Minacce di morte al premio Nobel Denis Mukwege – Francesco Barone, “Se l’Africa dovesse essere rappresentata da una pistola, il suo grilletto si troverebbe in Congo”

Claudio Abruzzo
Claudio Abruzzo
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Prof Barone, in queste ultime settimane si parla molto delle minacce di morte nei confronti di Denis Mukwege. Qual è il suo punto di vista in merito a tale situazione?

Il medico congolese, premio Nobel per la pace 2018, non è nuovo a queste gravi intimidazioni. E’ già accaduto più volte in passato, in un caso, insieme ai suoi familiari, è stato costretto a fuggire all’estero, lontano dal suo Paese di origine, la Repubblica Democratica del Congo. Nel 2012 è stato vittima di un attacco armato, ne è uscito incolume grazie all’intervento degli uomini della Missione delle Nazioni Unite che operava nel Paese africano. A denunciare questa ennesima drammatica e triste vicenda è Michelle Bachelet, in qualità di responsabile dei diritti umani delle Nazioni Unite. Come è noto, Mukwege da anni si batte per conoscere i responsabili delle ripetute violenze sessuali nei confronti di migliaia di donne e di molte altre violazioni dei diritti umani, avvenute nel periodo compreso tra il 1993 e il 2003. A tal proposito Mukwege, chiede di istituire un tribunale penale internazionale, con lo scopo di giudicare i gravi reati commessi nei confronti della popolazione civile.

In quale occasione ha incontrato Denis Mukwege?

L’ ho incontrato per la prima volta nel gennaio 2019 a Bukavu, unitamente ad altri due amici impegnati in una missione umanitaria a Goma. Ci siamo visti nell’ospedale Panzi dove lui svolge l’attività di Responsabile della struttura e di medico ginecologo. E’ stato un incontro cordiale e molto interessante, durante il quale, abbiamo parlato soprattutto di pace e di diritti umani. In quella occasione ho ricevuto un documento di denuncia che, al rientro in Italia, ho provveduto a diffondere attraverso interviste, conferenze, incontri nelle scuole. E soprattutto attraverso un’ importante interrogazione al Parlamento Europeo. Poi ci siamo rivisti a Roma e di nuovo a Bukavu. Ho potuto conoscere da vicino la storia di un uomo dall’elevato valore umano e morale. Attualmente il medico congolese viene considerato uno dei massimi esperti mondiali nella ricostruzione interna dell’apparato genitale femminile a seguito di uno stupro. 

A suo parere quali sono le cause dell’instabilità politica e socio-economica di quella parte dell’Africa?

Negli anni ‘60 Frantz Fanon, scriveva: “Se l’Africa dovesse essere rappresentata da una pistola, il suo grilletto si troverebbe in Congo”. Le cause sono molteplici. Oggi, c’è l’illusione che la schiavitù sia solamente una brutta e inqualificabile parentesi della storia dell’umanità. E invece, sono state modificate le modalità di prevaricazione, quindi, la schiavitù è una realtà attuale. Alla luce di queste considerazioni è facile dedurre che le radici dei problemi dell’Africa sono da ricercare non solo nel periodo coloniale , ma anche nel periodo concreto con cui il continente nero è uscito da quel periodo. L’eredità avvelenata dal colonialismo è duplice: da un lato vi è quella propriamente economica , dall’altro quella politica e sociale. Per quanto riguarda la prima, bisogna ricordare che nei decenni della dominazione europea, sono state sistematicamente distrutte le basi per un’economia africana autosufficiente. Le stesse regole del mercato mondiale, contribuiscono al paradosso, secondo il quale, l’Africa esporta ricchezza ma diventa sempre più povera. La crescente povertà generale dell’Africa, il divario sempre più netto tra ricchi e poveri, è dipesa anche dalla formazione di una classe di burocrati e funzionari legati alle nuove strutture dello Stato, che vengono utilizzate come fonte di arricchimento personale. E’ innegabile, inoltre, che vi è una diffusa indifferenza nei confronti di quell’immagine del mondo sofferente. Ed è altrettanto vero che pochi dimostrano attenzione in merito a quelle drammatiche condizioni di vita. Pochi fenomeni della storia moderna e contemporanea sono stati gravati da un malessere etico-intellettuale così profondo come quello della povertà di milioni di persone.

Quali sono i suoi suggerimenti per conoscere più approfonditamente la figura di Mukwege e quali potrebbero essere gli interventi a suo sostegno?

Consiglio di leggere un suo libro dal titolo “Figlie ferite dell’Africa”. Un racconto intenso e nitido sulla storia del medico congolese e sulla condizione in cui vivono milioni di persone vulnerabili.  Per quanto concerne gli interventi a suo sostegno, ritengo che sia importante e doveroso non lasciare solo questo uomo di pace. Necessita un’assunzione di responsabilità e di protesta civile e democratica da parte di tutti, affinché tali personalità possano continuare nella loro nobile azione a difesa dei diritti umani e del bene comune. 

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