MARSICA – Paura e delirio al CAM

Redazione
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Sul nuovo numero de “Il Martello del Fucino”

Paura e delirio al CAM

Con la stampa seria noi, che molto serii non siamo, abbiamo sempre avuto rapporti assai conflittuali. A torto o ragione, negli anni, su molti argomenti, abbiamo sofferto l’informazione ufficiale come embedded, ovvero, per dirla più semplice, fagocitata dagli stessi agenti e soggetti locali che venivano trattati, per il mezzo di molteplici vie (a partire dal conferimento degli incarichi per gli uffici stampa, la pubblicità, ecc.).
Attori e soggetti politici che, nel corso del tempo, hanno ricevuto, da detta stampa seria – che dovrebbe rappresentare il cane da guardia dell’opinione pubblica – trattamenti straordinariamente amichevoli, soprattutto in rapporto alle pessime prove fornite. Caso emblematico è quello del Consorzio acquedottistico marsicano sul quale, da secoli, sulla stampa seria, si leggono – se non quando dei veri e propri peana elevati nei confronti dei vari amministratori, estratti talvolta, del tutto acriticamente, dai comunicati stampa autoincensatori emanati dagli stessi interessati – delle amenità che nulla hanno a che fare con l’obiettività (che non esiste), con l’onestà (una chimera) e neppure con l’equidistanza (che dovrebbe rappresentare l’ultimo baluardo di un’informazione non definitivamente compromessa con il potere, fosse pure il nostro potere, straccione e zotico, quando comprende di non potersi permettere di rivestire il ruolo di contropotere). Così per molto tempo, alle grida di pochi che, inascoltati, formulavano fosche previsioni per il Cam, sfornando persino perizie ed analisi dei bilanci, dall’altra, un coro assordante di sindaci, in accordo con la stampa seria, replicava che tutto era in ordine, e che l’equilibrio economico-finanziario di quell’ente non era neppure in discussione. Così, geometri scarsamente alfabetizzati sono assurti al rango di scienziati della politica e dell’amministrazione (sino ad esportare cotanta esperienza a Pescara!). Questo sino all’altro giorno quando, improvvisamente, su un sito internet locale (serio, nel senso anzidetto), le nostre più terribile previsioni si sono inverate, sino ad essere superate, in un articolo che improvvisamente comunicava, senza tante commedie, che il Cam S.p.A. sarebbe “fuori” di 54 (cinquantaquattro) milioni di euro. Prima, dov’erano?
Nel mentre il disastro sta per consumarsi – e i prossimi stipendi dei dipendenti sono a rischio, tanto più che nell’ultima settimana i conti correnti del Consorzio sono stati raggiunti e ghermiti da creditori insoddisfatti – l’assemblea dei soci (ultima quella del 7 dicembre) continua a proporre spettacoli grotteschi del tenore: riunione dei sindaci di centrosinistra e riunione dei sindaci di centrodestra. Costoro non hanno ancora compreso che debbono portare i libri in Tribunale e che, in ogni caso, dovranno pagare i debiti contratti anche per la loro ignavia, in loro nome, da Gianfranconi e Pasqualini varii.

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[ Foto: Stralcio dalla nota del Comune di Avezzano sul CAM (5 dicembre 2012)]

 

 

La discussione sulla “governance dualistica” del
Consorzio acquedottistico marsicano: scopi inespressi e aspetti paradossali

 Da mesi o forse da anni si parla sui quotidiani locali dei presunti vantaggi che deriverebbero dall’introduzione del c.d. modello di gestione dualistico (artt. 2409-octies e ss. Cod. Civ.) nella governance del malandato Cam S.p.A.. Si tratta di un’idea bipartisan, e quindi ritenuta – dai nostri ‘ottimi’ rappresentati politici – equilibrata.
Siamo perplessi per un motivo generale di fondo (e cioè per il fatto che il sistema nasce per sfamare – con la magra torta rimasta – tante bocche fameliche, di varia connotazione politica, e non per far calmare gli appetiti) e alla luce di alcune riflessioni su aspetti particolari della questione:
Il requisito fondamentale del teutonico Aufsichrat (il nostrano Consiglio di Sorveglianza) è la sua indipendenza, che consente di rendere effettivo il potere/dovere di controllo sull’attività di gestione del Vorstand (il Consiglio di gestione).
Nel caso in esame abbiamo invece la sensazione che la governance duale pensata per il Cam sia solo un modo per spartire tra fazioni politiche il potere: nessuno dei due organi sarà indipendente, in quanto di nomina partitica, e certamente non sarà tale il Consiglio di Sorveglianza.
Il modello dualistico sottrae rilevanti poteri di controllo all’Assemblea dei Soci, in quanto  gran parte di tali poteri vengono assegnati all’organo di sorveglianza.
E’ un bene questo? Ne dubitiamo [anche se gli eventi degli ultimi anni rivelano che anche l’Assemblea tradizionale del sistema monistico con poteri pieni (per chiarire: l’attuale assemblea dei sindaci) può rinunciare a esercitare in modo eclatante – e su questo punto vedremo quello che succederà nei prossimi mesi –  le sue pur ampie prerogative].
Il sistema duale ha un senso nei grandi gruppi bancari o assicurativi, nei quali l’assemblea trova difficoltà oggettive nel suo funzionamento, dato l’estremo frazionamento del capitale azionario tra migliaia di soci. Ma in una società con poche decine di soci come il Cam S.p.A. che senso ha? Ve lo diciamo noi: moltiplicazione e spartizione di incarichi, maggiori costi per la collettività.
Quasi tutte le società che avevano abbracciato questo modello lo hanno poi abbandonato: ad esempio, a Piazza Affari sono rimaste meno di 10 società a impiegarlo su quasi 300 società quotate, di cui una sola municipalizzata, proprio perché il sistema duale non ha assicurato una gestione indipendente e controllata in modo rigoroso, ma solo la moltiplicazione di incarichi e il più bieco consociativismo.
Riflessione finale: abbiamo la sensazione che la discussione “sistema monistico versus sistema dualistico” sia solo uno specchietto per le allodole, per distogliere l’opinione pubblica dal vero problema, che non sta nel modello di governance, ma nel fatto che il Cam S.p.A. è stato piegato alle più becere logiche clientelari e spartitorie. Anzi: è probabile che l’adozione di questo sistema asseritamente innovativo abbia proprio lo scopo di consentire il mantenimento di incarichi e poteri a soggetti che dovrebbero invece eclissarsi e tacere per sempre, e di moltiplicare i pani e i pesci (che invece non ci sono più).
Roger 

 

– Scarica il PDF de Il Martello del Fucino 2012-14

 

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