Mani pulite nella Marsica – Nome in codice: “Anonimo tagliacozzano”

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di Angelo Venti e Claudio Abruzzo

Spulciare le carte prodotte dagli inquirenti nelle inchieste fotocopia di Tagliacozzo e Capistrello è come sbucciare, strato dopo strato, una cipolla. E in attesa di arrivare al cuore del bulbo, è una sorpresa continua.

Un lavoro che finisce, inevitabilmente, per toccare dei nervi scoperti. Come abbiamo già rilevato nei precedenti articoli, sono tanti i dubbi che sorgono sulle modalità di conduzione delle indagini, sull’opera di riscontro delle ipotesi di reato e dell’affidabilità delle fonti alla base delle accuse.

E non mancano le reazioni scontate. Da un lato il corollario di minacce allusive e scomposte nei nostri confronti provenienti da ambienti vicini agli inquirenti, dall’altro l’apprezzamento dei lettori per quello che una volta sarebbe stato un semplice e normale approfondimento giornalistico di cronaca giudiziaria. In mezzo, i segnali di smarcamento e di riposizionamento nelle stanze di via Corradini.

A tutto ciò, si aggiungono ora altre cose interessanti.Alla iniziale fase di difficoltà nel raccogliere elementi e documenti, segue ora quella in cui sono gli stessi protagonsti a farsi avanti fornendo dettagli di estremo interesse. Sarà nostra cura raccogliere, verificare e – se rilevanti – rendere pubblici questi nuovi elementi.

Quella che riportiamo di seguito è una lettera firmata. La redazione di SITe.it ha deciso – per ovvie ragioni – di pubblicarne il contenuto senza rivelare l’identità dell’autore che abbiamo, comunque, personalmente incontrato. Buona lettura.

Spett.le Site.it,

nell’attuale panorama dell’informazione, per lo più schierata o volta a biechi interessi di bottega, voi rappresentate certamente un unicum, più che un’eccezione. Il vostro approfondimento sulle recenti improbabili inchieste della Procura di Avezzano è atto di estremo coraggio, prima ancora che libera e imparziale informazione.

Per chi conosce i fatti a fondo, quanto avete finora portato alla luce è assolutamente corretto e inizia a rimettere le cose al loro posto. Purtroppo chi, come il sottoscritto, si è trovato invischiato nell’assurda vicenda di Tagliacozzo, rappresenta una voce “debole”: chi è attenzionato dalla giustizia è ritenuto una voce di serie B, che magari vuol giustificare solo comportamenti poco leciti… Per questo, la voglia di far emergere le nefandezze di questa inchiesta è stata costantemente repressa, fino a che uno spiraglio non si è aperto grazie alle vostre coraggiose sortite.

L’attuale impalcatura della giustizia italiana fa sì che chi vuol farsi largo in politica possa farlo, senza rischi, con l’arma giudiziaria: Indagini, Misure cautelari e Interrogatori, rappresentano già una condanna per chi li subisce e, se dopo cinque o dieci anni qualcuno dice “ci siamo sbagliati”, nessun risarcimento sarà adeguato. Tanto più che chi ha sbagliato non paga e spesso, anzi, è la stessa pubblica accusa che punta alla prescrizione per fare zero a zero e non perdere la faccia.

Tutta questa premessa per dirvi che avrei piacere a mettere a vostra disposizione delle mie ricostruzioni analitiche che – attraverso Elementi fattuali e Atti ufficiali – sbugiardano le farneticazioni dell’ex-assessore Gargano e le maldestre ipotesi senza riscontro fatte dei carabinieri di Tagliacozzo. Ricostruzioni analitiche che lasciano sospettare finalità eversive su cui mi riservo di fornirvi, eventualmente, ulteriori e gravi elementi che riguardano anche la stessa Procura.

Mi rendo conto che quanto inviato in allegato può risultare pesante e caratterizzato da tecnicismi, ma credo sia utile a chiarire come si è arrivati, anche con il concorso di soggetti in divisa, al rovesciamento di una Amministrazione comunale democraticamente eletta. Qualunque sia l’uso che intendiate fare di questo materiale, vorrei evitare inutili esposizioni mediatiche che potrebbero nuocermi in qualche modo.

Con stima. [ Lettera firmata]

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