Luco dei Marsi – De Rosa, “area archeologica riqualificata dopo anni, auspichiamo informazione corretta e rispetto per il paese”.

Redazione
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COMUNICATO STAMPA

Sono costretta, malgrado il momento di emergenza senza precedenti e le immaginabili attività che impegnano i Sindaci, a intervenire, onde evitare ulteriore allarme tra i cittadini, circa una presunta discarica pubblica nella nostra area archeologica… o nei pressi, o meglio, presentata in questi giorni come tale da certa stampa”.

Lo sottolinea la sindaca di Luco dei Marsi, Marivera De Rosa, “Se qualcuno si fosse informato correttamente prima di scrivere avrebbe appurato che non vi è alcuna “discarica a cielo aperto” più o meno abusiva. Al contrario, la proprietà privata fotografata dall’articolista (o presa per discarica dall’articolista), tra l’altro a dieci metri dall’area sud del cimitero e a centinaia di metri dall’area archeologica, è appunto un sito privato in cui il proprietario sta attuando in questo periodo i lavori di ripulitura, tanto che proprio a causa di queste attività di sbancatura vi sono ramaglie e residui vari a vista, insieme a diversi altri materiali depositati in precedenza nel sito, oggi visibili per via della eliminazione del frascame, e destinati anch’essi essere smaltiti; la nostra Amministrazione, tra l’altro, si è già attivata tempo addietro nei confronti di altri proprietari di siti nell’area, in cui sono depositati attrezzature e vari materiali, perché attuino un riordino nei loro terreni, come è pure evidente lo sforzo compiuto e costante, con la Segen, di riportare e mantenere il decoro in paese, dopo anni di degrado dei luoghi. Non mancano, come purtroppo non mancheranno, sacche sporadiche di inciviltà, che si notano talvolta negli abbandoni di rifiuti qua e là, che continueremo a combattere in ogni modo, come testimoniano i tanti strumenti predisposti al riguardo, tra cui decine di fototrappole, e la costante attività di pulizia. L’area archeologica è stata sottoposta a un’opera integrale di cura, sotto tutti i punti di vista: ambientale e gestionale. Merita ricordare che un gruppo di volontari continua da due anni a effettuare anche nella zona lavori vari, gratis e a favore della comunità, per il mantenimento del decoro dell’area archeologica e della sua fruibilità, con risultati visibili e apprezzabili da tutti: fortunatamente, a fronte di qualcuno che tenta in tutti i mdi di svilire l’immagine del nostro paese, vi sono molti che si impegnano nel contribuire a migliorarlo e a mantenerne decoro e bellezza, con rispetto per esso e per la comunità cui appartengono. A certi leoni da tastiera rivolgo l’invito a unirsi ai volontari, a emergenza finita, portando solo la loro buona volontà e la loro reale attenzione per il paese, se ne hanno, alle attrezzature possiamo provvedere noi. Vale la pena anche ricordare che abbiamo dato vita, e continuiamo a farlo, di concerto con la Soprintendenza e la cooperativa archeologica Limes, a una serie di magnifiche iniziative, curate da qualificatissimi professionisti, che sono state partecipate e apprezzate da centinaia di visitatori provenienti da diversi luoghi, attività che oggi speriamo di poter riprendere presto. Qualcuno ha perso un’altra ottima occasione per rendere un buon servizio all’informazione e al paese, evitando di scrivere notizie inesatte. Riguardo alla presunta “mancanza di illuminazione” nella zona, chi si fosse premurato, anche in questo caso, di informarsi, avrebbe scoperto che nei pressi dell’area archeologica abbiamo portato la luce persino alle mura ciclopiche, e che la momentanea scarsa illuminazione in un punto specifico e limitato è dovuta al fatto che stiamo provvedendo a modificare le infrastrutture presenti, al fine di offrire un servizio migliore e più economico per i cittadini, con luci a basso consumo, alta luminosità e con minori spese di gestione, e per le quali sarà a breve ultimata la contrattualizzazione con l’azienda competente. Confidiamo che i lupi e cinghiali che di tanto in tanto vengono avvistati nella zona archeologica, e citati dall’articolista, possano sopportare la minore illuminazione – comunque presente – ancora per qualche tempo senza troppo risentirne”.

Monica Santellocco

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