Mani pulite nella Marsica: dal Ducato di Tagliacozzo alla Contea di Celano

Redazione
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di Angelo Venti e Claudio Abruzzo

Ormai all’ombra dell’obelisco resta solo da discutere delle motivazioni rese note dal Gup Anna Carla Mastelli, relative alla condanna a 2 anni, 8 mesi e 20 giorni di reclusione comminata all’arch. Carlo Tellone: il suo difensore, comunque, aveva già preannunciato il ricorso in Appello.

A questo punto, per chi vuole conoscere la verità giudiziaria sulla clamorosa vicenda che ha portato alla caduta dell’amministrazione di Di Marco Testa, non resta che attendere i lunghi anni di dibattimento, salvo sorprese o prescrizioni incombenti.

L’attenzione dei media, nel frattempo, da Tagliacozzo e Capistrello sembra spostarsi sul Comune di Celano, dove rumors provenienti da via Corradini danno ormai per imminente un nuovo uragano giudiziario, scatenato sempre dagli stessi protagonisti.

Nell’attesa, concludiamo con l’ultimo evento registrato a Tagliacozzo

L’udienza in questione, in realtà, si è tenuta l’11 dicembre scorso e avevamo già scritto QUI sugli effetti della mannaia del Gup che aveva cancellato con una sfilza di Perché il fatto non sussiste ben 9 delle 14 ipotesi di reato, minando così alla radice buona parte dell’impianto accusatorio messo in piedi dalla Procura.

Ricordiamo che la posizione dell’arch. Carlo Tellone è stata stralciata poiché – tra gli imputati dell’inchiesta che a Tagliacozzo ha coinvolto l’amministrazione guidata da Maurizio Di Marco Testa – è stato l’unico a chiedere e ottenere di essere giudicato con il rito abbreviato.

Con questa sentenza ll Gup assolve l’arch. Tellone da 4 dei 6 reati contestati. In particolare viene assolto per non aver commesso il fatto dall’accusa di turbata libertà degli incanti per la scalinata della chiesa di San Francesco a Villa San Sebastiano, mentre è assolto perché il fatto non sussiste dai reati di frode nelle pubbliche forniture e falso in atto pubblico per il rifacimento del tetto della scuola Bevilacqua, e dal reato di turbata libertà degli incanti per la progettazione di fogne e acquedotto del centro turistico Marsia.

I rimanenti 2 capi d’imputazione per cui il Gup ha comminato la condanna riguardano invece la Concussione e la Turbata libertà degli incanti (riqualificata quest’ultima nella fattispecie di Tentata), contestata dalla Procura per la progettazione dei lavori di ampliamento del cimitero del capoluogo.

Ma abbandonando il linguaggio giuridico, di cosa è accusato l’arch. Carlo Tellone? Secondo gli inquirenti, in concorso con il sindaco Maurizio Di Marco Testa avrebbe costretto l’ex assessore Alfonso Garganoad adoperarsi per far affidare, all’esito di una gara pilotata, allo stesso Tellone l’incarico di redigere la progettazione in relazione ai lavori di ampliamento del cimitero“.

Eppure sono diverse le cose che non convincono in questa ricostruzione. In realtà la gara in questione risulta aggiudicata non a Tellone ma ad un altro professionista, mentre l’unica cosa ad essere accertata dagli inquirenti è che a tentare di consegnare un elenco di progettisti al tecnico incaricato di indire la gara è stato il Gargano, che però dichiara di averlo fatto solo perché pressato dal sindaco e da Tellone, che invece negano.

Nelle motivazioni della sentenza il Gup spiega la sua decisione di condanna elencando una serie di sentenze e argomentando i motivi per cui ritiene attendibile, su questo punto, il Gargano. Argomentazioni che – sicuramente per un nostro limite – su questo punto non ci hanno assolutamente convinto: mettiamo perciò a disposizione dei nostri lettori la sentenza completa del Gup, scaricabile in pdf a questo link QUI

Sulla attendibilità di quanto sostenuto dall’ex assessore Alfonso Gargano nel suo esposto abbiamo invece già espresso tutte le nostre perplessità in questo articolo QUI.

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