Per nuovi gasdotti e stoccaggi il principale problema è…la scarsità nella domanda di gas!

Redazione
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COMUNICATO STAMPA


Gas. Per nuovi gasdotti e stoccaggi il principale problema è…la scarsità nella domanda di gas! A dirlo ieri le authority dell’energia dei paesi mediterranei in un comunicato e in un dossier di MedReg Gas, associazione dei regolatori del mercato. L’Italia tra le più sicure in capacità di stoccaggio per far fronte alle crisi e ai picchi di domanda; gasdotti trasportano poco gas per km rispetto agli altri paesi. Perché insistere su nuovi progetti con una rete sovradimensionata e consumi in calo rispetto al picco del 2005?

La scarsità della domanda di gas è il principale ostacolo alla realizzazione di nuove infrastrutture come gasdotti e stoccaggi. A dirlo in un comunicato stampa diffuso ieri è stata l’associazione che riunisce tutte le Authority per l’Energia del paesi del Mediterraneo, i cosiddetti regolatori del mercato, nel presentare un documento sullo stato delle reti e sui nuovi progetti di infrastrutture in corso di esame e/o realizzazione nell’area.

Il comunicato è cristallino e, si può leggere:

In terms of barriers affecting the investment plans, MEDREG Members indicated the insufficient market demand as the biggest one” (In termini di barriere che riguardano i piani di investimenti, i membri di MEDREG indicano l’insufficiente domanda di mercato come il principale problema”, traduzione a nostra cura).

Inoltre “Looking at LNG and storage capacities versus demand, Spain, Portugal, Italy and France are the most secure countries to respond to peak demand and crisis,…” (“Guardando alla capacità di stoccaggio e rigassificazione rispetto alla domanda, Spagna, Portogallo, Italia e Francia sono i paesi più sicuri nel rispondere ai picchi di domanda e alle crisi.,..”, traduzione a nostra cura).

Insomma parole inequivocabili che sono una pietra tombale sulle giustificazioni di SNAM e Governo rispetto alla necessità per il paese di realizzare nuovi gasdotti, stoccaggi e rigassificatori.

I dati ufficiali ci dicono che i consumi di gas in Italia sono in forte calo rispetto al picco del 2005 (86,3 Miliardi di mc standard nel 2005 contro una stima di 74,7 miliardi del 2017; -13,5%), quando evidentemente la rete esistente ha tranquillamente distribuito il gas trasportato, segno che non servono nuove infrastrutture.

Inoltre nello studio vi è un altro dato molto interessante, il rapporto tra gas trasportato e lunghezza delle condotte. Il rapporto per l’Italia è tra i più bassi, segno che si trasporta poco gas per unità di lunghezza della rete (1,70 milioni di mc/km contro 8,04 del paese migliore, la Giordania). Per fare un confronto con i grandi paesi europei, la Francia ha un rapporto di 2,34 e la Germania 2,63. Per dire, nel 2014 la rete italiana di gasdotti, di 33.339 km, ha trasportato 56,8 miliardi di mc di gas; la rete tedesca, complessivamente più corta, con 26.985 km ha trasportato molto più gas, 70,9 miliardi di mc!

In realtà queste opere in Italia si fanno esclusivamente perché vengono caricate sulle bollette degli italiani per cui vi è un interesse da parte dei proponenti anche solo a costruirle e a manutenerle, senza considerare la reale efficienza ed economicità del sistema per i cittadini (a parte i costi ambientali e sanitari). Inoltre l’idea è quella di commerciare gas verso il Nord Europa trasformando l’Italia in un polo logistico degli idrocarburi, il cosiddetto “Hub del gas”.

Insomma, come abbiamo ribadito nella riuscita manifestazione di Sulmona, a loro i profitti, a noi tutti i rischi (e i costi).

[ ALLEGATI: 1 e 2 ]


COORDINAMENTO NO HUB DEL GAS – ABRUZZO

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