La querelle sulla ferrovia a servizio dell’ex zuccherificio: anatomia di un’assenza di visione

Redazione
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Cancellare (ancora) la storia avezzanese

La querelle sulla ferrovia a servizio dell’ex zuccherificio: anatomia di un’assenza di visione

(Parto con un elemento autobiografico. Appare una mostra collettiva a Lingotto Fiere nel mio curriculum – il luogo è una parte dell’omonimo gigantesco complesso torinese ristrutturato.)

peppe.jpgSono informato da maggio circa l’intenzione di vendere i lotti lungo la ferrovia ormai in disuso che dalla stazione ferroviaria di Avezzano giunge al nucleo industriale da parte della proprietà. (Non mi dilungo sulle precedenti schermaglie tra Rivalutazione Trara srl e Comune d’Avezzano né sull’abbondante resto, anche se si presenta la questione: dove facciamo iniziare la storia?). La cittadinanza ha saputo della vicenda attraverso una lettera di Umberto Irti pubblicata sul più diffuso quotidiano regionale; in essa si chiedeva un deciso intervento da parte del Comune: «La proprietà dell’intero tracciato deve passare al Comune di Avezzano prima che lo facciano i frontisti» – R. Raschiatore, In vendita l’ex ferrovia della città. L’Archeoclub: danno gravissimo in «Il Centro» 10 giugno 2016.

Si può perciò già scrivere che non tutti gli imprenditori e tutti gli amministratori italiani sono della stessa stoffa.

Il destino di tale tracciato era segnato da diversi anni e la campagna elettorale per le Amministrative del 2012 era la miglior occasione per porre almeno la questione. Il tema richiede rilevanti doti e capacità politiche, di progettazione. I principali partiti hanno invece preferito puntare sulla liquidazione dell’Anello a senso unico per recuperare il voto dei commercianti oppure hanno sciorinato il rendering di un avveniristico ponte ciclo-pedonale a scavalco su detta stazione ferroviaria (Unione dei Marsi, centro-destra). (Gli amministratori continuano da oltre vent’anni a riversare quattrini per imbellettare piazza Risorgimento e i suoi dintorni).

A nessuna associazione privata è nel frattempo balzato in mente di organizzare una giornata ecologica di sorta per liberare quell’infrastruttura (tutta, in parte) dai rifiuti abbandonati dagli sparuti adolescenti e dagli accompagnatori di cani che la frequentano – glissando sul fatto che si tratta in ogni modo di una proprietà privata.

Bisognava utilizzare sull’argomento anche le celebrazioni del Centenario anziché ripiegare sul ferrovecchio fatto pervenire da Roma ed esposto per mesi in piazza Torlonia. Invece: «È un evento di grande spessore storico-culturale ed emotivo quello realizzato dalla Pro loco che ha voluto restituire agli avezzanesi una concreta testimonianza del loro passato», in Centenario del terremoto, nuove iniziative della pro Loco di Avezzano, in «TerreMarsicane» 2 dicembre 2014; «la Pro-loco ha in programma l’organizzazione di visite guidate alla “stazione della storia”», M. Sbardella, Velino 08 “plana” sulla strada ferrata di piazza Torlonia, in «TerreMarsicane» 19 dicembre 2014. Una volta concluso lo spettacolo del Centenario, il ferrovecchio di cui sopra è stato riconsegnato al legittimo proprietario; nessuno dei sedicenti storici e cultori di storia locale, si è esposto – allora come oggi – sul tracciato in questione, certo precedente il locomotore «Velino 08» e rimasto a ridosso del Quadrilatero dagli inizi del Novecento – che rappresenta una delle rare testimonianze della vecchia Avezzano. (Più «concreta» ma soprattutto integra di così!).

La vicenda non è approdata – com’è ovvio – nel Masterplan della Regione eppure è piuttosto evidente la rilevante mole di denaro necessario per ristrutturare quel percorso in qualche modo.

È perciò da evitare lo spezzettamento di tale tracciato nell’immediato. Impiegherei molto tempo invece per impostare delle proposte decenti di riutilizzo – rifiutando soluzioni alla moda -, trattandosi di una strada ferrata in qualche modo sospesa perché ormai senza un’origine né un approdo; un pezzo di città rimosso e totalmente sconosciuto ai più. (Bisogna frequentarla a piedi, per farsene un’idea).

Giuseppe Pantaleo

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