Laboratori del Gran Sasso – « SI Sex NO Sox »

Franco Massimo Botticchio
Franco Massimo Botticchio
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Il viatico dardeggiante di una nota trasmissione televisiva nazionale di intrattenimento – previa la testardaggine di pochi attivisti – ha riportato sotto la luce dei riflettori della distratta opinione pubblica abruzzese un tema che da molti anni aleggia sopra le nostre teste, sfuggente: la tutela delle acque del Gran Sasso.

Quel che con il nuovo millennio è di volta in volta venuto in rilievo in ordine sparso – il trimetilbenzene dal sen della montagna fuggito; il progetto abortito della terza canna dell’autostrada; i misteriosi ma onerosissimi lavori di messa in sicurezza dei Laboratori INFN (a cura di soggetti che saranno poi ricompresi nella giornalistica definizione di ‘cricca‘ del post-terremoto del 6 aprile 2009); sino al recente assalto ai supermercati di Teramo nelle poche ore di sospensione della potabilità dell’acqua – ha letteralmente cortocircuitato e assunto un nuovo senso complessivo in occasione delle recenti polemiche sorte per l’esperimento Sox (Short distance Oscillations with boreXino).

Ormai non è nemmeno più la preoccupazione della sorgente radioattiva – il Cerio 144 – che dovrebbe affluire sotto al Gran Sasso ad accendere gli animi: in realtà va montando la consapevolezza che la messa in sicurezza dei sistemi di captazione dei due acquedotti che dissetano buona parte della popolazione abruzzese ad oggi non esista, e forse non sia e non sarà mai possibile assicurarla.

L’Istituto nazionale di fisica nucleare, che bene ha compreso la minaccia esiziale alla sua struttura, ha reagito con energia, talvolta scompostamente. A spalleggiare gli inquilini del Gran Sasso si sono affiancati e registrati soggetti e fenomeni di grande interesse massmediologico, che hanno immediatamente tentato, all’unisono, di far passare quella che è la legittima preoccupazione per la tutela di un acquifero fondamentale per l’Italia centrale per una rozza e dozzinale reazione antiscientifica.

Dietro a quel che il maggior sito di informazione regionale – preso esso stesso di mira – ha definito ‘shit storm‘ si indovinano poteri forti e, persino, apparati segreti.

Per il momento l’esperimento Sox ritarderà ma non vi è dubbio che tra breve si riaccenderà una sorda lotta tra chi pretenderà di mantenere i Laboratori in quel luogo e chi ritiene che la loro presenza e la loro attività (che prevede lo stoccaggio di sostanze pericolose) siano incompatibili con le criticità di quel sacro luogo.

 

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