La scuola all’avanguardia della Valle del Giovenco

Franco Massimo Botticchio
Franco Massimo Botticchio
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Sogno di una notte di mezza estate

[ Tratto da: Il Martello del Fucino, n. 1 luglio 2020 ]

Le cronache nazionali di questi giorni testimoniano il grande travaglio che sta vivendo il mondo della scuola, in vista della prossima ripresa settembrina, in presenza dell’emergenza coronavirus e delle necessarie misure di distanziamento e di prevenzione da rispettare. Grandi critiche al ministro preposto (Azzolina), nomina di un vero e proprio commissario alla ripresa (Arcuri), apocalittici calcoli sul fabbisogno di ulteriori spazi (occorrerebbero, pare, in Italia, altre quarantamila classi) e di banchi (dal 40 al 50% in più), tentativi di concepire un banco dinamico e nuove forme per svolgere la didattica nelle nuove condizioni sopravvenute.

Di questo clima di dubbi e di preoccupazione per quel che succederà tra quaranta giorni, fortunatamente non si rinviene traccia nella nostra Valle del Giovenco. Il merito di ciò va ascritto ai primi cittadini dei dieci comuni che la compongono, questa fortunata Valle, che, all’indomani del terremoto di Amatrice (24 agosto 2016), il terzo in pochi anni abbattutosi sugli Appennini dopo L’Aquila e l’Emilia, ebbero il coraggio civile di mettere da parte tutte le rivalità municipali (condominiali, direbbe l’editore di questo foglio), di indossare le loro fasce tricolori e di recarsi tutti insieme, annunziati e istradati nei corridoi di viale Trastevere dall’oculato lavorìo preparatorio dei parlamentari abruzzesi, dal Ministro dell’Istruzione pro tempore, chiedendo fosse costruita una sola scuola per tutta la Valle.

Le cronache dell’epoca e i resoconti dei protagonisti raccontano che il ministro, Stefania Giannini, dopo un primo momento di sorpresa, restò ad ascoltare i nostri primi cittadini, che reclamavano per la nostra zona un campus scolastico all’avanguardia, tecnologico, che consentisse loro di dismettere il gran numero di edifici e plessi vecchi, assai insicuri, e inadatti a garantire un apprendimento dignitoso ai nostri giovani virgulti. Per ascendere le graduatorie dei fondi a disposizione per la realizzazione di questi campus, allora in formazione per tutto il territorio nazionale, i nostri non ebbero remore a ricorrere ad ogni utile artifizio retorico. Notevole, in particolare, per efficacia e pathos, l’idea di recare seco, al ministero, i registri di morte delle rispettive anagrafi storiche, che vollero mostrare e illustrare alla Ministra Giannini. Questa, rimase agghiacciata quando le si spiegò, con quei volumoni alla mano, che nel terremoto del 13 gennaio 1915 in questa Valle dimenticata forse da Dio e certamente dagli uomini, si erano contati oltre ottomila morti (per difetto), per tacere dei feriti e degli orfani. Pur essendo la Giannini una politica coriacea, poco ci mancò si mettesse a piangere, quando le si ricordò che due delle pochissime località in grado di “fregiarsi” di un undicesimo grado Mercalli (dicesi: distruzione totale) insistevano proprio in questa zona. A farla breve, due settimane dopo il terremoto di Norcia (30 ottobre 2016), giunto a ricordare quanto la Natura possa essere matrigna e che non vi è tempo da perdere, avevamo già ottenuto lo stanziamento in bilancio, e l’affidamento della relativa progettazione ad un notissimo architetto internazionale. Tutto a carico dello Stato!

Come noto, il campus scolastico della Valle del Giovenco, realizzato per la convergente e unanime volontà di tutte le amministrazioni interessate in un’ampia area di San Benedetto dei Marsi (ex scuole agrarie) perfetta per ubicazione, larga per spazi e facilmente accessibile da tutti i centri viciniori, è stata inaugurata nel Natale scorso, proprio in tempo per la pandemia. Con il nuovo anno scolastico dunque tutti gli alunni delle scuole primarie e secondarie dei dieci municipi della Valle, nonché i loro fratellini più piccoli dell’asilo, saranno in tutta sicurezza ospitati nel magnifico campus, antisismico con indice 1, e dotato di laboratori e spazi per l’attività ludica, senza alcun pensiero o difficoltà.

Grazie ancora, sindaci!

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