevole all’impianto Powercrop, fu genuino?
powercrop-5Ma più ancora brucia la constatazione che di due progetti, dei quali uno esclude l’altro, l’iter di uno vada avanti (inceneritore) e l’altro (Salviano) sia rimasto sostanzialmente al palo…. Casualità? Qui è un’intera macchina amministrativa che probabilmente non ha funzionato come avrebbe dovuto… quantomeno per dirimere quest’intercetto tra progetti.
Tradotto, a parlare chiaro a chi intende opporsi all’impianto: occorre predisporre la VAS (è dal 2011 che aspetta – attenzione a chi la si commissiona però!) , portare il Piano di Assetto Naturalistico della Riserva Naturale Regionale del Monte Salviano in Regione e farlo approvare da parte del Consiglio regionale. Stop. Chi, al Comune di Avezzano, negli uffici, tergiverserà, dovrà renderci conto della ragione del tergiversare, della inazione passata e di quella futura. Prima di prendersela con D’Alfonso, prima di reclamare con la Politica (chiedendole quel che non può e non deve fare), occorre esigere che ad Avezzano e negli uffici della Regione si faccia quel che per troppo tempo si è evitato di fare. Anche qui: ignavia? Altro?.
Chi lo deve fare è sin troppo chiaro, si sono persi anni e non si può più scherzare: fatelo. E’ un vostro dovere d’ufficio. Ove ciò non dovesse, sciaguratamente, accadere, speriamo nell’azione di Legambiente con il già preannunciato ricorso al giudice amministrativo, sino alla nomina del commissario ad acta.
Molte perplessità ha ingenerato l’atteggiamento dell’ente Comune di Avezzano in alcuni frangenti decisivi, come ad esempio in occasione della Conferenza dei servizi dello scorso 24 marzo scorso, finita come sappiamo per ragioni indipendenti dalla volontà degli avezzanesi ivi accorsi. Ma tale doglianza la si può riferire anche ad altri episodi, lontani e recenti. Di questi ultimi, notevole quando, poche settimane or sono, l’idea dei proponenti l’inceneritore di interrare i cavi che dovrebbero portare in rete quella corrente che a noi non serve, è passata come variante migliorativa, con tanti ringraziamenti. Incredibile.
Dall’anno scorso, al Comune di Avezzano, hanno in mano il primo livello di microzonazione sismica – realizzato da esperti fededegni, nell’ambito del POR-FESR, IV, 3.1.c (Regione Abruzzo) e dal Dipartimen-to di Protezione civile – da dove si ricava l’informazione che quei terreni prospicienti il Fucino tra Avezzano e Luco, sono potenzialmente soggetti, in caso di evento tellurico, in vario grado, al fenomeno detto della liquefazione. Prima di interrarci le vene del mostro incenerente (o qualsiasi altra cosa) ci si dovrebbe riflettere bene, ed in ogni caso senza applaudire.
Da che parte state?

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