Si è tenuto ieri l’udienza preliminare del procedimento giudiziario che nel novembre 2018 portò alla caduta della prima giunta del sindaco Francesco Ciciotti, poi rieletto. Risale infatti a 4 anni fa l’operazione Caput Castrorum – tanto clamorosa quanto discutibile – condotta dai carabinieri della compagnia di Tagliacozzo guidati dal maggiore Edoardo Commandè, che decapitò l’amministrazione comunale di Capistrello. Oltre al sindaco finirono sotto inchiesta amministratori, funzionari comunali, tecnici e imprenditori: i reati contestati andavano dalla concussione, alla corruzione e turbativa d’asta in concorso fra loro.
Nell’udienza tenutasi ieri nel tribunale di Avezzano il Gup, dottoressa Daria Lombardi, dopo una lunga camera di consiglio ha disposto il rinvio a giudizio, insieme al sindaco Francesco Ciciotti, anche per Corrado Di Giacomo, Francesca Stati, Annalisa De Meis e Mattia Coviello. Per Concezio Fantozzi, dopo che il suo difensore ha chiesto per lui il rito abbreviato, la giudice ha invece emesso una sentenza di condanna a 8 mesi di reclusione ed a 600 euro di multa.
Gli imputati erano assistiti dagli avvocati Roberto Verdecchia, Herbert Simone, Antonio Milo, Nicola Grasso, Virginia Buonavolontà, Moreno Di Cintio, Franco Colucci, Luigi De Meis e Andrea Tinarelli.
Per il sindaco Ciciotti e gli altri 4 rinviati a giudizio la prossima udienza in composizione collegiale è stata fissata per il prossimo 8 aprile: la scelta della data – si tratta del sabato di Pasqua – la dice lunga sull’intero procedimento e su come sin dall’inizio è stata condotta l’operazione Caput Castrorum.
Le perplessità su questa operazione – unitamente a quella relativa al comune di Tagliacozzo – e sulle modalità di conduzione delle indagini e del’intero procedimento giudiziario, la nostra testata le aveva espresse sin da subito, come ad esempio in questo articolo qui:
Capistrello e Tagliacozzo, radiografie di due inchieste esemplari (1)
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