«La politica del fare bottino» le parole della Bussi contro l’amministrazione Ciciotti dopo la decisione di aumentarsi l’indennità

Alfio Di Battista
Alfio Di Battista
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Capistrello – Scontro in consiglio comunale, venerdì pomeriggio durante l’assise convocata per discutere e approvare il DUP, Documento Unico di Programmazione, per il periodo 2023-2025 che prevede fondi in bilancio per l’aumento delle indennità a Sindaco e Giunta.
Fioccano le critiche dall’opposizione all’indirizzo della maggioranza, sulla scelta di aumentare al massimo previsto dalla legge le indennità, a partire da subito, accantonando l’opzione di spalmare gli aumenti in maniera graduale sull’anno 2023 e 2024, opzione consentita dalla norma.

Una decisione considerata inopportuna dai consiglieri Dina Bussi, Chiara Di Felice e Vittorio Silvestri, che hanno diffuso un comunicato stampa a firme congiunte a cui non ha aderito la consigliera Emiliana Salvati. L’inopportunità della scelta, per i tre consiglieri di minoranza, sarebbe legata al grave momento di difficoltà che vivono famiglie e imprese, alle prese col caro energia e con la lievitazione vertiginosa dei prezzi dei beni di consumo.

Bussi, Di Felice e Silvestri sostengono, fra l’altro, che l’aumento degli stipendi sia illegittimo perché secondo loro, legato a parametri sbagliati, che fissano il numero degli abitanti a 5.001, appena un’unità in più, proprio quella che servirebbe a far scattare il massimo livello di indennità.

Sembrerebbe invece che i dati ufficiali ISTAT raccontino un’altra storia. Di fatto, i dati relativi alla fascia di popolazione in cui ricadrebbe il comune di Capistrello sarebbero i seguenti: per l’ISTAT, al 31-12-2020, la popolazione residente era pari a 4.889 abitanti, stesso identico dato per il ministero degli interni (DM 30-5-2022) confermato anche dal Ministero delle Finanze (anagrafe enti). Insomma, sempre lo stesso dato, ovvero 4.889 abitanti.

Secondo l’amministrazione Ciciotti invece, al 31-12-2020 gli abitanti erano 5.001, un dato che si estrapola dal Dup approvato con delibera di Consiglio n.33 del 25-9-2021 che, per la minoranza, sarebbe un dato sbagliato. Secondo gli uffici del comune, alla data del primo gennaio 2020, gli abitanti erano 5.044 a cui vanno aggiunti i nati (44) e gli immigrati (130) e sottratti i morti (103) e gli emigrati (182). Il saldo fra ingressi e uscite al 31-12-2020 restituisce comunque la somma di 4.933 abitanti e non 5.001.

Particolare esilarante, è che dal documento unico di programmazione approvato, si evince che al 31-12-2019 Capistrello contava 5.051 abitanti, mentre il primo gennaio 2020, finito il veglione di Capodanno, erano diventati 5.044. Si direbbe che nella notte di San Silvestro del 2019, ben 7 persone siano sparite nel nulla senza lasciare traccia, nell’indifferenza generale del resto della popolazione, presa dai festeggiamenti, fra botti e balli di gruppo.

In definitiva per l’ISTAT, il Ministero degli Interni e il Ministero delle Finanze gli abitanti sono 4.889, un numero ben al di sotto della soglia dei 5.000 mentre per il Comune di Capistrello il totale della popolazione è di 5.001 residenti stabili. Il mistero resta, insieme a quello delle 7 persone sparite la notte di Capodanno del 2019

C’è però un dato oggettivo che continua ad alimentare i dubbi e le perplessità, ed è l’entità dei trasferimenti erariali integrativi previsti dal piano di riparto per l’incremento delle funzioni dei Sindaci, che vengono erogati in funzione della popolazione residente nei comuni, e che fra l’altro, sono dati pubblici, consultabili da chiunque. Vedi il link sottostante.

https://dait.interno.gov.it/documenti/decreto-fl-30-05-2022-all-b.pdf

Perché al comune di Capistrello sono stati destinati solo 9.815,80 euro, ovvero tanto quanto hanno ricevuto, Civitella Roveto o Pescina? Perché il comune di Carsoli, Tagliacozzo o Trasacco, hanno ricevuto 24.350,35 euro? Semplicemente per via del fatto che Capistrello, come Civitella Roveto e Pescina ha meno di 5.000 abitanti mentre Carsoli, Tagliacozzo o Trasacco, ne vantano oltre 5.000

A questo punto c’è da sperare che l’errore venga corretto e l’equivoco chiarito in quanto la differenza, in termini di aggravio dei costi a carico della collettività, è veramente notevole. Si tratterebbe di circa 80.000 euro all’anno in più sulle spalle dei cittadini.

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