Parco Nazionale Abruzzo-Lazio-Molise, Wwf denuncia: “Orso bruno marsicano messo in pericolo dalla Regione Lazio”

Redazione
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È rimasto inascoltato l’appello del WWF che, con altre sette associazioni (Enpa, Lac, Lav, Lega nazionale difesa del cane, Lipu, Salviamo l’Orso e Orso and friends) aveva chiesto al Presidente del Consiglio dei Ministri Conte e al Ministro dell’Ambiente Costa di impugnare dinanzi alla Corte costituzionale l’art. 9 della Legge della Regione Lazio 27 febbraio 2020, n. 1 nella parte in cui aumenta la densita’ venatoria nell’area contigua del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, dando la possibilita’ di accesso e attivita’ anche ai cacciatori non residenti.

La norma regionale é incostituzionale perché contrasta con una norma nazionale ed é scientificamente inaccettabile perché determina forti danni per una specie importantissima e in via di estinzione come l’Orso bruno marsicano di cui sopravvivono solo poco più di 50 individui nel territorio del Parco e in quelli contigui.

L’art, 9 della Legge n. 1/2020 é in evidentissimo contrasto con la norma nazionale che stabilisce in maniera inequivocabile che “all’interno delle aree contigue le regioni possono disciplinare l’esercizio della caccia… soltanto nella forma della caccia controllata, riservata ai soli residenti dei comuni dell’area naturale protetta e dell’area contigua…” (art. 32, comma 3, Legge n. 394/1991, legge quadro sulle aree naturali protette). È altrettanto evidente l’insensatezza della norma regionale riguardo alle evidenze scientifiche: la sua applicazione potrebbe portare al raddoppio del numero di cacciatori che si aggirerebbero con le doppiette cariche di piombo nei posti dove vive l’orso marsicano.

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